MILLE RAGIONI PER SCIOPERARE, NESSUNA PER FERMARCI

Stellantis Melfi, dietro le trombonate sulla grande  giornata di mobilitazione, i soliti sindacalisti lavorano per smontare gli scioperi, spaventare chi ne ha preso parte, renderli innocui diluendoli nel tempo e cercando di recuperare la produzione persa.
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Stellantis Melfi, dietro le trombonate sulla grande giornata di mobilitazione, i soliti sindacalisti lavorano per smontare gli scioperi, spaventare chi ne ha preso parte, renderli innocui diluendoli nel tempo e cercando di recuperare la produzione persa.

Uno sciopero è un punto di partenza per raggiungere un obbiettivo, dev’essere un’azione continua che non può e non deve fermarsi alle prime promesse fatte da sindacati e azienda (che rappresentano oggi gli stessi interessi se ancora non riuscite a capirlo).
Per questo vi chiedo, ma a Melfi per cosa stiamo scioperando?
Stiamo scioperando ad intervalli così da garantire un minimo di produzione per non disturbare troppo il padrone? Scioperiamo un giorno o due a settimana per poi tornare a farci massacrare sulle linee?
Stiamo scioperando per le trasferte obbligate (400 a Termoli, 120 ad Atessa, 1000 a Pomigliano e altre centinaia che verranno mandati in Val di Sangro)? Stiamo scioperando per l’assoluta mancanza di diritti del lavoratore? Stiamo scioperando per il massacro che avviene ogni giorno e per un futuro che è lontano dalle aspettative dei firmatari incapaci? Stiamo scioperando per le differenze che si fanno tra i trasfertisti, quelli con le spalle coperte hanno sempre l’alloggio vicino allo stabilimento con servizio navetta, i figli di nessuno devono sempre arrangiarsi? Siamo tutti uguali, la parentela o l’amico sindacalista non servirà a niente quando ci ritroveremo per strada, usiamo il cervello e ragioniamo in modo unitario. Stiamo scioperando per i continui licenziamenti incentivati e per gli accordi che questi incapaci hanno firmato mentre durante le assemblee urlavamo tutta la nostra disapprovazione?
Per questo motivo non dobbiamo farci intimorire dalle voci che i sindacalisti stessi mettono in giro durante gli scioperi. Cos’altro possono fare per spaventarci? Sulla linea ho sentito parlare dai sindacalisti di liste nere, di elenchi che racchiudono il nome di tutti i partecipanti allo sciopero e di azioni da intraprendere diverse dallo sciopero e altre puttanate che i sindacati inventano cercando di ridurre l’adesione. Ma le liste nere le possiamo contrastare proprio con la lotta, con gli scioperi. Se stiamo zitti ci cucinano poco alla volta come stanno facendo, ma sfruttandoci fino all’osso per non perdere un euro di profitto fino a quando serviamo per arricchirli. I sindacati proclamano lo sciopero senza presiederlo e allo stesso tempo invitano gli schiavi a lavorare per evitare problemi.
Siamo noi a dover creare problemi al padrone. Bisogna fermare la produzione per fare danno al padrone. Non ci dobbiamo fermare con la mobilitazione se prima non ci sono accordi presi alla presenza degli operai.
Le auto elettriche che verranno (forse) assemblate a Melfi non garantiscono un futuro, forse serviranno solo ad accompagnare lo stabilimento al collasso e ricollocare queste produzioni all’estero.
Con la fame che c’è chi compra auto che costano decine di migliaia di euro?
Dove sono i delegati, i segretari, tutti i corrotti che hanno contribuito a questo schifo?
Via tutte le tessere, nessuno è degno di rappresentarci.
Basta con le pagliacciate, gli scioperi devono continuare senza paura.
L’unico elemento positivo di questo schifo è la presenza sulla linea di gente che finora grazie a presunte limitazioni mai verificate e parentele ormai note a tutti non hanno mai mosso un dito, ora finalmente anche loro sanno cosa vuol dire la catena di montaggio e sono i primi a scioperare.
Ninco Nanco, operaio Melfi

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