ULTIME NOTIZIE DALLA SICILIA: TRA LE (SOLITE) EMERGENZE E (NUOVI) DEBITI.

  È vero, la Sicilia, terra di contraddizioni, offre molti spunti giornalistici, ecco allora la necessità di inglobare tante vicende in un unico articolo. Cominciamo con ordine. LA (NUOVA?) EMERGENZA RIFIUTI. In Sicilia si sta consumando un’altra emergenza rifiuti, forse la più seria perché strutturale e non contingente. Di questo problema ne ho parlato già su altri articoli, http://www.operaicontro.it/?p=9755709978, e già più di un anno fa si delineava chiaramente tutta la gravità della gestione dei rifiuti nell’Isola. In effetti, in tutto questo tempo, non si è fatto nulla per risolvere i problemi, adesso sta accadendo quello che più si […]
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È vero, la Sicilia, terra di contraddizioni, offre molti spunti giornalistici, ecco allora la necessità di inglobare tante vicende in un unico articolo. Cominciamo con ordine.

LA (NUOVA?) EMERGENZA RIFIUTI. In Sicilia si sta consumando un’altra emergenza rifiuti, forse la più seria perché strutturale e non contingente. Di questo problema ne ho parlato già su altri articoli, http://www.operaicontro.it/?p=9755709978, e già più di un anno fa si delineava chiaramente tutta la gravità della gestione dei rifiuti nell’Isola. In effetti, in tutto questo tempo, non si è fatto nulla per risolvere i problemi, adesso sta accadendo quello che più si temeva: le discariche stanno chiudendo una dietro l’altra e non si sa più, dove smaltire i rifiuti solidi urbani di molti comuni dell’Isola. Allo stato attuale sono tre le grandi discariche (private) che hanno chiuso, per non essere a regola, oppure perché piene: la discarica di Mazzarà Sant’Andrea, nel messinese, quella di Matta Sant’Anastasia, nel catanese, infine, notizia di qualche giorno fa, la discarica di Siculiana, nell’agrigentino. La chiusura di questa discarica ha lasciato nel panico gli amministratori siciliani, tanto da indurre il presidente Crocetta a chiedere lo stato di emergenza, per nominare un commissario straordinario, per gestire la difficile situazione (e chiedere altri finanziamenti). Con la dichiarazione di emergenza i rifiuti saranno conferiti in tutte le discariche regionali, senza confini locali. Chi pagherà i maggiori costi di trasporti, forse tutti quelli che si sono arricchiti sullo smaltimento? Figuriamoci saranno i soliti cittadini a pagare con nuovi aumenti in bolletta! Che cosa avverrà quanto altre discariche si riempiranno, visto che la maggior parte di esse è ormai sull’orlo della saturazione? Crocetta prevede un periodo di transizione di un mese in cui saranno applicate misure tampone, come l’ampliamento di vecchie discariche, oppure la costruzione di piccole nuove strutture di conferimento, ampliamento della raccolta differenziata, far partire nuovi impianti di compostaggio… in pratica si vorrebbe fare in poco tempo quello che non si è fatto per anni! Con quali risorse, non è dato di sapere perché gli ATO hanno una voragine di un miliardo di euro, un fiume di denaro che ha fatto arricchire i soliti porconi e distribuito le briciole ai poveri cristi per tenerli buoni, ma intanto le periferie affogano nella spazzatura. Be si parla tanto tra gli accordi tra Stato e Mafia…

ANCORA ALTRI DEBITI. Per tappare le numerose falle, l’amministrazione Crocetta ha chiesto ALTRI DUE MILIARDI DI EURO alla CASSA DEPOSITI e PRESTITI, per pagare gli stipendi arretrati e altre incombenze. Con questi, in poco più di due anni, la Regione Siciliana si è indebitata di oltre tre miliardi di euro, che si aggiungono alla voragine del debito pubblico regionale. Come sono state impiegate queste risorse e quali benefici ha avuto la popolazione non si comprende, visto che ci sono tanti precari che non ricevono stipendi da mesi. Non solo, la Regione ha annunciato di non avere le risorse per prolungare la Cassa Integrazione per le innumerevoli vertenze (si parla di cento sessanta mila lavoratori tra precari e operai di fabbriche in crisi) e chiederà altri soldi al suo amico Renzi per questo. Probabilmente l’ultimo prestito servirà anche per tappare una falla nel bilancio della Sanità Siciliana, http://meridionews.it/articolo/29762/lo-strano-debito-di-2-miliardi-della-sanita-pubblica-siciliana-una-relazione-di-due-anni-fa-smentisce-la-giunta-crocetta/, oltre a tenere a Bada i numerosi disperati. Intanto per pagare solo gli interessi sul debito i siciliani, per i prossimi dieci anni, pagheranno l’aliquota massima dell’IRPEF di competenza regionale. Strano, però, mai nessun impiegato di lusso, o Deputato Regionale, si è mai lamentato di non aver ricevuto con regolarità il suo lauto stipendio!

LA VISITA DI RENZI. Alcuni giorni fa il Premier Renzi ha fatto visita al suo fedele sostenitore Crocetta. Durante la sua permanenza sull’Isola ha cercato di mantenersi alla larga dalle piazze, le troppe uova che regolarmente gli “offrono” possono far aumentare  il colesterolo, ma non è bastato ad evitare plateali contestazioni. A Catania ha visitato delle “fabbriche di eccellenza che esportano in tutto il mondo”. Il premier sembrava sorpreso nel vedere quante prelibatezze la Sicilia offre…tranne i suoi abitanti. E sì perché la maggior parte delle produzioni biologiche siciliane, ma anche i prodotti tipici locali, finiscono sulle tavole dei porconi, il popolino fa la spesa negli Ard Discount e compra cibi spazzatura, quello può permettersi! Chiaramente Renzi si è mantenuto alla larga dal Librino e altri quartieri periferici, lì oltre alle uova poteva volare qual cos’altro!

LA QUESTIONE DELLE TRIVELLE. Il Governatore Crocetta si è proclamato uno strenuo difensore del petrolio, sulla terra, nel mare anche nell’aria, se ce ne fosse.  Cosi la spara grossa: “Il petrolio potrà portare settemila posti di lavoro e tanta ricchezza (a chi?) nella regione”. Intanto, però, il decreto con cui si autorizzano le perforazioni petrolifere è stato bocciato all’ARS e il nuovo governo regionale è stato battuto per la prima volta. Intendiamoci, nessuno di questi personaggi dell’opposizione è realmente ecologista, vogliono cavalcare l’onda della protesta popolare, ma il Governatore è irremovibile: “Le trivellazioni rientrano negli accordi (o ricatti?) dell’ENI per mantenere in piedi la raffineria di Gela”. Anche i sindacati (finti) difensori degli interessi degli operai sono favorevoli all’estrazione del petrolio: “La costruzione delle piattaforme in mare potrebbe offrire lavoro alle industrie siderurgiche locali”, la solita (artificiosa) contrapposizione tra operai e ambiente montata ad arte. Intanto a Gela molti operai sono ancora in cassa integrazione, soprattutto nell’indotto, il nuovo petrolio estratto non sarebbe lavorato nella raffineria siciliana, e non si hanno reali garanzie sulla tutela ambientale! Bisognerebbe dire a questi personaggi che se impiegassero le risorse per soddisfare i bisogni non per il profitto ma per soddisfare i bisogni, la Sicilia potrebbe facilmente raggiungere la piena autonomia energetica, ma questa è un’altra storia!

ANCHE IL TEATRO DI SIRACUSA CADE A PEZZI. È una notizia di questi giorni, il teatro di Siracusa soffre di gravi carenze strutturali, se non s’interviene, sono a rischio gli spettacoli di quest’estate! Non solo, la Sicilia ha il maggior numero di siti UNESCO del mondo, ma molti di questi potrebbero perdere la tutela per incuria e non rispetto dei vincoli imposti. Infine una riflessione: la Sicilia antica era la terra più prospera del Mediterraneo, molte città greche siciliane avevano più del doppio delle città attuali. Meditate siciliani meditate.

PIERO DEMARCO

 

 

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