Valls, t’es foutu! Les jeunes sont dans la rue!

Redazione di operai contro, I giovani liceali francesi in Italia non trovano proprio spazio. Anche la manifestazione dei giovani francesi di giovedì, 17 marzo 2016, ha ricevuto la stessa censura mediatica di quella del 9 marzo da parte dei giornali italiani. Non un minuto sui telegiornali della sera, non un trafiletto sui principali giornali del giorno dopo, eppure erano centinaia di migliaia nelle manifestazioni a Parigi, Marsiglia, Lione, Nantes, Rennes, Strasburgo. Una protesta giovane, che sta mobilitando le università ma soprattutto i licei in cui i giovani francesi discutono, si organizzano e poi votano, e determinati vanno in manifestazioni […]
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Redazione di operai contro,

I giovani liceali francesi in Italia non trovano proprio spazio. Anche la manifestazione dei giovani francesi di giovedì, 17 marzo 2016, ha ricevuto la stessa censura mediatica di quella del 9 marzo da parte dei giornali italiani. Non un minuto sui telegiornali della sera, non un trafiletto sui principali giornali del giorno dopo, eppure erano centinaia di migliaia nelle manifestazioni a Parigi, Marsiglia, Lione, Nantes, Rennes, Strasburgo. Una protesta giovane, che sta mobilitando le università ma soprattutto i licei in cui i giovani francesi discutono, si organizzano e poi votano, e determinati vanno in manifestazioni animate, combattive. Urlano i loro slogans, li scrivono su cartelli e muri, spesso si scontrano con la polizia, attaccano i simboli del capitalismo, le banche.

Sono contro la “Loi Travail”, una legge che sembra copiata dalla “Jobs Act” italiana, con la assoluta libertà per i padroni al licenziamento, un indennizzo per quello illegittimo, modesti controlli per quelli economici. Ma poi ulteriore flessibilità nell’uso della forza-lavoro giovane, degli apprendisti, di quelli occupati nelle piccole e medie aziende con deroghe alle 35 ore settimanali e al riposo obbligatorio. Insomma tutto quello che nella crisi è passato in Italia, senza aver provocato le proteste che ora animano la Francia.

Dati gli argomenti la protesta francese ha visto coinvolti oltre agli studenti anche i sindacati che nella manifestazione del 9 marzo hanno sfilato assieme. Poi sono venute alcune correzioni di facciata da parte di Hollande su suggerimento di alcuni sindacati accondiscendenti che ha diviso il fronte che si oppone alla legge. Ma solo in piccolissima parte quello degli studenti che infatti sono tornati giovedì scorso agguerriti per le strade di Parigi. Dagli slogans emerge una ribellione che travalica la legge in sé.

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Forse è proprio questo che fa così paura, da far meritare l’ostracismo dei giovani francesi sui media italiani. In tutta l’Europa che ha festeggiato le primavere arabe si ha una paura fottuta della primavera francese? Il prossimo appuntamento è ora per il 24 marzo quando la legge sarà portata in consiglio dei ministri prima di passare al parlamento, il 31 è previsto uno sciopero generale e un’altra grande manifestazione con anche i sindacati come la Cgt. A noi, in Italia, non resta che stare a guardare i giovani cugini d’oltralpe protestare, e per di più, dato il controllo assoluto dei padroni e del governo sui media, solo su youtube.

R.P.

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