NEL MARE DELLE ILLUSIONI NON SI PESCA NEMMENO UN PESCE MORTO

In campo ci sono due ipotesi. Una, quella maggioritaria che chiameremo degli illusionisti, che presuppongono che la crisi sia passeggera. I padroni si riorganizzano, sfruttano un po’ gli operai, i profitti riprendono e allora la giostra riparte. Attraverso questa strada, prima o poi, si avrà una ripresa dell’occupazione, di nuovo qualche diritto del lavoro, qualche soldo in più. Riprenderà cioè, il tran tran dello sfruttamento “normale”. In specifico, i sindacati “collaborazionisti”, UILM FIM FISMIC UGL, sono apertamente schierati con questa ipotesi. Appoggiano senza indecisioni le politiche padronali anticrisi. Firmano tutto quello che i padroni chiedono e illudono gli operai […]
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In campo ci sono due ipotesi. Una, quella maggioritaria che chiameremo degli illusionisti, che presuppongono che la crisi sia passeggera. I padroni si riorganizzano, sfruttano un po’ gli operai, i profitti riprendono e allora la giostra riparte. Attraverso questa strada, prima o poi, si avrà una ripresa dell’occupazione, di nuovo qualche diritto del lavoro, qualche soldo in più. Riprenderà cioè, il tran tran dello sfruttamento “normale”.

In specifico, i sindacati “collaborazionisti”, UILM FIM FISMIC UGL, sono apertamente schierati con questa ipotesi. Appoggiano senza indecisioni le politiche padronali anticrisi. Firmano tutto quello che i padroni chiedono e illudono gli operai che questo basti a salvarli dalla crisi. Dopo cinque anni di discesa all’inferno della schiavitù industriale e della miseria da disoccupati tanti e tanti operai iniziano a capire che la scelta collaborazionista li espone alla rovina. In compenso i loro uomini non vengono toccati, i loro delegati continuano a essere pagati senza lavorare e i loro dirigenti continuano a essere riconosciuti come “controparte” sindacale e questo assicura alti stipendi e privilegi e apre loro la strada per carriere future in politica, nelle aziende, negli enti locali.

La FIOM e i sindacati alternativi anche loro spargono illusioni, cioè credono che la crisi sia un fenomeno passeggero, che prima o poi passerà. Chiedono al padrone e ai partiti politici di riferimento che la crisi non gravi tutta sulle spalle degli operai, che i diritti del “mondo del lavoro” vengano salvaguardati, che i sacrifici che bisogna fare vengano distribuiti un po’ equamente. Non capiscono o non vogliono capire che nella crisi è impossibile difendersi seriamente se non si sceglie fino in fondo di prendere la strada della rottura con un modo di produzione fondato sul profitto e la ricchezza privata. Di fatto pagano il non aver messo in campo iniziative radicali contro gli industriali quando era ancora possibile, non hanno organizzato scioperi veri, hanno evitato lo scontro aperto col padrone, oggi fanno un massiccio ricorso alle cause legali e il loro obbiettivo è quello di essere riconosciuti ancora una volta come controparte con cui trattare. La loro politica è di attesa di tempi migliori. Nel frattempo cercano di sopravvivere e rimanere visibili.

A questa banda di illusionisti fanno capo anche i politici. Una parte di essi, cioè la minoranza del PD, SEL, i Cinque Stelle a livello parlamentare, le varie rifondazioni del comunismo a livello extraparlamentare, sono schierati per una politica di sacrifici equa che salvaguardi i diritti fondamentali dei lavoratori e le condizioni minime di sopravvivenza. Tra gli extraparlamentari qualcuno a chiacchiere ha anche posizioni più radicali, ma anche loro spargono illusioni sul da farsi.

La seconda ipotesi, sta nella realtà, prevede che la crisi peggiorerà. Gli operai andranno sempre di più in rovina, mentre sul fronte padronale le tensioni internazionali peggioreranno, gli scontri commerciali si faranno sempre più duri e dalle guerre commerciali si passerà, prima o poi, alle guerre militari. I padroni non hanno altra possibilità che seguire questa strada, il prezzo da pagare per gli operai e le classi basse della società è molto salato e peggiorerà in termini di miseria, guerre e repressione. Per avere un’idea di quello che potrà succedere, guardiamo all’esperienza degli anni venti/trenta con la crisi del 29 e quello che ne seguì fino al nazifascismo e alla seconda guerra mondiale.

La questione è così posta: la rottura con gli illusionisti va fatta e subito. Gli operai in fondo ci danno un segnale, senza rapporto con la realtà non c’è ripresa dell’iniziativa autonoma, indipendente.

………..per leggere l’intero documento Comunicato Sezione AsLO Napoli1

       Settembre 2013

Sezione AsLO – Operai Contro di Napoli

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