Renzi prepara un salasso per gli operai e i meno abbienti

Caro Operai Contro, Renzi dice che restituirà 8 miliardi di tasse locali riscosse dai Comuni per sopperire al taglio del governo centrale. Ma chi restituirà i soldi ai contribuenti ammesso, che Renzi le restituisca ai Comuni? I soldi che non entreranno più per il taglio di tasse generalizzato promesso da Renzi, come verranno sostituiti nel bilancio di spesa? Dove andrà Renzi a reperire nuove entrate, visto che ha promesso anche un taglio delle tasse sui profitti dal 31,1% al 24%? Renzi ci sta preparando un colossale salasso, mentre continua a fare il provocatore in tivù parlando di riforme. Stiamo […]
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Caro Operai Contro,

Renzi dice che restituirà 8 miliardi di tasse locali riscosse dai Comuni per sopperire al taglio del governo centrale. Ma chi restituirà i soldi ai contribuenti ammesso, che Renzi le restituisca ai Comuni?

I soldi che non entreranno più per il taglio di tasse generalizzato promesso da Renzi, come verranno sostituiti nel bilancio di spesa? Dove andrà Renzi a reperire nuove entrate, visto che ha promesso anche un taglio delle tasse sui profitti dal 31,1% al 24%?

Renzi ci sta preparando un colossale salasso, mentre continua a fare il provocatore in tivù parlando di riforme. Stiamo pronti a rispondere. Passaparola da subito. Vi mando un estratto dal Sole 24 ore.

Saluti Bruno Casca

 

I soldi che saranno sottratti ai Comuni per l’abolizione della Tasi/Imu saranno restituiti integralmente. Lo dice il premier Matteo Renzi in un dialogo con i lettori de L’Unità nella rubrica di posta “Caro segretario”. «I soldi in meno della Tasi/Imu saranno restituiti integralmente ai Comuni. E il tuo bravo sindaco saprà farne prezioso uso», risponde Renzi a un lettore di Trento perplesso. «Smettere di tassare la prima casa – osserva – è giusto e anche equo in un Paese dove l’81% degli italiani ha sudato per acquistarsi un’abitazione».

 

La mannaia si è abbattuta sui conti dei Comuni. Secondo la Corte dei conti tra il 2010 e il 2014, i Comuni hanno subito tagli per circa «8 miliardi», compensati da «aumenti molto accentuati» delle tasse locali «per conservare l’equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo». I giudici nella relazione sugli andamenti della finanza territoriale rilevano che il peso del fisco è «ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali».

Pressione fiscale cresciuta del 22%
Dal 2011 al 2014 la pressione fiscale dei comuni è cresciuta del 22%, passando dai 505,50 euro pro capite del 2011 fino ai 618,4 dell’anno scorso. La magistratura contabile sottolinea, in via generale, che i livelli massimi di riscossione tributaria pro capite si registrano nei comuni di fascia alta (oltre 249mila abitanti i cui valori sono pari a 881,94 euro per abitante e quelli che vanno da 60.001 a 249.000 abitanti con 694,69 euro per abitante). A seguire i comuni della fascia più bassa (da 1 a 1.999 abitanti) con 628,80 euro per abitante. Inasprimento della pressione fiscale per bilanciare la riduzione dei trasferimenti

«Per bilanciare la riduzione dei trasferimenti correnti dallo Stato, gli enti locali hanno inasprito la pressione fiscale – spiega la Corte dei conti – grazie, peraltro, a una disciplina del patto di stabilità interno ancorata al criterio dei saldi finanziari; mentre le Regioni, non potendo azionare la leva fiscale in mancanza di sufficienti spazi finanziari concessi dal patto per spese aggiuntive, hanno compresso le funzioni extra-sanitarie e sacrificato, soprattutto, le spese di investimento». La Corte spiega che «il radicarsi di un meccanismo distorsivo, per cui il concorso degli enti locali agli obiettivi di finanza pubblica pesa, in ultima istanza, sul contribuente in termini di aumento della pressione fiscale, trova origine nei pesanti e ripetuti tagli alle risorse statali disposti dalle manovre finanziarie susseguitesi dal 2011, cui fa eco il cronico ritardo nella ricomposizione delle fonti di finanziamento della spesa, necessaria per garantire servizi pubblici efficienti ed economici».

 

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