SCONTRO CGIL-FIOM

Redazione di Operai Contro, E’ uno scontro imprevisto quello che contrappone nuovamente Maurizio Landini e Susanna Camusso. Una rottura imprevista perché Camusso e Landini si erano accordati per una gestione unitaria del congresso Cgil che si è appena aperto e nel quale, addirittura, erano state concordate le percentuali di composizione degli organismi dirigenti. Un patto di grande coalizione che superava la contrapposizione dello scorso congresso – in cui l’area di Landini ottenne il 17% – e che ha lasciato fuori solo la piccola opposizione di Giorgio Cremaschi e dellaRete 28 aprile. Ora, però, sull’accordo sulla rappresentanza siglato venerdì 10 da Cgil, Cisl e Uil con Confindustria, si è consumata […]
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Redazione di Operai Contro,

E’ uno scontro imprevisto quello che contrappone nuovamente Maurizio Landini e Susanna Camusso.

Una rottura imprevista perché Camusso e Landini si erano accordati per una gestione unitaria del congresso Cgil che si è appena aperto e nel quale, addirittura, erano state concordate le percentuali di composizione degli organismi dirigenti.

Un patto di grande coalizione che superava la contrapposizione dello scorso congresso – in cui l’area di Landini ottenne il 17% – e che ha lasciato fuori solo la piccola opposizione di Giorgio Cremaschi e dellaRete 28 aprile.

Ora, però, sull’accordo sulla rappresentanza siglato venerdì 10 da Cgil, Cisl e Uil con Confindustria, si è consumata una nuova spaccatura. Landini si è sentito tradito perché la nuova intesa modifica la struttura di quella concordata lo scorso 31 maggio.

Landini lo scorso maggio si era detto pienamente d’accordo con la Camusso

La Costituzionestabilisce (art. 39) che i contratti firmati dai sindacati hanno “efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”. E’ la clausola “erga omnes” per cui i contratti si applicano a tutti i lavoratori indistintamente.

Ma chi stabilisce l’effettiva rappresentatività di chi firma i contratti? Nessuno. E quindi succede, come è successo alla Fiat, che quando un sindacato molto importante, ad esempio la Cgil, non firma un contratto, si apra uncontenzioso infinito. Non esiste una legge ad hoc, se non nel pubblico impiego e questo è uno dei motivi per cui la Fiat è uscita da Confindustria che, per ovviare al problema, nel 1993 aveva firmato degli accordi ritenuti non più vantaggiosi da Marchionne. Fino a che Cgil, Cisl e Uil andavano a braccetto il tema non si è mai posto. Ma da quando è sorta la pratica degli accordi separati, il problema, come si è visto alla Fiat, si è posto seriamente.

La scorsa settimana Cgil, Cisl e Uil, insieme a Confindustria, hanno definito il Regolamento finale sulla rappresentanza (su cui un’intesa preventiva era stata firmata il 31 maggio) con l’individuazione di un sistema di certificazione dei consensi ottenuti dai sindacati (incrocio tra iscritti e voti ottenuti alle elezioni Rsu), una soglia di sbarramento (5% per ciascuna sigla sindacale) e la regola che i contratti siano validi quando ottengono la firma del 50% più uno della rappresentanza sindacale (di categoria o aziendale). Infine, qui c’è il nodo decisivo, hanno anche deciso che una volta firmati questi accordi i sindacati devono rispettarli (si chiama “esigibilità degli accordi”) pena “sanzioni, anche con effetti pecuniari” o “che comportino la temporanea sospensione di diritti sindacali”. Le parole virgolettate non erano presenti nell’accordo di maggio ma sono presenti nel Regolamento approvato la scorsa settimana.

In caso di contrasto all’interno delle varie categorie i tre sindacati confederali hanno deciso la costituzione di “un collegio di conciliazione e arbitrato composto, pariteticamente, da un rappresentante delle organizzazioni sindacali confederali interessate e da altrettanti rappresentanti della Confindustria”.

Una soluzione che non lascia scampo alla Fiom se ci dovessero essere nuove divergenze e che motiva la furia di Landini.

La Cgil risponde che l’intesa siglata definitivamente rispecchia gli accordi precedenti e si dice stupita della reazione della Fiom. (LEGGI QUI I DOCUMENTI COMPARATI). Lo scontro è destinato a esplodere nel direttivo Cgil convocato per venerdì 17 gennaio e assume un risvolto anche politico.

Un operaio FIAT

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