GRECIA

RASSEGNA STAMPA Compatti sotto direzione tedesca Il presidente dell’europarlamento, il tedesco Martin Schultz, parlamentari tedeschi e rappresentanti della Commissione UE: attenzione a non inimicarsi i paesi UE, non è accettabile che la Grecia in cambio di aiuti finanziari rinneghi la politica sanzionatoria della UE contro la Russia, che metta a rischio la posizione unitaria dell’Europa per la politica verso la Russia. UE/Germania vogliono impedire che la Russia conquisti delle posizioni; per alcuni esperti la Grecia usa la Russia solo per migliorare la propria posizione, una specie di poker del potere. –      Altri esperti paventano per la questione greca quanto […]
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RASSEGNA STAMPA

Compatti sotto direzione tedesca

Il presidente dell’europarlamento, il tedesco Martin Schultz, parlamentari tedeschi e rappresentanti della Commissione UE: attenzione a non inimicarsi i paesi UE, non è accettabile che la Grecia in cambio di aiuti finanziari rinneghi la politica sanzionatoria della UE contro la Russia, che metta a rischio la posizione unitaria dell’Europa per la politica verso la Russia.
UE/Germania vogliono impedire che la Russia conquisti delle posizioni; per alcuni esperti la Grecia usa la Russia solo per migliorare la propria posizione, una specie di poker del potere.

–      Altri esperti paventano per la questione greca quanto accaduto con Cipro, che ricordano che a fine febbraio ha stretto un patto militare con la Russia in cambio di aiuti finanziari (utilizzo del porto di Limassol e della base aerea “Andreas Papandreou”, per cui in futuro le navi e i caccia da guerra russi potranno utilizzarli, sia per “operazioni umanitarie” che per “situazioni di crisi”.

Questo da nuovo spazio di manovra alla marina russa nel Mediterraneo, e allarga notevolmente il raggio di azione dell’aeronautica, in senso opposto agli sforzi della Ue di indebolire la Russia.

–      Con la Russia oltre ad aiuti finanziari diretti sono in discussione anche altre misure, come l’esclusione della Grecia dalle contro-sanzioni russe, per l’export di prodotti agricoli greci; la perdita attuale per la Grecia è calcolata in 500 milioni di €;

si parla poi soprattutto di una cooperazione greco-russa per il settore del gas.

–      Nel 2013 il governo greco aveva detto NO all’ingresso di Gazprom nel gruppo greco Depa, e il governo attuale è contrario per principio alla vendita di asset statali;

–      ci sarebbe però la possibilità di concedere a gruppi russi diritti di esplorazione per giacimenti di petrolio e di gas che si trovano davanti alla costa greca e a Creta;

–      inoltre Atene offre a Mosca di  cooperare nel progetto di oleodotto Turkish Stream, che dovrebbe sostituire South Stream che doveva portare il gas siberiano in Bulgaria passando nel Mar Nero, e che è stato fermato a causa della politica di ostruzionismo della UE.

–      mentre Turkish Stream trasporterà il gas in Turchia.

–      La cosa non è ben vista dalla UE dato che in tal modo la Turchia, con la quale da anni c’è un crescendo di tensioni, accresce il proprio peso sul rifornimento di gas all’Europa.

Ora con il nuovo gasdotto Atene si offre per far continuare il trasporto di gas dalla Turchia ai paesi del Sud Europa. Ma anche questo non è accolto positivamente dalla UE perché il governo di Atene  acquisirebbe maggiore influenza.
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Economist     150411

Grecia e Russia – Tempi disperati

Viaggio di Tsipras a Mosca:

Tsipras ha accolto la proposta russa del gasdotto su territorio greco e ha criticato le sanzioni europee, come d’altra parte aveva fatto anche addietro.

il viaggio di Tsipras a Mosca – a fronte di un aumento della disoccupazione e della recessione – è stato un tentativo di mantenere alto il consenso interno, e ammorbidire la frazione di sinistra, critica verso i negoziati per un nuovo salvataggio UE e FMI. Ma la priorità del governo è un accordo con i creditori per €7,2MD di prestiti ed evitare il default. Per il secondo mese consecutivo c’è difficoltà a trovare liquidi per pagare pensioni e stipendi.

A Putin la Grecia interessa soprattutto per il gas, il gasdotto Turkish Stream (Turchia Occidentale, Grecia, Macedonia, Serbia e Ungheria).

Come parte dell’accordo Grecia-Russia, i gruppi statali russi dei trasporti vorrebbero acquistare le ferrovie statali greche e il porto di Tessalonica, proposta respinta nella precedente amministrazione da Taiped, l’agenzia greca per la privatizzazione.

Vi sono interessate anche società  cinesi; il gigante cinese delle spedizioni, Cosco, controlla già un terminal per container al Pireo, maggior porto greco, e trasporta le merci da esso verso il Centro Europa.

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Stratfor       150421

Nelle sue tesi sulla questione greca l’autorevole giornale è costretto a riconoscere:

–       che le teorie economiche del capitalismo (liberiste in questo caso) non sempre funzionano e in ogni caso la loro applicazione porta a risultati non voluti.

–      che il capitalismo ha uno sviluppo ineguale, fonte di diseguaglianze e contrasti di interesse tra paesi, ma anche all’interno dei singoli paesi;

–      che questi squilibri portano con sé il rischio di destabilizzazione sociale con tutte le conseguenze che può comportare …

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–      La UE soffre di enormi disparità nel ritmo di accumulazione della ricchezza, i suoi paesi non si comportano come la teoria (ricardiana) prevede, e questo crea squilibri geopolitici esternamente e divisione sociale all’interno. Il libero mercato ha conseguenze non volute. L’area di libero scambio è una necessità per la Germania più che per qualsiasi altro paese, perché la Germania esporta altrettanto di quanto consuma e le sue esportazioni finiscono per metà nell’area euro. Quello che i tedeschi temono non è l’uscita della Grecia ma l’istituzione di barriere doganali. La UE consente già tariffe agricoli e sussidi, se ne consente altre per la Grecia, dove si fermerà il processo? E d’altro canto cosa accade se la Grecia crolla socialmente?

 

La questione centrale del rischio di bancarotta greca è il futuro dell’area europea di libero scambio che, secondo le teorie dell’economista liberista Ricardo (1817), doveva avvantaggiare tutti i paesi.

–      Ma se il libero scambio non funziona non regge neppure la base su cui è stata costruita la UE. Il difetto della teoria di Ricardo è che considera un paese o un gruppo come ente integrato e non come entità costituite da interessi distinti e diversi.

C’è poi la questione dei tempi e delle conseguenze geopolitiche (sviluppo ineguale): un paese che sviluppa più velocemente la propria economia diventa anche più potente politicamente e militarmente. Una potenza che può essere utilizzata per imporsi su altri paesi …

(vedi Germania e Grecia)

Un’altra questione è la distribuzione interna della ricchezza (diseguaglianza sociale, classi), con possibilità di forti divari tra ristretti strati di popolazione molto ricchi e vasti strati molto poveri.
Dentro o fuori dall’euro, come fa la Grecia a pagare i suoi debiti senza scatenare ribellioni sociali, a estremismo politico e instabilità, come insegna la storia europea?

–      Bancarotta e chiusura del mercato del credito non vanno necessariamente di pari passo.

–      I greci potrebbero annunciare, (non offrire) la reintroduzione della dracma e ripagare il debito con questa moneta, su esempi di come ha fatto l’Ungheria.

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Sinistra anticapitalista      150419

Grecia, incertezze e primi movimenti dal basso

Henri Wilno, da npa2009.org, traduzione di Gigi Viglino

Nella situazione, in questo inizio di aprile, emergono tre punti importanti.

Il primo è il proseguimento dello strangolamento economico della Grecia. Il governo Tsipras è indietreggiato sulla maggior parte delle misure proposte nella campagna elettorale di Syriza.

–   Per ora Tsipras è ancora riluttante su alcuni punti, e annuncia anche il varo di alcune misure sociali, come ultimamente l’assunzione di 4500 operatori della sanità e la soppressione del ticket ospedaliero.

i ministri greci moltiplicano le dichiarazioni contraddittorie, poi smentite: su alcune privatizzazioni, sulla capacità della Grecia di far fronte alle prossime scadenze, sulle manifestazioni anarchiche…

–   C’è una ragione di fondo alla base di questo: le contraddizioni interne di Syriza, tutta un’ala della quale non è disposta ad accettare i «compromessi dolorosi» di cui parlano alcuni funzionari del governo.

l’influente quotidiano economico inglese Financial Times scriveva il 5 aprile che molti dirigenti europei spiegano in privato che è necessaria una ristrutturazione del governo greco, con l’allontanamento della sinistra di Syriza e l’ingresso del partito centrista To Potami, e magari del Pasok. C’è un inizio di movimento dal basso. Una «carovana di solidarietà e di lotta», promossa da vari settori combattivi della Grecia del nord, si è conclusa con una manifestazione ad Atene il 6 aprile. Il 1° aprile si erano svolte ad Atene e in varie altre città manifestazioni di pensionate/i che chiedevano la restituzione dei loro diritti. Tali mobilitazioni sono ancora limitate, ma lo sviluppo del movimento dal basso – e la capacità della sinistra radicale dentro e fuori Syriza di legarvisi e di allargarlo – è decisivo.

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