RENZI IL RIBELLE NEOSEGRETARIO DEL Pd

Redazione di Operai Contro, tutti parlano dei fascisti che strumentalizzano la protesta dei Forconi La realtà è che oggi un fascista è il segretario del Pd e le sue proposte di miseria sono osannate come quelle di un piccolo genio. Dopo la proposta di abolire le pensioni di reversibilità, Renzi passa al bastone per i precari. Renzi ha già annunciato che entro un mese sarà pronto il «job act», il testo che dovrebbe rivoluzionare le regole. A lavorarci sono in tanti: Yoram Gutgeld, deputato e spin doctor economico di Renzi; ma anche la responsabile Lavoro Marianna Madia; il responsabile […]
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Redazione di Operai Contro,

tutti parlano dei fascisti che strumentalizzano la protesta dei Forconi

La realtà è che oggi un fascista è il segretario del Pd e le sue proposte di miseria sono osannate come quelle di un piccolo genio.

Dopo la proposta di abolire le pensioni di reversibilità, Renzi passa al bastone per i precari.

Renzi ha già annunciato che entro un mese sarà pronto il «job act», il testo che dovrebbe rivoluzionare le regole. A lavorarci sono in tanti: Yoram Gutgeld, deputato e spin doctor economico di Renzi; ma anche la responsabile Lavoro Marianna Madia; il responsabile Economia Filippo Taddei; il responsabile Welfare Davide Faraone; e, come supervisione politica, Maria Elena Boschi.
Idee chiave, abbattere i vecchi tabù, combattere il precariato, ridurre la burocrazia, semplificare le norme e riformare gli ammortizzatori sociali. Domani, in segreteria, partirà la discussione. Spiega Faraone: «La stella polare è il modello scandinavo, la flexsecurity, che avevamo già lanciato 4 anni fa alla Leopolda. Bisogna riformare drasticamente, agendo su due binari paralleli: il lavoro e lo Stato sociale».

Il piano, a quanto si sa, è quello di introdurre un contratto a tempo indeterminato per i neoassunti, che non prevede la tutela dell’articolo 18 (reintegro o indennizzo in caso di licenziamento illegittimo): in questo caso sarebbe eliminato il reintegro e resterebbe solo l’indennizzo. L’articolo 18 sarebbe ancora valido per i contratti in essere, ma anche per i nuovi contratti, in alternativa a quelli «flessibili» che si vogliono introdurre.

Gutgeld previene le possibili obiezioni «Resta tutto, non vogliamo togliere nulla, vogliamo solo aggiungere. Non aboliamo l’articolo 18, non aboliamo i contratti a progetto e non aboliamo i contratti a tempo indeterminato. Anzi. Quello che si vuole è guardare la realtà: spesso c’è un uso improprio dei contratti a progetto. E il contratto a tempo indeterminato è diventato un’araba fenice. Vogliamo aiutare i giovani e dare un’alternativa al deserto della precarietà».

La soluzione, dunque (vicina alla vecchia proposta Ichino), è quella di un contratto indeterminato di inserimento, «alternativo non al tradizionale contratto a tempo indeterminato, che rimane, ma al precariato». Gutgeld spiega che «potrà esserci anche una dinamica negoziale positiva con i datori di lavoro: per esempio, io potrei accettare un contratto con meno protezione, in cambio di una retribuzione più alta».
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