Questo è stato il messaggio con cui l’azienda ha voluto chiudere senza possibilità di replica i Townhall Meeting dei giorni scorsi; un messaggio chiaro, forte e minaccioso che racchiude tutto l’imperio padronale.
Sarebbe curioso conoscere in dettaglio quali sono per l’azienda le responsabilità che dovrebbero prendersi i lavoratori ma non è questo che intendiamo mettere a fuoco in questo momento.
Quel che vogliamo invece evidenziare sono gli aspetti che hanno dominato e caratterizzato queste “assemblee aziendali”, “assemblee” che hanno consegnato ai lavoratori solo informazioni generiche e al tempo stesso centellinate:
L’approccio nervoso e le dichiarazioni minacciose con cui l’azienda ha condotto tutti gli incontri denotano debolezza e difficoltà per un contesto che l’azienda non sa più “controllare” e sono un messaggio diretto a tutti i lavoratori.
Un direttore di stabilimento che all’interno di un meeting aziendale occupa gran parte del proprio intervento in questioni sindacali, tra l’altro alla presenza di delegati e dirigenti sindacali e senza aprire agli interventi, compie deliberatamente un gesto di invasione di campo nel tentativo di dimostrare a tutti chi è il Padrone.
Non c’è “..difficoltà a raccontare quel che succede nelle produzioni..” come si affanna a dichiarare l’azienda ma c’è la volontà precisa di spaventare i lavoratori quando si afferma che “..i clienti vogliono capire quali ambienti sono sani e quali no..” e quando si fa terrorismo paventando possibili trasferimenti delle Produzioni.
Tutto questo ha il preciso obbiettivo di scoraggiare qualsiasi tentativo di rivendicazione sindacale e di allineare e controllare i lavoratori sotto la continua minaccia del posto di lavoro!
Occorre quindi essere chiari. I nostri obiettivi non sono quelli di essere corporativi e “fare la guerra” che vorrebbe farci fare l’azienda. I nostri obiettivi sono quelli di costruire percorsi di solidarietà tra lavoratori per un mondo che non sia dominato dal diktat del profitto ad ogni costo. Per questo motivo continueremo a lavorare per un sindacato che non stia al guinzaglio delle aziende.
Comments Closed