Redazione di operai Contro
Nelle televisioni italiane non sta passando alcuna immagine. Ma da giovedì della scorsa settimana centinaia di manifestanti si scontrano con la polizia al Cairo e nelle principali città egiziane.
Le scene fanno tornare alla memoria la primavera araba, quando gli scontri di piazza fecero cadere Mubarak.
I militari furono presi alla sprovvista dalle rivolte del 2011 e furono costretti a liquidare il loro capo, Hosni Mubarak. Dopo l’intermezzo dei fratelli mussulmani, sono ora nuovamente al governo. Invero il potere economico della società non l’avevano mai ceduto, fabbriche e agglomerati industriali sono di proprietà dell’esercito. E per tenere ben stretto questo controllo dal 26 novembre una nuova legge vieta manifestazioni improvvise e persino riunioni di partiti e organizzazioni, dando alla polizia, la stessa che due anni fa dovette essere messa da parte per i violenti interventi contro i manifestanti, libertà completa nella repressione.
Ieri le proteste sono riprese violentissime e gli arrestati sono numerosi. Nelle manifestazioni ci sono ovviamente anche i fratelli mussulmani che chiedono la libertà del loro leader, Mohammed Morsi, presidente eletto e deposto dai militari con, in pratica, un golpe che il resto del mondo neanche si degna di condannare. Tanti sono gli interessi economici che le grandi potenze europee e Usa da sempre hanno intessuto con la borghesia militare. Ma nelle manifestazioni che quasi immediatamente sfociano in violenti scontri, non ci sono solo i Fratelli mussulmani che vorrebbero tornare al governo. Ci sono anche studenti e operai, un fronte rivoluzionario ben esteso, come testimoniano i numerosi scontri nei distretti industriali di Alexandria, Suez, Assuan oltre che del Cairo e alcuni video che girano in rete come questo http://www.youtube.com/playlist?list=PL9RoH8874lRXQvykzlP_QiuO3DBdyNTNU .
Tutte le richieste del 2011 e i problemi aperti dalla crisi che né Morsi e il suo governo, né i generali apparentemente ripuliti hanno risolto, sono nuovamente negli slogan dei manifestanti.
La rivoluzione fa un altro passo in avanti.
Roberto
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