IL COLPO (FINANZIARIO) DI STATO

Redazione di Operai Contro, chi sostiene in maniera partigiana l’esercito in Egitto o è male informato o è coglione. Il nuovo premier Hazem el Beblawi è un banchiere. Il Fondo Monetario Internazionale ha promesso 4 miliardi in prestito all’Egitto. Ora quei soldi sono in buone (loro) mani. Altro che Monti. Il vicepremier El Baradei è stato sino al 2009 a capo dell’AIEA, l’agenzia per il controllo (occidentale) sul nucleare (mediorientale) tra i principali fautori delle guerre fantoccio in Iraq e Afghanistan. I Fratelli Mussulmani mantengono i preziosi ministeri degli Interni e soprattutto degli Esteri, così Israele può tirare un […]
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Redazione di Operai Contro,

chi sostiene in maniera partigiana l’esercito in Egitto o è male informato o è coglione.

Il nuovo premier Hazem el Beblawi è un banchiere. Il Fondo Monetario Internazionale ha promesso 4 miliardi in prestito all’Egitto. Ora quei soldi sono in buone (loro) mani. Altro che Monti. Il vicepremier El Baradei è stato sino al 2009 a capo dell’AIEA, l’agenzia per il controllo (occidentale) sul nucleare (mediorientale) tra i principali fautori delle guerre fantoccio in Iraq e Afghanistan.

I Fratelli Mussulmani mantengono i preziosi ministeri degli Interni e soprattutto degli Esteri, così Israele può tirare un altro sospiro di sollievo. Non che fosse in gioco chissà cosa, vista la dipendenza delle forze armate dagli Stati Uniti.

Il generale Sisi mantiene il suo ruolo di ministro della Difesa: e come poteva essere altrimenti?!

Due giorni fa, nella notte tra sabato e domenica, mujhaeddin (partigiani, in arabo) hanno fatto saltare una parte del prezioso gasdotto che collega Egitto e Giordania. Apriti cielo. Anzi, fuoco.

Con l’avallo di Israele (gli accordi di Camp David prevedono preventiva autorizzazione di Tel Aviv per le manovre militari egiziane nella zona) è partita la controffensiva militare dell’esercito “liberatore” sul Sinai.

Inoltre il valico di Rafah, unica scappatoia al mondo per i palestinesi, è serrato militarmente; diversi arresti sono stati compiuti all’aeroporto internazionale del Cairo nei confronti di palestinesi che stavano rientrando a Gaza per l’inizio del Ramadan. Gli ulteriori bombardamenti dei tunnel sotterranei al valico di confine aggravano la carestia di beni di prima necessità per la Palestina. L’ “amico” Morsi ne passava previo pagamento, così come Israele che se li fa pagare il doppio. E di soldi ne girano pochi.

Riporto da Nena News: “Tutto lascia prevedere un ulteriore sviluppo della campagna militare nel Sinai, con un appesantimento delle restrizioni nei confronti di Gaza. Secondo il quotidiano Gomhoriye, l’Esercito intende intensificare l’offensiva nel quadro di un piano pronto da tempo (approvato da Israele) che Morsi invece aveva congelato. L’obiettivo è evitare che gli attentati possano colpire anche la zona del Canale di Suez, una delle poche bombole d’ossigeno dell’Egitto alle prese con una devastante crisi finanziaria. La Banca Centrale riferisce con forte allarme che le riserve di valuta pregiata rappresentano meno di tre mesi di import e solo la metà sono in contanti. Secondo la banca d’affari Merryl Lynch, l’Egitto ha sei mesi di autonomia dopo i quali non riuscirà a pagare i debiti e i fornitori. Nasce anche da questo l’offensiva per strappare il Sinai ai jihadisti.”

( articolo completo su
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=80537&typeb=0&Palestinesi-di-Gaza-presi-di-mira-in-Egitto )

Altro che “rivoluzione”. Altro che “abbracciare questo popolo orgoglioso” come recitava il testo dell’ultimatum inviato a Morsi.

Il braccio armato del capitalismo ha messo sul trono un banchiere indispensabile per tenere in piedi un Paese tanto prezioso per l’imperialismo occidentale.

Operai la nostra solidarietà deve andare unicamente ad operai e lavoratori egiziani e palestinesi. Niente scuse.

Finanziari saluti Operai da Pavia

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