ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN SICILIA: SI RIAPRONO I TEATRINI DELLA POLITICA

In Sicilia, con due settimane di ritardo rispetto al resto d’Italia, si stanno svolgendo le elezioni amministrative in diversi comuni dell’Isola. Quest’anno c’è una novità, non si voterà per le provincie, in precedenza abolite, ma solo per i comuni, comunque sono interessati quattro capoluoghi di (ex) provincie: Catania, Siracusa, Ragusa e Messina. Diversamente da altre volte, però, le elezioni siciliane non stanno attirando molto l’attenzione dei leader politici nazionali, Berlusconi e Letta hanno snobbato l’Isola e si sono concentrati più sul ballottaggio di altri “comuni chiave” nazionali, in Sicilia ci sono troppi “gatti da pelare”, meglio stare alla larga. […]
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In Sicilia, con due settimane di ritardo rispetto al resto d’Italia, si stanno svolgendo le elezioni amministrative in diversi comuni dell’Isola. Quest’anno c’è una novità, non si voterà per le provincie, in precedenza abolite, ma solo per i comuni, comunque sono interessati quattro capoluoghi di (ex) provincie: Catania, Siracusa, Ragusa e Messina. Diversamente da altre volte, però, le elezioni siciliane non stanno attirando molto l’attenzione dei leader politici nazionali, Berlusconi e Letta hanno snobbato l’Isola e si sono concentrati più sul ballottaggio di altri “comuni chiave” nazionali, in Sicilia ci sono troppi “gatti da pelare”, meglio stare alla larga. Solo Grillo si è buttato a pesce (ma non ha traghettato lo stretto a nuoto) nella competizione elettorale, con il suo camper ha attraversato l’Isola organizzando diversi comizi nei principali comuni dove si voterà Domenica e Lunedì prossimi. Forse ha bisogno di recuperare consensi, ma vuole anche serrare le fila tra gli scalmanati grillini locali che gli stanno dando del filo da torcere, troppo calati nella “politica locale”, fatta di accordi e compromessi. In Sicilia il Movimento 5 Stelle è, di fatto, nel governo della Regione, ma i risultati non sono proprio lusinghieri! Da i dati statistici risulta che la Sicilia è la regione con più sofferenze a causa della crisi economica, ed è ben comprensibile in un tessuto economico fragile e mal strutturato come quello siciliano! Allora non meravigliano le pessime notizie che scorrono sui notiziari regionali: la Sicilia è la regione più povera d’Italia, con una disoccupazione teorica di quasi il venti per cento (quella reale e ben maggiore), disoccupazione giovanile di quasi il cinquanta per cento, il più elevato squilibrio sociale, in una situazione di gravi mancanze infrastrutturali. Non solo: la dispersione scolastica sta aumentando notevolmente, ci sono famiglie che, come in passato, richiamano i loro figli delle scuole elementari o medie per lavorare nei campi per integrare i redditi familiari; aumentano in modo esponenziale le persone, anche locali, che frequentano le mense dei poveri, così come quelle che rovistano, dopo la chiusura, i mercati alimentari per procurarsi del cibo. Tutte queste notizie non le ho prese da un sovversivo organo contro informativo ma dal TG R Sicilia, quindi da organi infornativi ufficiali della regione siciliana, possibilmente, perciò la realtà può essere anche peggiore di quella descritta!

In questa situazione socioeconomica si svolgeranno le elezioni amministrative, si capisce allora perché i politici nazionali sono disinteressati alla realtà siciliana, quando non c’è più “trippa per gatti”… Soprattutto in certe  realtà difficili, come il comune di Messina alle prese con un grave dissesto finanziario, ma anche ambientale per il difficile smaltimento dei rifiuti, c’è poco da raccattare! E che dire del comune di Catania, più volte miracolato dal fallimento, cosi come la maggior parte dei comuni siciliani, tutti in dissesto finanziario, sempre salvati sul “filo del rasoio”. La Sicilia, si sa, è terra di miracoli ricorrenti, ma anche di contraddizioni! La provincia di Catania ha la più alta concentrazione di centri commerciali d’Europa, ma in tutta l’Isola si moltiplicano supermercati, centri commerciali e grossi punti vendita, da dove vengono tutti questi investimenti, c’entra qualcosa che il più importante proprietario catanese della grande distribuzione è inquisito per mafia?

Cosa dire della situazione economica e sociale della (ex) Provincia di Enna? Andando a spulciare le statistiche ufficiali si nota che la popolazione locale è diminuita inesorabilmente portandosi quasi a livello del 1870! I paesi dell’ennese si stanno spopolando soprattutto di giovani, visto che, nel contempo è anche considerevolmente invecchiata. Inoltre, in un area dove sono presenti cinque laghi artificiali e che “galleggia” letteralmente su falde acquifere, dipende quasi totalmente dall’esterno per l’approvvigionamento di frutta e verdura e mancano totalmente industrie di trasformazione dei prodotti agricoli! Che fine hanno fatto i fiumi di denaro destinati per le aree di sviluppo industriale ( ASI), c’entrano qualcosa con le inchieste che coinvolgono politici locali ?

Anche in diversi comuni del territorio di Enna si voterà Domenica e Lunedì prossimi,  compreso Leonforte, il paese dove abito, dove Grillo, Domenica scorsa, ha fatto irruzione in una piazza gremita, a sostegno di una candidata sindaco locale. Non voglio entrare nel merito di tutte le polemiche nate dal suo comportamento con la stampa durante il comizio, ma era ben comprensibile di come fosse del tutto scollegato con la realtà locale in quanto ha parlato solo di problematiche nazionali. Era evidente come fosse solo in cerca di consenso, ma anche di “legittimazione” poiché ha ripetuto continuamente che senza il suo movimento ci sarebbe stato il sovvertimento, il messaggio in codice era chiaro!  In realtà si comprende sempre più di come la democrazia rappresentativa, nel nostro sistema economica e sociale, non è altro che una scatola vuota riempita di parole vuote quali partecipazione, governo del territorio, servono solo per dare l’illusione alle persone di contare qualcosa! Solo con la partecipazione diretta della popolazione al processo produttivo si può avere una democrazia reale, ma ciò è impossibile se il controllo della produzione è nelle mani di pochi!  C’è da dire, però, che nel territorio ennese vi è stato un ricambio forzoso della classe politica locale:  tutti i “pezzi da novanta”, infatti, di ogni schieramento politico, sono inquisiti in varie vicende ed hanno lasciato le redini alle nuove leve. Sono cambiati i pupi, ma saranno cambiati i pupari? Non è dato di sapere! Allora, in tutti i paesi si sono moltiplicate le liste con una ampia presenza di giovani, anche a Leonforte, tutti criticano lo sviluppo urbanistico territoriale del paese, ma la maggior parte dei competitori politici hanno avuto “le mani in pasta” nel definire il degrado del territorio! Dov’erano questi politici in erba quando si sono tagliate le colline e distrutte le uniche aree verdi locali per far posto ad un’assurda speculazione edilizia? O quando diverse nuove abitazioni scaricavano direttamente i reflui nel terreno perché non allacciati alla fognatura?  Perché anche i politici locali non si occupano di problematiche sopra elencate e non permettono la partecipazione diretta dei cittadini? Forse, però, anche queste sono parole vuote, a buon intenditor poche parole.

PIERO DEMARCO 

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