Lezioni americane 2

Gli operai di GM, Ford e Stellantis colpiscono uniti come un solo esercito. Gli scioperi si allargano ad ondate secondo un piano e sfruttano ogni debolezza degli avversari. Vogliono consistenti aumenti salariali e li conquisteranno.
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Gli operai di GM, Ford e Stellantis colpiscono uniti come un solo esercito. Gli scioperi si allargano ad ondate secondo un piano e sfruttano ogni debolezza degli avversari. Vogliono consistenti aumenti salariali e li conquisteranno.

Lo sciopero degli operai americani iscritti allo UAW (Sindacato Operai Automobilistici) continua e giunge, oggi 26 settembre, al dodicesimo giorno.
Blocco della produzione e i picchetti in tre stabilimenti uno per ciascuna delle Tre Grandi (GM, Ford e Stellantis) non si ferma.
Anzi. Da venerdì 22 ai 13mila operai che continuano a bloccare la produzione nei tre stabilimenti si aggiungono 5,500 operai che scendono in lotta bloccando 38 centri che si occupano della distribuzione dei ricambi GM e Stellantis, in 20 stati americani.
Questo blocco colpisce duramente i segmenti di lusso in particolare i modelli SUV di GM Chevy Silverado e Sierra, per Stellantis il Ram 1500.
Tutte produzioni di nicchia che danno altissimi margini di profitto.
Da questo allargamento della lotta UAW esclude i padroni della Ford che pare si siano dimostrati disponibili ad accogliere le richieste degli operai, anche se per ora non si conoscono ulteriori dettagli.
Apparentemente i padroni delle tre case automobilistiche sono disposti a “concedere” aumenti salariali del 20% spalmati su oltre quattro anni di contratto, che non coprirebbero neanche l’attuale tasso di inflazione. Le offerte dei padroni rimangono molto lontane dalle richieste operaie, non prendendo in nessuna considerazione l’abolizione del doppio trattamento salariale tra vecchi e nuovi assunti, la riduzione a parità di salario da 40 a 32 ore, e soprattutto l’adeguamento dei salari al costo della vita (COLA).
Gli operai non hanno perciò nessuna alternativa se non continuare la lotta!
Nonostante tutti gli analisti economici borghesi mettano in risalto che uno sciopero prolungato avrà pesanti ripercussioni sul PIL Usa, cercando di scaricare sugli operai in lotta questa responsabilità, il sostegno delle classi subalterne USA secondo recente un sondaggio Reuters/Ipsos va agli operai in lotta, con il consenso del 60% degli intervistati.
Questo costringe i due candidati alle prossime presidenziali a rincorrere mediaticamente la lotta degli operai. Biden farà passerella oggi 26/10, domani toccherà a Trump.
In Canada, intanto, dove il sindacato ha aperto diversamente dagli USA, vertenze con le singole case automobilistiche, è stato siglato una bozza d’accordo tra padroni della Ford e Unifor il sindacato del settore (rappresenta 5600 operai) che ha evitato per ora, lo sciopero.
Agli operai della produzione sarà corrisposto un aumento salariale del 20% in 3 anni, un bonus di 10.000 $ agli operai precari, un sistema automatico di adeguamento salariale al costo della vita e inflazione entrerà in vigore con il nuovo contratto. Diversa l’interpretazione, dello stesso contratto, dei padroni Ford Canada, che parlano di un aumento salariale del 15%.
Nel 2022 l’inflazione canadese ha raggiunto il 6,8%.
Il prossimo accordo vedrà protagonisti i padroni di GM Canada che appare riluttante a fare un accordo simile.
Encefalogramma piatto intanto dalla Fiom all’appello dello UAW a coordinare le azioni degli operai contro Stellantis. Non volendo considerare una risposta la conferma della rituale, e per i padroni innocua, processione convocata dalla CGIL a Roma per sabato 7 ottobre 2023.
MC

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