Parlano di legalità : il lavoro nero nel 30% dei casi

Redazione operai contro, Matteo Renzi ha bruciato le tappe della sua carriera politica con un cavallo di battaglia chiamato “rottamazione senza incentivi”, della politica ma sopratutto dei politici. Per Renzi tutti i dirigenti politici con tanta anzianità di servizio cioè dirigenti di lungo corso politico andavano rottamati, anche quelli del suo stesso partito Pd. Renzi ha imperniato le sue campagne elettorali sempre a nome della legalità della sua politica contro i vecchi dirigenti politici da rottamare e in questo modo è stato prima eletto presidente della provincia di Firenze poi sindaco di Firenze per arrivare dove si trova tuttora, […]
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Redazione operai contro,

Matteo Renzi ha bruciato le tappe della sua carriera politica con un cavallo di battaglia chiamato “rottamazione senza incentivi”, della politica ma sopratutto dei politici. Per Renzi tutti i dirigenti politici con tanta anzianità di servizio cioè dirigenti di lungo corso politico

andavano rottamati, anche quelli del suo stesso partito Pd.

Renzi ha imperniato le sue campagne elettorali sempre a nome della legalità della sua politica contro i vecchi dirigenti politici da rottamare e in questo modo è stato prima eletto presidente della provincia di Firenze poi sindaco di Firenze per arrivare dove si trova tuttora, presidente del consiglio dei ministri ma dei ministri imbroglioni e ladroni.

Da Renzi a Poletti, da Padoan alla Boschi tutti a raccontare balle e vendere promesse di una ripresa dell’economia che non c’è, approvando le nuove riforme attuate in questi mesi che invece hanno risollevato solo le finanze dei padroni amici e sostenitori di questo governo ma mai qualcosa di favorevole per gli operai e per i pensionati o per i disoccupati.

I ministri imbroglioni del governo Renzi parlano troppo e spesso di legalità, come lo ha dimostrato in questi giorni la Federica Guidi ministro dello Sviluppo Economico indagata per favoritismi alle lobby del petrolio.

Anche Giuliano Poletti il ministro del Lavoro parla spesso di legalità nel campo del lavoro, ma ogni volta che interviene in merito, i dati lo smentiscono miseramente.

Difatti in questi giorni gli ultimi dati sul lavoro sommerso ed elaborati dai consulenti del lavoro parlano chiaro : 1,9 milioni di lavoratori in nero nel 2015.

L’indagine ispettiva commissionata dal ministero del lavoro a riguardato lo scorso anno controlli ispettivi in 206 mila aziende riscontrando irregolarità nel 30% dei casi. In media ogni tre aziende è stato scoperto un lavoratore in nero per un totale di 64 mila lavoratori in nero e 182 mila lavoratori irregolari.

Alla faccia della legalità delle nuove riforme introdotte dal governo Renzi e dal Jobs Act, il fenomeno del lavoro sommerso genera anche alle finanze dello stato un mancato introito fiscale e contributivo di circa 25 miliardi di euro.

Inoltre Poletti parlando ancora di legalità, ha promesso un aumento dei controlli sui voucher e sulla decontribuzione, necessari per garantire l’eliminazione di distorsioni varie.

Legalità e promesse non mantenute, intanto il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’11,7 % in aumento dello 0,1%. In febbraio il numero dei disoccupati cresce dello 0,3% pari a + 7 mila. I numeri non mentono, per i disoccupati i tempi sono ancora duri.

Un lettore

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