I GUAI DI MARCHIONNE: COSI’ FAN TUTTI

  Redazione di Operai Contro, Secondo le autorità Usa la società FCA avrebbe omesso di segnalare alcuni incidenti mortali o non lo avrebbe fatto entro i cinque giorni previsti dalla legge americana. Il dipartimento dei Trasporti aveva già messo sotto inchiesta Fiat Chrylser per aver atteso troppo a lungo prima di intervenire a riparare i difetti delle automobili. Riconoscendo di aver violato le regole, nei mesi scorsi Fca aveva concordato con il ministero il pagamento di una multa di 105 milioni. Ora le autorità Usa annunciano di voler ulteriormente indagare per verificare se “ci sono state altre mancanze” come […]
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Redazione di Operai Contro,

Secondo le autorità Usa la società FCA avrebbe omesso di segnalare alcuni incidenti mortali o non lo avrebbe fatto entro i cinque giorni previsti dalla legge americana. Il dipartimento dei Trasporti aveva già messo sotto inchiesta Fiat Chrylser per aver atteso troppo a lungo prima di intervenire a riparare i difetti delle automobili. Riconoscendo di aver violato le regole, nei mesi scorsi Fca aveva concordato con il ministero il pagamento di una multa di 105 milioni.

Ora le autorità Usa annunciano di voler ulteriormente indagare per verificare se “ci sono state altre mancanze” come appunto la mancata o ritadata segnalazione degli incidenti mortali. “Molto presto – ha annunciato il ministro Antony Foxx- conosceremo quale potrà essere l’ammontare complessivo della multa” che dunque potrebbe essere superiore ai 105 milioni già pattuiti. Ma i guai della FCA non finiscono qui
Gli operai degli stabilimenti Fca in Usa hanno  bocciato l’intesa trovata due settimane fa tra Marchionne e il leader del sindacato Uaw, Dennis Williams ( dire che è un gangster è poco).

A dire no sarebbero stati stabilimenti che hanno fatto la storia recente della rinascita di Chrysler dopo il fallimento. E’ il caso di Jefferson North, l’unico stabilimento automobilistico ancora presente nell’area urbana di Detroit, dove si produce il top dei suv della casa, il Grand Cherokee. “Ci avevano promesso che avrebbero equiparato le paghe dei nuovi assunti a quelle dei veterani e non è così”, ha spiegato alla stampa locale un’operaia di Jefferson.

Ancora più dura l’opposiozione a Toledo, in Ohio, nello stabilimento che, si dice, abbia fatto pendere la bilancia a favore di Obama nelle elezioni presidenziali. Qui l’87 per cento degli operai di linea avrebbe votato contro l’intesa. A far crescere il malconento le voci sul possibile trasferimento in un altro stabilimento, a Belvidere, della produzione del Cherokee. Voto contrario anche a Sterling Heights dove si teme il trasferimento della produzione della Chrysler 200.

Gli operai USA devono liberarsi della Uaw, come gli operai Turchi si  stanno liberando del sindacato padonale TM

Forse anche in Italia gli operai devono liberarsi dei sindacalisti mazzettari della UIL-CISL-CGIL e costruire una loro nuova comunità

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