IL PENSIERO UNICO

IL PENSIERO UNICO Se scegliamo di comprare un’auto di altra marca la FIAT non è d’accordo. Per ricordarcelo ci impacchettò le macchine nei piazzali. Se frequentiamo qualcuno in campo sindacale o politico che alla FIAT non piace particolarmente, subito trova il modo di farcelo sapere. Un capo, un sindacalista filo aziendale se ne incarica. Se facciamo una manifestazione anche lontano dallo stabilimento in cui esprimiamo la nostra opinione sulle cose che secondo noi nello stabilimento non vanno, fioccano provvedimenti disciplinari. Gli unici che possono dire qualcosa sono solo capi e capetti, che dicono solo quello che vuole FIAT. Neanche […]
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IL PENSIERO UNICO
Se scegliamo di comprare un’auto di altra marca la FIAT non è d’accordo. Per ricordarcelo ci impacchettò le macchine nei piazzali.
Se frequentiamo qualcuno in campo sindacale o politico che alla FIAT non piace particolarmente, subito trova il modo di farcelo sapere. Un capo, un sindacalista filo aziendale se ne incarica.
Se facciamo una manifestazione anche lontano dallo stabilimento in cui esprimiamo la nostra opinione sulle cose che secondo noi nello stabilimento non vanno, fioccano provvedimenti disciplinari.
Gli unici che possono dire qualcosa sono solo capi e capetti, che dicono solo quello che vuole FIAT.
Neanche i sindacalisti filo padronali della UILM FIM FISMIC e UGL possono fare qualcosa di autonomo.
Fino a quando dicono sempre siì, tutto va bene. Appena accennano, anche se per finta, a fare o a dire qualcosa da soli, la FIAT subito li pugnala come sulla questione degli straordinari.
Qualsiasi azione sindacale, anche la più morbida, è vietata.
Ora ha licenziato cinque operai del polo di Nola per aver inscenato un finto suicidio del grande Marchionne. Apriti cielo. Tutta la dirigenza FIAT si è “indignata”. Il capo assoluto, il dio in terra di capi e capetti, è stato oltraggiato.
Non potendo applicare la pena di morte, per quegli operai è scattato il provvedimento più duro attualmente, il licenziamento.
La motivazione è in stile FIAT e stravolge la realtà dei fatti. Si parla semplicemente di “impiccagione” e questo rappresenterebbe “istigazione alla violenza”. La FIAT individua nel Marchionne impiccato un esempio agli altri operai. Un falso. Nella rappresentazione del Comitato, il manichino di Marchionne, con tragica ironia, si “suicida” e in un testamento confessa che lo fa per il rimorso delle conseguenze dannose che la sua politica ha arrecato agli operai del polo logistico di Nola.
Se gli operai del Comitato, che hanno solo inscenato il suicidio per finta di Marchionne, hanno dovuto subire questa punizione, a Marchionne quale punizione toccherebbe, visto che la sua politica aziendale è alla base del disagio esistenziale e sociale che gli operai stanno vivendo e che ha portato alcuni di loro al suicidio?
Per la protesta organizzata contro i licenziamenti fuori allo stabilimento si è mobilitata in massa la polizia. Poteva succedere che qualcuno invogliato dai compagni esterni potesse scioperare e allora doveva essere assolutamente eliminata una possibilità del genere.
Siamo imbrigliati dal PENSIERO UNICO, quello del padrone.
PER LA FIAT NON SOLO DOBBIAMO SGOBBARE COME BESTIE ALLA CATENA MA NON POSSIAMO NEANCHE PENSARE E SCEGLIERE IN MODO INDIPENDENTE.
Se lo facciamo, punizioni licenziamenti e polizia. Parlano tanto di democrazia, ma per gli operai è una brutale dittatura.
Associazione per la Liberazione degli Operai

Alfa_2014-07-01

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