ALL’ONU PASSANDO DA LAMPEDUSA E PONTIDA

L’uso dei migranti per la propaganda elettorale. Non sanno far altro che campi di concentramento e  la taglia di Stato. Devono rassicurare dei piccolo borghesi, bottegai e padroncini miserabili che i loro affari non verranno disturbati mentre sono gli stessi che pescano fra i migranti una forza lavoro quasi a costo zero
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L’uso dei migranti per la propaganda elettorale. Non sanno far altro che campi di concentramento e la taglia di Stato. Devono rassicurare dei piccolo borghesi, bottegai e padroncini miserabili che i loro affari non verranno disturbati mentre sono gli stessi che pescano fra i migranti una forza lavoro quasi a costo zero.

Caro Operai Contro, “Non si può tollerare la nuova schiavitù”. Il colmo dei paradossi è che a pronunciare questa frase all’assemblea del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sia Giorgia Meloni, proprio lei che con il suo governo, la schiavitù la coltiva e la semina a piene mani togliendo ai poveri il Rdc, ignorando i salari da fame degli operai, sabotando l’introduzione di un decente salario minimo, permettendo a cani e porci, dal piccolo bottegaio alla grande distribuzione un generalizzato aumento dei prezzi, fra l’altro non più giustificabile con l’aumento delle materie prime.
Fra i poveri più poveri colpisce proprio i migranti, a cominciare dal fatto che, come i suoi predecessori, li inquadra come clandestini da rispedire indietro, stroncando in partenza ogni possibilità di accoglienza.
C’è da chiedersi come mai dopo tanti anni, la Meloni e Salvini, visto il fallimento dei loro predecessori al governo, continuino sempre più forsennatamente, a riproporre la stessa logora ricetta in peggio, del “respingimento” e del “fermare le partenze”.
Forse gli va bene che arrivando tanta forza lavoro in queste condizioni, tenendola in clandestinità e illegalità, deve sottostare a mille ricatti, in primis quello dei padroni che li sfruttano?
Forse vogliono arrivare a una situazione insostenibile, puntando ad allargare a loro favore le differenze e le contraddizioni all’interno della Ue e dei 27 paesi che ne fanno parte?
Forse mirano proprio ad una spaccatura della Ue, per mettere in pratica senza vincoli la loro politica nazional sovranista?
Fatto sta che l’aspetto principale non sono Meloni e Salvini che usano i migranti come propaganda nella contesa delle elezioni europee del giugno prossimo, come ripetono taluni commentatori. Bensì il salto di qualità in peggio di come entrambi, intendono affrontare il tema dell’emigrazione, alzando il tiro nel colpire e reprimere i migranti.
A Lampedusa la Meloni con a fianco Ursula Von der Leyen, (presidente della Commissione europea e parlamentare del Gruppo del Partito popolare europeo) propone 18 mesi (oggi 3 prorogabili a 12) di detenzione dei migranti nei 9 Cpr di oggi (centri per il rimpatrio) più 1 per Regione di cui 12 ne sono sguarnite, con la matassa che s’ingarbuglia per la contrarietà di alcuni presidenti di Regione.
Poi la Meloni rilancia la promessa dei (fallimentari) rimpatri nel paese di provenienza, non la ridistribuzione nei paesi europei. Ma i rimpatri nei paesi di provenienza sono impossibili, perché presuppongono accordi con questi governi, che come finora dimostrato, avvengono solo in rari casi. Questo è anche il motivo per il quale ogni anno, i rimpatri nei paesi africani, non vanno oltre le 2 o 3 mila, con aggiunta di una paccata di soldi per ciascun rimpatrio.
In questi giorni l’inconsistenza dei rimpatri, è riconfermata anche dal fallimento del recente accordo fra la Ue e il dittatore tunisino Said. Quest’ultimo ha intimato alla Ue che, sarà impedito l’ingresso in Tunisia alla delegazione della Commissione affari esteri dell’Europarlamento, precisando che: “Chiunque venga dall’estero per controllarci non entrerà nella nostra terra, come se fossimo una colonia o sotto tutela”.
Inoltre, come fatto notare da più parti, una detenzione così lunga per chi non ha commesso reati, sarebbe un puro abuso di potere, nonché un doppio fallimento della Meloni che, mentre continua ad abbaiare alla luna, strepitando che bloccherà le partenze dalle coste africane, poi pretende di trattenere i migranti per 18 mesi, anziché dai 3 ai 12, e, in 21 Cpr anziché 9. In totale considerando che nei 9 Cpr sono oggi agibili 619 posti, si stima che nei 21 la capienza si aggiri sui 1.500 posti. Un numero risibile rispetto ai 130 mila arrivi da inizio anno.
A Pontida Salvini con a fianco Marine Le Pen, (parlamentare dell’estrema destra francese) ribadisce di essere pronto a scomodare la marina militare, per fermare i barconi ad ogni costo, forse pensa anche di prenderli a cannonate.
Con Salvini ad accendere la miccia sul pratone della Lega, c’è Flavio Di Muro, sindaco di Ventimiglia: “L’Europa unita è morta. Il tempo della diplomazia è finito, dobbiamo reagire con la forza. Passare dall’accoglienza diffusa ai respingimenti di massa”. Anche lui sembra dire basta chiacchiere, fuoco alle polveri.
Sono anni che la politica dell’ostracismo e del respingimento dei migranti, non fa altro che produrre i risultati opposti a quelli dichiarati, attesi e promessi dai suoi fautori.
Fu Marco Minniti ministro del Pd con il governo Gentiloni nel febbraio 2017, a inaugurare questa politica con un accordo col governo di Riconciliazione Nazionale libico, presieduto da Fayez al Sarrai.
Visti i risultati dopo 7 anni e visto che il governo Meloni con sempre maggior vigore la ripropone, c’è da chiedersi se, il fallimento di questa politica, dalla quale evidentemente 7 anni fa i suoi promotori si aspettavano ben altri risultati, oggi venga riproposta così radicalmente a quale scopo, visto che le migrazioni non si possono fermare ma solo cercare il modo migliore per gestirle?
Da qui gli interrogativi posti sopra.
Saluti Oxervator

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