Capodanno in fabbriche presidiate per operai sardi

Redazione di Operai Contro, avete giustamente ricordato: – gli autolicenziamenti all’AST di Terni – gli esodi di Meridiana con 1200 licenziamenti in corso – la fregatura agli operai della FIAT di Termini Imerese – la chiusura della OM e BFM di Bari voglio ricordare la strage di operai in Sardegna Da nord a sud della Sardegna gli operai delle industrie in crisi passeranno il Capodanno con l’amaro in bocca e con un velo di tristezza negli occhi. La mancanza di prospettiva per il futuro preoccupa non poco gli ormai ex lavoratori Alcoa che non abbandoneranno le tende sotto le […]
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Redazione di Operai Contro,

avete giustamente ricordato:

– gli autolicenziamenti all’AST di Terni

– gli esodi di Meridiana con 1200 licenziamenti in corso

– la fregatura agli operai della FIAT di Termini Imerese

– la chiusura della OM e BFM di Bari

voglio ricordare la strage di operai in Sardegna

Da nord a sud della Sardegna gli operai delle industrie in crisi passeranno il Capodanno con l’amaro in bocca e con un velo di tristezza negli occhi. La mancanza di prospettiva per il futuro preoccupa non poco gli ormai ex lavoratori Alcoa che non abbandoneranno le tende sotto le ciminiere neppure per la notte di San Silvestro, quelli di Ottana Polimeri, ormai da oltre due mesi in presidio permanente nella fabbrica, e quelli del polo petrolchimico di Porto Torres, che attendono di conoscere i prossimi passi per il rilancio delle produzioni della chimica verde e l’avvio delle bonifiche.
E c’è chi ha deciso di non alzare neppure i calici “perchè non c’è nulla da ricordare nell’anno passato e niente da festeggiare per l’arrivo del nuovo”. Con un sentimento misto di rabbia e sconforto a parlare è Bruno Usai, delegato Rsu della Fiom Cgil all’Alcoa di Portovesme che all’ANSA dice: “Ci saremmo aspettati che venissero ritirare le lettere di licenziamento visto che esiste una trattativa in atto, ma anche che il Governo facesse qualcosa di più come è accaduto per altre vertenze, anche nate dopo la nostra, come quelle di Termini Imerese e dell’Ilva di Taranto.

Invece non vediamo nessuna accelerazione e c’è preoccupazione perchè se fallirà questa trattativa con Glencore rimarremo senza lavoro e senza prospettiva. Poi c’è rabbia nei confronti della classe politica sarda perchè è stato fatto troppo poco per i 430 lavoratori diretti e i 300 degli appalti più l’indotto – attacca il sindacalista – in un territorio che soffre la crisi in maniera particolare”.
Rabbia anche nella Sardegna centrale dove gli operai di Ottana Polimeri sono impegnati nella battaglia per scongiurare la chiusura definitiva dello stabilimento. C’è poca voglia di parlare, ma la preoccupazione per la possibile perdita del posto di lavoro è tanta. A portare un pò di conforto al presidio ci ha pensato questa mattina il delegato regionale per la pastorale del Lavoro e le Politiche sociali, don Pietro Borrotzu, che ha celebrato la messa con gli operai che si trovano ai cancelli.
Nel nord dell’Isola, dove tra gli altri ci sono anche 88 lavoratori Vinyls in mobilità, i sentimenti che si percepiscono sono un misto di attesa, speranza e delusione. “Attesa – spiega all’ANSA Massimiliano Muretti della Filctem Cgil di Sassari – perchè si spesa che nel 2015 alcuni problemi rimasti irrisolti, come la vendita della centrale elettrica di Fiumesanto o il riavvio delle riconversioni, possano trovare una risposta. La speranza è che queste risposte arrivino al più presto, ma c’è anche la delusione per la scarsa attenzione data dalla classe politica sarda ai problemi dei lavoratori”. Nel frattempo il 12 gennaio a Cagliari Cgil, Cisl e Uil dei chimici hanno organizzato un convegno per discutere delle prospettive del settore in Sardegna. (ANSA).
Un operaio Di Porto Vesme

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