Napoli, 7 maggio: video, foto, testimonianze di una “giornata particolare”

7 maggio–napoli–cariche–fascisti–testimonianze La giornata del 7 maggio, a Napoli, è sembrata più lunga del solito. Gli elementi per una storia avventurosa ci sono tutti:  un ministro che si blinda; un fascio-camorrista indagato e condannato più volte che provoca e aggredisce degli studenti in presidio; la polizia che -guarda caso- decide di caricare gli studenti; la polizia che carica ancora gli studenti che in giro per il centro storico volantinavano e comunicavano i gravi fatti della mattina; un giornalista di Napoli Urban Blog che viene malmenato e a cui viene impedito di filmare la scena da un vice questore che era […]
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7 maggionapolicarichefascistitestimonianze

La giornata del 7 maggio, a Napoli, è sembrata più lunga del solito. Gli elementi per una storia avventurosa ci sono tutti:  un ministro che si blinda; un fascio-camorrista indagato e condannato più volte che provoca e aggredisce degli studenti in presidio; la polizia che -guarda caso- decide di caricare gli studenti; la polizia che carica ancora gli studenti che in giro per il centro storico volantinavano e comunicavano i gravi fatti della mattina; un giornalista di Napoli Urban Blog che viene malmenato e a cui viene impedito di filmare la scena da un vice questore che era a piazza Alimonda nel 2001 e a Bagnoli il 1 maggio; un video in cui i cittadini testimoniano che la carica è stata brutale, premeditata e ingiustificata.

Ovviamente tra la verità e le notizie riportate dai pennivendoli c’è di mezzo un mare di bugie. Per questo abbiamo pensato di raccogliere materiale di vario tipo per ricostruire la giornata e infine, magari, cercare di far passare il messaggio per cui, alle 11 del mattino, ci siamo diretti fuori la Prefettura a piazza del Plebiscito, per poi tornare a casa con segni diNapoli - solidarietà studenti Milanomanganelli, segni di calci e pugni, ma con la consapevolezza, ancora più forte, che tutto questo va cambiato e subito!
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Oggi il nuovo ministro dell’istruzione Carrozza (che di “nuovo” ha davvero poco), aveva un tour napoletano per inaugurare una nuova stagione di sottrazzione di diritti, il tutto, probabilmente, da concordare simbolicamente con i rettori delle università campane, con cui era previsto l’incontro. Rettori come quello della Federico II che, ricordiamo, riguardo la questione delle borse di studio e il problema degli idonei non beneficiari, al fronte di un aumento della tassa regionale del 126%, si è dichiarato completamente inconsapevole!

Napoli - cariche

Abbiamo pensato, allora, che forse era giusto rinfrescargli la memoria e ricordare a tutti loro la situazione in cui siamo costretti a vivere nelle nostre università, a cui, ormai, è sempre più difficile accedere. 
Volevamo ricordargli in che modo il rettore Vago dell’università Statale di Milano, ieri ha risposto agli studenti che da anni lottano per riconquistare i diritti che loro stessi ci sottraggono (per i più pigri: chiamando la celere per sgomberare la libreria autogestita Ex-Cuem e facendo caricare gli studenti DENTRO l’università).

E infatti, l’abbiamo fatto! Anzi, sotto la Prefettura, ci siamo affiancati ad una trentina di ex dipendenti dei consorzi di Bacino. Peccato che a questi si siano aggiunti, all’isaputa degli studenti, alcuni nazifascisti e soprattutto Salvatore Lezzi, noto fascista, tra i fondatori a Napoli della formazione nazifascista Forza Nuova, a processo nel 2003 per aver chiesto tangenti ai disoccupati delle cooperative in combutta con camorristi. Questi hanno effettuato provocazioni verbali e non, saluti romani e lanciato un casco contro i manifestanti. A quel punto la tensione è salita e la polizia ha violentemente caricato più volte gli studenti (a differenza dei fascisti che avevano la libertà di muoversi nella piazza e attraversare il cordone di polizia), ferendone molti e “prelevando” con la forza degli altri.

Sono stati tutti rilasciati, ma non prima di aver subito nei locali della studente in bici appena arrivatoPrefettura intimidazioni fisiche e verbali e finanche danneggiamenti agli effetti personali da parte delle forze dell’ordine. Ma è evidente: si trattava di pericolosi criminali dotati di berretto e zaino, con dentro addirittura un panino! E quindi via al 7 contro 1. Comunque non ci preoccupiamo, la Carrozza ha dichiarato che è disposta al dialogo, ma non con “i violenti”. Non pensiamo che la celere fosse interessata ad incontrare il ministro dell’Istruzione, ma ad ogni modo mi sa che dovrete prendervi un altro appuntamento!
A testimonianza della violenza della celere, che ha permesso ai fascisti di continuare a provocarci e aggredirci c’è questo video della seconda carica, iniziata dopo il lancio di un casco da parte di Salvatore Lezzi.

A quel punto ci siamo diretti in università per una conferenza stampa e poi abbiamo ritenuto indispensabile fare un corteo per il centro, volantinando e facendo interventi su quello che era successo la mattina. Le persone erano interessate e si fermavano a chiedere e a darci solidarietà e forse questo non è piaciuto a Digos, Questori e servi che hanno deciso di caricarci, a freddo, mentre salivamo S.Sebastiano (per i non napoletani: è una strada abbastanza in salita.

Significa che ci hanno caricato non solo a freddo, ma dall’alto verso il basso, correndoci contro e facendoci scappare all’indietro, finenedo su macchine, pali, fioriere.)

Purtroppo non ci sono troppe immagini, ma singolare èquesto video in cui il Vicequestore Fiorillo aggredisce un giornalista di Napoli Urban Blog che stava riprendendo la carica. E pure in asssenza di foto, ci rimangono addosso i “segni” della giornata, che sono a forma di manganello, a forma di scarpe e di pugni.

 

manganellata manganellata2 pugno in faccia
segni lasciati dalle manganellate segni lasciati dalle manganellate segni lasciati dal pugno in faccia

Ma cosa ci dice il nome di quello che apparentemente poteva sembrare un inesperto funzionario e che invece è proprio il Vicequestore di una città così grande come Napoli? Il suo nome ci riporta al 2001, a Genova, a piazza Alimonda. E quindi non ci meravigliano più le cariche a freddo di San Sebastiano, i calci e pugli in faccia, i pesanti maltrattamenti subiti dai compagni fermati la mattina, il pestaggio del giornalista di Napoli Urban Blog e tutto il resto. Perchè se ha permesso il massacro di Genova 2001, se hai assistito all’assassinio di Carlo Giuliani e dopo affermi di non ricordare, allora niente potrà mai meravigliarci su quest’uomo. Nel comunicato stampa del Supportolegale al Genova Legal Forum per l’udienza n.37 si evidenzia come: “Il vice questore aggiunto Maurizio Fiorillo della questura di Napoli, uno dei due funzionari presenti in piazza Alimonda, specifica invece subito di non ricordare quasi niente, tanto che perfino il PM registra la stranezza di questo vuoto di memoria, sottolineando la straordinarietà di quei giorni, “indimenticabili” per chiunque”. D’altronde le uniche parole di Fiorillo su Carlo Giuliani furono: “Su come fosse vestita la persona morta, posso dire soltanto come l’ho vista in terra perché da lontano ho notato solo dei movimenti. Indossava un passamontagna nero che copriva il volto; questo è stato tolto da noi quando sono venuti i medici rianimatori. Abbiamo notato immediatamente che aveva un buco in fronte o qualcosa del genere; al momento sulla fronte non c’era molto sangue e, quindi, poteva sembrare opera anche di una pietra. Infatti, ricordo che a terra c’erano delle pietre – a parte l’estintore – ma non ricordo se una di esse fosse insanguinata”.
Qui trovate una ricostruzione fatta da Nicola Angrisano.

Ma quello che ci interessa, ovviamente, è decostruire le falsità dei giornali, far arrivare il messaggio per cui era iniziata la giornata e capire cosa ne pensavano le persone presenti al momento della carica pomeridiana di via San Sebastiano. Così qualche ora dopo siamo tornati lì e abbiamo chiesto a negozianti e abitanti del posto cosa ne pensassero. Le testimonianze sono molto chiare e a noi favorevoli. E questo ci rincuora, perchè se i “nostri” politici in risposta a tutto quello che sta succedendo in Italia negli ultimi anni (ma anche solo pensando agli ultimi giorni ci sarebbe molto da scrivere!)riescono solo a pensare di inasprire i sistemi di repressione e controllo, sappiamo, invece, che riceviamo sempre più consenso di studenti, lavoratori e disoccupati, che questa crisi la vivono tutti i giorni, sulla propria pelle. Ed è proprio a loro che ci rivogliamo ed è a loro che chiediamo di unirsi a noi, di organizzare giorno per giorno focolai di resistenza che speriamo, un giorno, possano arrivare sul serio a cambiare le cose

Leggi anche:
– La polizia all’università, gli studenti in mezzo a una strada. Solidarietà ai compagni di Milano!
– La Repubblica dei manganelli
– Articolo e intervista su Radio Onda D’Urto
– Crisi e lotte sociali. Le preoccupazioni dei servizi segreti

ULTIMO AGGIORNAMENTO ( MERCOLEDÌ 08 MAGGIO 2013 13:40 )

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