LA FIAT CROLLA

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Le immatricolazioni di auto nuove sono diminuite del 9,2% annuo in Europa nel mese di febbraio, a 923.381 unita’, facendo cosi segnare la flessione piu’ forte dall’ottobre del 2008 quando ando’ in bancarotta Lehman Brothers. Le vendite del gruppo Fiat sono scese del 16,5% rispetto a febbraio 2011 a 66.249 unita’, per una quota di mercato in flessione al 7,2% dal 7,8%. Ma il risultato peggiore del mese e’ stato quello di Renault (-23,7%) e Psa Peugeot Citroen (-16,5%) trascinate verso il basso dal crollo delle immatricolazioni in Francia. Nei soli 27 paesi dell’Unione Europea, le consegne sono calate del 9,7%, con un -16,7% per il gruppo Fiat (quota al 7,3% contro il 7,9% di un anno prima).

Tornando ai dati europei, fa meglio del mercato la prima della classe Volkswagen (-2,1%, quota salita al 23,9% dal 22,2%). Alle spalle del colosso tedesco, il gruppo Psa Peugeot Citroen segna -16,5% (quota in calo al 12,8% dal 13,9%), Renault -23,7% (9,4% da 11,1%), Ford -7,7% (al 7,4% dal 7,3%) e Gm -13,6% (all’8% dall’8,4%). Al sesto posto tra i costruttori c’e’ quindi Fiat, seguita da Bmw (-0,3%, quota al 5,4% dal 4,9%), Daimler (+5,2%, al 4,9% dal 4,2%) e Toyota (-13,8%, al 4% dal 4,3%).

Nel dettaglio dei marchi Fiat, le vetture con il marchio del gruppo hanno venduto il 18,3% in meno e le Alfa Romeo hanno fatto segnare -29,4%. Cali solo in parte compensati dal +3,1% di Lancia/Chrysler e dal +58,1% di Jeep. Una parte della flessione, si legge in un comunicato del Lingotto, e’ da imputare allo sciopero delle bisarche. E da domani, proprio a causa di questo sciopero che dura ormai da 20 giorni, si fermeranno tutti gli stabilimenti della Fiat: Melfi, Pomigliano, Cassino e Sevel. A Mirafiori non si lavora per la cassa integrazione.Tra le altre marche, si segnala il +31,4% di Kia, che vede salire la propria quota al 2,4% dall’1,7%.

Quanto all’andamento delle immatricolazioni nei singoli paesi, e’ invariato il dato della Germania, mentre segnano decise flessioni la Francia (-20,2%) e l’Italia (-18,9%). Salgono in controtendenza Bulgaria (+12,7%), Danimarca (+18,9%), Finlandia (+14,1%), Ungheria (+20,2%), Romania (+27,4%) e Slovacchia (+11,8%). La flessioni piu’ marcata e’ stata quella della Grecia, con vendite in picchiata del 45,2%.

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