USA: STELLANTIS, GM, FORD OGGI SI DECIDE LO SCIOPERO DI 146000 OPERAI

Il 14 settembre in America c’è la scadenza dei contratti. Il sindacato UAW minaccia di scioperare se non vengono accettate le richieste operaie.
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Il 14 settembre in America c’è la scadenza dei contratti. Il sindacato UAW minaccia di scioperare se non vengono accettate le richieste operaie.

Il 14 settembre in America c’è la scadenza dei contratti di categoria del settore auto. Il sindacato UAW presente in General Motors , Ford e Stellantis minaccia di scioperare se una qualsiasi delle tre case automobilistiche non abbia raggiunto un accordo entro questa data.
Gli operai che entreranno in sciopero sono 146.000, se non saranno soddisfatte le richieste di aumento salariale e il ripristino delle concessioni tolte nei vari anni agli operai. La UAW tramite il presidente Shawn Fain ha minacciato le tre società di sciopero e subito le parti hanno iniziato a scambiarsi proposte su salari e benefit. Sebbene sembrino stati compiuti alcuni progressi e in parte ridotte le richieste iniziali da parte del sindacato, un accordo finale potrebbe arrivare troppo tardi per evitare gli scioperi degli operai della UAW nelle fabbriche di più Stati. Qualsiasi sciopero causerebbe interruzioni significative per la produzione automobilistica negli Stati Uniti con perdite non recuperabili.
Il sindacato, sotto la spinta operaia, ha chiesto inizialmente un aumento del 46% della retribuzione generale ridotta in questi ultimi giorni a circa il 35% in quattro anni, un aumento che farebbe salire un operaio di alto livello dagli attuali 32 dollari l’ora a circa 40 dollari. Inoltre, la UAW ha chiesto la fine dei due livelli di retribuzione che penalizzano gli operai assunti dopo il 2007, una settimana di 32 ore fermo restando la retribuzione sulle 40 ore, il ripristino dei tradizionali piani pensioni a benefici definiti con contributi del datore di lavoro e l’abolizione dei piani 401 (k) per i neoassunti (piani che invece prevedono integrazioni da parte del lavoratore) e un ritorno degli aumenti salariali legati al costo della vita. Per anni, gli operai hanno dovuto rinunciare agli aumenti salariali generali e agli aumenti salariali legati al costo della vita per aiutare, a detta del sindacato, le aziende a contenere i costi. Anche se gli addetti all’assemblaggio con un livello più alto guadagnano 32 dollari l’ora e i lavoratori a tempo pieno quest’anno hanno ricevuto assegni per la partecipazione agli utili che vanno dai 9.716 dollari della Ford ai 14.760 dollari della Stellantis, i lavoratori temporanei partono da poco meno di 17 dollari orari.
Negli ultimi dieci anni le tre case automobilistiche più importanti di Detroit hanno fatto registrare profitti notevoli e complessivamente hanno ottenuto un utile netto di 164 miliardi di dollari, di cui 20 miliardi quest’anno e gli amministratori delegati di tutte e tre le principali case automobilistiche guadagnano milioni di compensi ogni anno.
I sindacati, incalzati dagli operai che vedono il proprio salario assottigliarsi sempre di più, sono stati costretti a richiedere aumenti salariali consistenti fino ad ora, anche se si notano segnali di cedimento. La differenza rispetto ai sindacati firmatutto italiani comunque è notevole già nell’impostazione della vertenza. Non si parte dalle necessità delle aziende né si modellano le richieste su quanto potrebbe concedere il datore di lavoro, ma viene avanzata una richiesta definita che parte dalle esigenze operaie. Il sindacato UAW parte da una posizione di vantaggio e la forza gli viene dai 146.000 operai che con uno sciopero organizzato sono in grado di paralizzare la produzione. Sam Fiorani, analista di AutoForecast Solutions, una società di consulenza, ha affermato che le case automobilistiche avevano circa 1,96 milioni di veicoli a disposizione alla fine di luglio, prima della pandemia, quella cifra raggiungeva i 4 milioni, per cui “Un’interruzione del lavoro di tre settimane o più drenerebbe rapidamente l’eccesso di offerta, aumentando i prezzi dei veicoli e spingendo le vendite di marchi non sindacalizzati”.
Le case automobilistiche di Detroit rappresentano circa la metà del mercato automobilistico totale degli Stati Uniti ed uno sciopero può creare danni ingenti all’economia. Uno sciopero di diversi giorni potrebbe costare alle case automobilistiche diversi miliardi di dollari, basta tener presente che in uno sciopero di 40 giorni, della UAW nel 2019, la sola GM ha perso 3,6 miliardi di dollari.
Le aziende possono avere le spalle forti quanto vogliono, se gli operai possono resistere in uno sciopero di più giorni sostenuti dalle casse del sindacato, ed attualmente la UAW dispone di un fondo per lo sciopero di circa 830 milioni di dollari, non c’è partita, in questo braccio di ferro gli operai possono vincere. La UAW ha dichiarato che GM e Ford propongono ciascuna aumenti del 10% della retribuzione oraria nei prossimi quattro anni, mentre Stellantis, che produce automobili sul mercato statunitense con i marchi Jeep, Ram, Dodge e Chrysler , offre aumenti del 14,5%. Nei commenti rivolti ai membri del sindacato, Fain ha definito tali offerte “offensive”, visti i considerevoli aumenti dei profitti delle case automobilistiche negli ultimi anni.
La partita è aperta, se il sindacato non cede alle richieste dell’azienda e svende gli operai, visto che già in passato è stato attraversato da fenomeni di corruzione e mazzette, e mostra i muscoli facendo valere la forza della massa operaia, può riuscire a strappare aumenti e benefici. La pressione operaia, compattamente schierata per lo sciopero, avrà in questo un ruolo determinante.
S. C.

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