LEZIONI AMERICANE

In questi giorni stiamo assistendo ad una ripresa delle agitazioni negli stabilimenti di Stellantis di Pomigliano e Melfi. La necessità di lottare per migliori condizioni di lavoro e per aumenti salariali non ha confini e si può imparare gli uni dagli altri.
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In questi giorni stiamo assistendo ad una ripresa delle agitazioni negli stabilimenti di Stellantis di Pomigliano e Melfi. La necessità di lottare per migliori condizioni di lavoro e per aumenti salariali non ha confini e si può imparare gli uni dagli altri.

Gli operai metalmeccanici iscritti al UAW (Sindacato Operai settore Auto) entrano formalmente oggi (19/09/23) nel quinto giorno di sciopero. Uno sciopero che per metodo non ha nessun precedente negli Usa nella lotta tra operai e padroni.
Meno di 13 mila operai iscritti al UAW hanno infatti, venerdì 15 settembre ’23, allo scadere del mancato rinnovo contrattuale bloccato la produzione nei rispettivi stabilimenti. Si tratta di una minoranza meno del 10% dei 146 mila operai membri UAW.
La novità nel metodo riguarda i padroni coinvolti, Ford, General Motors e Stellantis, si sono infatti visti bloccare la produzione contemporaneamente in almeno uno stabilimento di loro proprietà!
La prima vittima illustre di questa lotta operaia è l’attuale inquilino della Casa Bianca. L’uomo più potente del pianeta infatti si ritrova come l’asino di Buridano, impossibilitato a precettare gli operai del settore auto, come fece con i ferrovieri in lotta nel dicembre 2022 , dalla vicinanza delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Biden cerca di barcamenarsi tra la necessità dei finanziamenti elettorali padronali e perdere la possibilità di avere i voti operai schierandosi, come fece con i ferrovieri in sciopero, apertamente con i padroni.
Ha inviato solo due membri del proprio staff come osservatori, per cercare di conciliare le posizioni.
Pur essendo UAW un sindacato palesemente corrotto i cui massimi dirigenti hanno preso, anche di recente, mazzette per contenere la lotta degli operai è altrettanto evidente che in questo momento non riescono a frenare la determinazione degli operai iscritti e sono costretti a rappresentarne gli interessi concreti.
Un recente studio condotto dalla George Town University ha rilevato che tra il 1979 e il 2022, i salari annuali adeguati all’inflazione dell’1% dei lavoratori del livello più alto sono aumentati del 145%, mentre i salari medi annuali del 90% dei lavoratori più poveri sono aumentati solo del 16%.
I dirigenti di Stellantis, Ford e GM hanno ottenuto negli ultimi quattro anni, aumenti di oltre il 40%.
Una delle richieste principali, insieme ad un aumento salariale del 46% spalmato su 4 anni, la riduzione dell’orario settimanale a 32 ore a parità di salario, l’abolizione del doppio sistema retributivo, è il ripristino dell’adeguamento salariale all’aumento dei prezzi al consumo (COLA) sospeso durante la crisi del 2008. A causa di questa sospensione gli operai hanno avuto perdite nel solo 2022 di circa $30.000 come riportato da una chat operaia (CLICCA QUI). Di fronte a questi numeri e considerando i profitti record delle tre case automobilistiche sarà difficile per il UAW svendere la lotta e le richieste degli operai, rischia che l’onda che cercano di cavalcare travolga i burocrati del sindacato in maniera definitiva.
La scelta di bloccare la produzione in soli tre stabilimenti con un numero esiguo di operai, anche se a prima vista può sembrare irrilevante, sta avendo successo. La produzione “just in time” prevede, per ridurre i costi logistici, pochissime o zero scorte. Il blocco della produzione anche di un solo giorno ha costretto Ford a “mettere in libertà” 600 operai di uno stabilimento del Michigan per mancanza di componenti.
La GM ha annunciato che lascerà a casa circa 2000 operai dello stabilimento di Fairfax Assembly in Kansas, per lo stesso motivo, mancanza di componenti a causa dello sciopero. I padroni tentano come al solito di alimentare lo scontro tra operai, la paga minima prevista per messa “in libertà” non sarà corrisposta agli operai, si comincia anche ad additare gli operai in lotta come elementi anti patriottici, poiché lo sciopero andrebbe a vantaggio della concorrenza straniera che produce negli USA.
Per gli operai degli stabilimenti Stellantis di Melfi e Pomigliano dove affiorano i primi tentativi di ribellione, l’indicazione degli operai americani è chiara: i padroni qui, oppure oltre oceano, possono essere piegati colpendoli dove più gli duole, la produzione. Per bloccarla l’unica arma è lo sciopero!
Quale sindacato viene usato diventa irrilevante se gli operai sono uniti e consapevoli della loro incontestabile forza per imporre la loro piattaforma.
MC

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