IL PIZZINNO DELL’ISTAT

Redazione di Operai Contro, non poteva mancare il pizzinno dell’ISTAT per la fine del 2014 I dipendenti dell’ISTAT sono pagati profumamente dallo stato. E’ dal 2008 che ci raccontano che la fine della crisi è vicina Debbono illudere L’ultimo pizzinno chiarisce l’ignoranza di questi lacchè dei padroni e del governo «La fase di contrazione dell’economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna». Lo sostiene l’Istat nella Nota mensile sull’economia italiana nella quale si rileva peraltro che «le condizioni del mercato del lavoro rimangono difficili» con un «tasso di disoccupazione in […]
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Redazione di Operai Contro,

non poteva mancare il pizzinno dell’ISTAT per la fine del 2014

I dipendenti dell’ISTAT sono pagati profumamente dallo stato.

E’ dal 2008 che ci raccontano che la fine della crisi è vicina

Debbono illudere

L’ultimo pizzinno chiarisce l’ignoranza di questi lacchè dei padroni e del governo

«La fase di contrazione dell’economia italiana è attesa arrestarsi nei prossimi mesi, in presenza di segnali positivi per la domanda interna». Lo sostiene l’Istat nella Nota mensile sull’economia italiana nella quale si rileva peraltro che «le condizioni del mercato del lavoro rimangono difficili» con un «tasso di disoccupazione in crescita».

In Italia, nel terzo trimestre, «l’attività economica ha continuato a mantenersi debole. Il prodotto lordo è risultato ancora in flessione (-0,1% su base congiunturale) a seguito dell’accentuarsi della contrazione del valore aggiunto sia nella manifattura sia nelle costruzioni (rispettivamente, -0,6% e -1,1%) ma in presenza di una stazionarietà nel settore dei servizi».

 Un lettore
dal sole 24ORE

Le prospettive dell’occupazione
«Il mercato del lavoro attraversa una fase di complessiva stagnazione» e il tasso di disoccupazione «ha continuato a salire». «I dati più recenti delle forze di lavoro descrivono un’occupazione sostanzialmente stabile dall’inizio dell’anno, con un nuovo peggioramento nel mese di ottobre (-0,2% rispetto al mese precedente)». Nel terzo trimestre, i dati riferiti alle imprese con almeno dieci dipendenti, relativi a industria e servizi di mercato, hanno mostrato peròuna crescita delle ore lavorate sia in termini di monte ore complessivo (+0,4% rispetto al secondo trimestre) sia delle ore lavorate per dipendente (+0,3%). Un analogo andamento si è riscontrato nell’industria in senso stretto (+0,7% il monte ore, +0,6% le ore per dipendente), un settore che, allo stesso tempo, ha registrato una diminuzione del ricorso effettivo alla Cassa Integrazione (50,7 ore ogni mille ore lavorate, con una diminuzione di 10,9 ore rispetto allo stesso trimestre del 2013).

«La stasi del mercato del lavoro italiano si è riflessa anche nell’andamento del tasso di posti vacanti: i dati destagionalizzati relativi al terzo trimestre mostrano che l’indicatore di domanda di lavoro è rimasto ancorato ai valori di inizio anno» prosegue l’Istat.
Il tasso di disoccupazione «ha continuato a salire: in ottobre, i dati destagionalizzati hanno evidenziato una crescita di tre decimi di punto rispetto a settembre, raggiungendo il valore massimo di 13,2%, sensibilmente piu’ elevato rispetto alla media europea (11,5%).

La crescita del tasso di disoccupazione – si legge – è visibile anche nei dati non destagionalizzati: si è verificato un incremento di cinque decimi di punto rispetto allo stesso trimestre del 2013. L’andamento si deve alla crescita delle persone in cerca di occupazione (+5,8% l’aumento tendenziale) e tra queste è aumentata soprattutto la quota di disoccupati in cerca di prima occupazione (+17,6%).

I disoccupati di lunga durata e gli scoraggiati
La crescita delle persone in cerca di lavoro si accompagna comunque a un allungamento dei periodi di disoccupazione: l’incidenza dei disoccupati di lunga durata (quota di persone che cercano lavoro da più di un anno) è salita nell’anno in corso dal 56,9% al 62,3%. Questo gruppo di individui, generalmente considerati poco appetibili dalle imprese, costituisce un fattore di freno alla discesa della disoccupazione soprattutto nel Mezzogiorno. Alla crescita dei disoccupati si è aggiunta anche quella delle persone definite più vicine al mercato del lavoro (+8,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Tra gli inattivi, inoltre, sono cresciuti coloro che non hanno cercato attivamente lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo (lavoratori scoraggiati, +6,5%)». Nel complesso «la ricerca del posto di lavoro risulta caratterizzata da elementi contrastanti: da un lato nuovi attori si muovono alla ricerca di un posto di lavoro, dall’altra le persone già sul mercato sperimentano difficoltà crescenti nel trovare una occupazione».

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