Sull’accordo alla Alenia Aermacchi di Capodichino.

Redazione Operai Contro, Il fatto che fossero tutti d’accordo, anche FIM UILM e gli altri sindacati filo aziendali, quelli che appoggiano i vari Marchionne e la limitazione del diritto di sciopero, per capirci, non faceva ben pensare. L’accordo raggiunto a Roma con Alenia e Atitech ne è la dimostrazione. Praticamente non cambia quasi niente rispetto a quello che Alenia e Lettieri avevano concordato. Settimane di “lotta”, soldi persi inutilmente da parte degli operai. Forse, rispetto a prima, in più c’è la “quota di conciliazione” che quelli che usciranno da Alenia si metteranno in tasca, una miserabile mancia in cambio […]
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Redazione Operai Contro,

Il fatto che fossero tutti d’accordo, anche FIM UILM e gli altri sindacati filo aziendali, quelli che appoggiano i vari Marchionne e la limitazione del diritto di sciopero, per capirci, non faceva ben pensare.

L’accordo raggiunto a Roma con Alenia e Atitech ne è la dimostrazione.

Praticamente non cambia quasi niente rispetto a quello che Alenia e Lettieri avevano concordato. Settimane di “lotta”, soldi persi inutilmente da parte degli operai. Forse, rispetto a prima, in più c’è la “quota di conciliazione” che quelli che usciranno da Alenia si metteranno in tasca, una miserabile mancia in cambio di una liberatoria che mette al sicuro l’Alenia da eventuali vertenze future.

Per il resto quasi tutto uguale. NewCo 25% Alenia e 75% Atitech, progressiva acquisizione della nuova società da parte di Atitech, controlli “trimestrali” su come procederanno le cose e poco altro … praticamente quello che c’era prima.

Cosa pensare? Semplice. L’accordo era già pronto mesi fa. Già a fine 2012 si sapeva ufficialmente che Alenia e Lettieri preparavano la cessione, ma nulla è stato fatto, né dai politici né dai sindacalisti, per impedirla. La dimostrazione è data dal fatto che l’Alenia di Capodichino si era già svuotata prima dello scoppio della vertenza, con molti dipendenti trasferiti in altri siti. Sono rimasti quelli in esubero che ora Lettieri dovrà “smaltire”. Come mai l’accordo non è stato firmato tempo fa? Perché gli operai si sono mossi e hanno fatto capire che non erano d’accordo. Allora è cominciata la sceneggiata per sfiancarli. Presidii, manifestazioni, scioperi e consistenti quote di salario perse.

Ora si è giunti alla conclusione. E’ l’ennesima sconfitta degli operai. I loro “rappresentanti” se li sono venduti.

Colpisce il silenzio-assenso anche della FIOM. Erano state minacciate fuoco e fiamme per salvare “l’industria campana” e alla fine non risulta che la FIOM si sia smarcata dall’accordo di Roma.

Senza organizzazione, dietro a gente completamente inaffidabile, in miseria dopo settimane di sciopero, alla fine gli operai si sono arresi.

E’ un copione già visto. Dovremmo però cominciare ad imparare almeno alcune cose essenziali.

Gli operai devono partire da una constatazione di base: non hanno una organizzazione che li difenda.

Tutti coloro che dicono di rappresentarli o sono inconcludenti o stanno direttamente con il padrone.

L’organizzazione non si crea dalla sera alla mattina, ma essere consapevoli che non l’abbiamo è già un primo passo per costituirla.

Senza questa consapevolezza cosa succede? Che gli operai scioperano e fanno i picchetti e poi a trattare vanno i sindacalisti che se li vendono.

Siamo deboli, non abbiamo una nostra organizzazione, ma il padrone ci costringe a lottare lo stesso e allora impariamo questo prima di tutto: il primo passo da fare è che nella lotta bisogna creare un gruppo dirigente formato dai più determinati e decisi tra gli operai che si mobilitano. Nessuna delega deve essere data ai sindacalisti. La delegazione trattante deve essere formata dagli operai dei picchetti.

La lezione dell’Alenia è questa.

La sezione AsLO – Operai Contro di Napoli

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