UE, GERMANIA, FRANCIA, ITALIA

RASSEGNA STAMPA Frustrazione verso Parigi – I parametri di una crisi franco-tedesca Majid Sattar, Berlino –       L’aspra critica espressa la scorsa settimana dal congresso del Partito socialista francese,  al governo, contro la politica di risparmio della Cancelliera Merkel (CDU) (definita “egoistica inflessibilità”) è considerata a Berlino solo come indicatore del clima tra i due paesi; o   più preoccupante il fatto che Francia e Germania non riescano a elaborare una sostanziale iniziativa comune per rafforzare l’integrazione della UE, come da esse concordato a gennaio, in occasione del giubileo del Trattato dell’Eliseo. –       Parigi e Berlino stanno ora cercando di definire […]
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RASSEGNA STAMPA

Frustrazione verso Parigi – I parametri di una crisi franco-tedesca

Majid Sattar, Berlino

       L’aspra critica espressa la scorsa settimana dal congresso del Partito socialista francese,  al governo, contro la politica di risparmio della Cancelliera Merkel (CDU) (definita “egoistica inflessibilità”) è considerata a Berlino solo come indicatore del clima tra i due paesi;

o   più preoccupante il fatto che Francia e Germania non riescano a elaborare una sostanziale iniziativa comune per rafforzare l’integrazione della UE,

come da esse concordato a gennaio, in occasione del giubileo del Trattato dell’Eliseo.

       Parigi e Berlino stanno ora cercando di definire comuni parametri per la competitività,

       che dovrebbero servire a superare gran parte delle divergenze tra i paesi in crisi del Sud e quelli più stabili.

       I circoli governativi tedeschi confermano, a livello non ufficiale, che la Francia non propone nulla per definire comuni parametri per misurare la competitività.

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Faz      130319

Eurozona – L’Unione monetaria divisa

Holger Steltzner

In occasione del vertice dei capi di Stato e di governo UE, di marzo

       All’accusa espressa dal presidente francese Hollande contro il diktat di risparmio tedesco, e alla sua richiesta di impulso alla crescita,

 

ha risposto il presidente BCE, Draghi:

       L’unione monetaria è divisa: paesi come la Germania sono competitivi e hanno un costo del lavoro favorevole;

       in altri la produttività lascia a desiderare, il costo del lavoro è troppo alto.

       Draghi ha presentato grafici sull’andamento di salari e competitività, nell’area euro; di seguito in particolare quelli riguardanti Germania, Francia e Italia.

 [vedi allegati]

 

 

[nel secondo allegato le tabelle più complete della Commissione UE]

Faz      130430

Visita inaugurale alla Cancelliera Merkel  – Letta cerca il “maggior accordo” possibile

       Prima visita del nuovo primo ministro italiano, Letta, a Berlino:  Per superare la crisi del debito, Letta vuole cooperare  strettamente con la Germania. L’Europa ha sempre avuto risultati importanti “quando Germania e Italia hanno proceduto assieme”.

Letta: “Usciremo rafforzati da questa crisi”. Ha ribadito che il nuovo governo ha un forte orientamento europeo, è per una maggiore integrazione dell’Europa e per una politica europea di crescita per uscire dalla crisi economica.

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Faz      130424

Sull’unione monetaria senza illusioni

Philip Plickert

       La storia dell’euro è una storia di illusioni svanite:

       15 anni fa’ il parlamento tedesco ha approvato l’introduzione dell’euro, solo 35 i contrari;

       Il Cancelliere Kohl e il ministro Finanze Waigel assicurarono che i criteri di convergenza e stabilità sarebbero stati mantenuti strettamente. “Ogni paese sarà il solo responsabile dei propri debiti”,  Waigel.

       In un opuscolo del 1999, “Cosa ci costa l’Euro?”, la CDU dichiarava: “La Germania deve pagare i debiti di altri paesi? No di certo!” Il Trattato di Maastricht lo proibisce.

       Tutte promesse non mantenute: nella crisi dell’euro, dal maggio 2010 l’esclusione di responsabilità (nessun piano di salvataggio) è stata revocata. I contribuenti europei ora devono pagare diverse centinaia di miliardi di € per i prestiti di emergenza ai paesi in crisi, i quali intanto sono tormentati da programmi di risparmio, e sono finiti in una spirale in discesa di tagli e recessione …

       contro la quale cresce nel Sud e nel Nord la rabbia.

       Anche in Germania è nato un partito euro critico “Alternativa per la Germania, che registra una forte affluenza;

       da recenti sondaggi sembra possibile il suo ingresso in Parlamento, che esso riuscirà possa entrare.

       Sua principale argomentazione:

       La politica di salvataggio, che si presume non abbia alternative, non ha salvato i paesi in crisi, quanto piuttosto i creditori, cioè banche e investitori, che avevano acquistato titoli. I rischi vengono spostati sui contribuenti:  circa €200 MD dei €300 MD di debiti greci.

       Alternativa per la Germania propone una dissoluzione ordinata dell’Euro.

       La dissoluzione dell’euro sarebbe molto costosa, economicamente e politicamente. Si dovrebbero invece valutare costi e vantaggi, perché anche un’unione di responsabilità e trasferimento è molto costosa per la Germania.

       Vantaggi indiscussi dell’euro:

o   il risparmio derivante dall’eliminazione dei costi di cambio e di assicurazione, per le imprese tedesche almeno €30MD/anno nell’export nell’area dell’euro,

o   export che però è calato dal 1999, dal 46 al 37%.

       La grande industria orientata all’export è tra coloro che ne traggono vantaggio e perciò loda l’euro.

       Se si uscisse improvvisamente dall’euro, la nuova valuta tedesca verrebbe fortemente rivalutata; da vari studi risulta che per la Germania l’euro e sottovalutato, e questo gonfia il settore tedesco volto all’export.

o   Se la rivalutazione fosse lenta potrebbe essere affrontata bene: il Marco tedesco (DM) si è rivalutato in continuazione per 5 decenni, e questo ha costretto l’industria a divenire più produttiva e innovativa; viaggi e import diverrebbero più favorevoli per i consumatori tedeschi.

       Alternativa per la Germania propone un’uscita graduale dall’euro, con l’introduzione di valute parallele prima nel Sud Europa, che si svalutano gradualmente.

       I partiti tradizionali devono opporsi alla tentazione di presentare gli euroscettici come “nemici dell’Europa”.

Nel 1995, il grande liberale Ralf Dahrendorf: “L’unione monetaria è un grande errore, un obiettivo avventuroso, temerario e sbagliato che non unisce ma divide l’Europa”.

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