A Pomigliano abbiamo perso nel primo blocco degli straordinari

Sui due sabati lavorativi di straordinario, ma non pagati perché a recupero, decisi da FIAT UILM FIM FISMIC UGL, la FIAT ha voluto la prova di forza. Il democratico Marchionne non accetta che la sua politica sia messa in discussione. Il manager da quattro milioni e mezzo di stipendio annui, che paga le sue tasse in Svizzera per pagarne meno, ha ordinato ad una “forza pubblica” massicciamente presente fuori ai cancelli dello stabilimento e pagata con il lavoro degli operai, di sgombrare il campo. I celeri tutori dell’ordine di Marchionne hanno eseguito egregiamente i comandi del padrone. Non solo […]
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Sui due sabati lavorativi di straordinario, ma non pagati perché a recupero, decisi da FIAT UILM FIM FISMIC UGL, la FIAT ha voluto la prova di forza. Il democratico Marchionne non accetta che la sua politica sia messa in discussione. Il manager da quattro milioni e mezzo di stipendio annui, che paga le sue tasse in Svizzera per pagarne meno, ha ordinato ad una “forza pubblica” massicciamente presente fuori ai cancelli dello stabilimento e pagata con il lavoro degli operai, di sgombrare il campo. I celeri tutori dell’ordine di Marchionne hanno eseguito egregiamente i comandi del padrone. Non solo hanno sciolto sistematicamente i picchetti che si formavano, ma hanno anche canalizzato in modo preciso il flusso degli operai in entrata. Risultato, il blocco degli straordinari pagati in modo ordinario, non è riuscito. La produzione non ha avuto intoppi, anzi, con l’entrata anticipata degli operai avrà avuto anche picchi più alti del solito.

E’ una dura lezione da cui imparare. Non è più il tempo delle “sceneggiate”. Non è più il tempo dei picchetti per finta. Non è più il tempo di siamo tutti “cittadini” e le “forze dell’ordine” sono imparziali.

E’ il tempo dei rapporti di forza: chi è più forte vince. E’ il tempo della determinazione nella lotta: chi è indeciso e vuole solo far apparire la sua bandierina, ma non bloccare veramente la produzione, perde.

L’ingresso uno, quello delle merci, era l’ingresso attraverso cui la Fiat aveva deciso di far entrare gli operai facendoli parcheggiare direttamente all’interno dello stabilimento. Lo si sapeva già fin da ieri sera. Invece, è stato il varco più sguarnito. Solo un piccolo gruppo della Tiberina (ditta esterna FIAT), e un piccolo gruppo FIOM erano inizialmente presenti. E lì è scattata subito la prima pesante azione intimidatoria della polizia, che ha anche portato all’identificazione di un dirigente Fiom. Verso le quattro si sono aggiunti altri operai FIOM, un gruppo di operai ex Ergom e un gruppo di militanti esterni. Pochi per poter contrastare le “forze dell’ordine” presenti. Dagli altri varchi, poco utilizzati dagli operai in entrata, compreso l’ingresso principale, dove erano presenti più di cento persone, principalmente dello SLAI COBAS, nessuno si è mosso per venire in rinforzo all’ingresso uno.

Alle cinque meno un quarto è arrivato il gruppo del Comitato Cassintegrati e Licenziati FIAT. E a quel punto la FIOM, con la tensione che stava salendo alle stelle, ha abbandonato definitivamente il campo per espressa decisione dei dirigenti presenti, allontanandosi dal varco 1. Gli operai rimasti hanno tentato, allora, seriamente di bloccare il flusso d’entrata, ma le forze in campo erano ancora troppo deboli di fronte alla presenza massiccia della polizia. Risultato: un operaio a terra per le bastonate dei poliziotti (l’autoambulanza è arrivata dopo 30 minuti circa) e tentativi ripetuti di acciuffare i più attivi del comitato. Azioni mirate della polizia.

Agli altri ingressi continuavano a sventolare le bandierine.

La lezione è dura, ma gli operai devono riflettere bene. L’autocommiserazione, o peggio, l’illusione che comunque sia stata una vittoria, sono inutili. Bisogna riflettere su quali guasti ha provocato tra gli operai il lungo periodo di lotte per finta, cause legali, passeggiate con i fischietti, accordi a perdere, concertazione. Solo riflettendo sul fatto che abbiamo dimenticato come si lotta, può farci imparare di nuovo come si fa.

La Sezione AsLO di Napoli

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1 Comment

  1. alanza53

    Compagni: non sono d’accordo che nel primo blocco degli straordinari abbiamo perso e nemmeno pareggiato. La prova di forza voluta dalla FIAT sui sabati lavorativi straordinari e non pagati, avvallata dai sindacati UILM, FIM, FISMIC, UGL, con a capo il Federale Marchionne e la massiccia presenza dell’ apparato repressivo ai suoi ordini (“FORZE DELL’ORDINE” che proteggono politicanti ladri corrotti e puttanieri, ma picchiano operai e giovani che lottano contro la miseria in cui li vuole relegare questa società che si basa sulla schiavitù del lavoro salariato) ha raggiunto un importante obiettivo, il massimo attualmente praticabile. E’ una lezione che gli operai non dimenticheranno tanto facilmente: la pacificazione del federale Marchionne nonostante i sindacati venduti non e riuscita del tutto e lo dimostra proprio la resistenza anche se limitata della lotta . Inoltre la lotta ha smascherato agli occhi degli operai, Il ruolo che hanno i sindacati parolai. Su compagni la lotta è solo all’inizio. il progetto FIAT a Pomigliano è solo iniziato, e già ci sono operai che lo contrastano. Una cosa deve essere chiara agli operai: LA LOTTA DI CLASSE NON E’ UN PRANZO DI GALA. La lotta formerà una nuova generazione di compagni che spazzerà via i venduti, i parolai e soprattutto ci farà capire che senza una ORGANIZZAZIONE INDIPENTENTE DEGLI PERAI , NON C’E’ FUTURO. E’ poco? Piuttosto che niente è meglio piuttosto, dopo si vedrà.