Ucraina, Crisi, oligarchi

RASSEGNA STAMPA Der Spiegel   140520 Achmetov contro i separatisti – L’oligarca contrattacca –        Dato che i separatisti filo-russi dell’Est Ucraina non avevano incontrato finora alcuna resistenza, si pensava che il miliardario ucraino, Rinat Achmetov, il “re del Donbass”, appoggiasse il movimento separatista. –        Achmetov ha ora preso posizione, scegliendo di combattere i separatisti dell’Est Ucraina. Per Achmetov lavorano circa 300 000 uomini, che egli, come un signore feudale, intende mobilitare come suo esercito privato. Questo potrebbe spostare i rapporti di forza a favore del governo centrale, finora incapace di sconfiggere i separatisti, pesantemente armati. È probabile che Achmetov si imponga […]
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RASSEGNA STAMPA

Der Spiegel   140520

Achmetov contro i separatisti – L’oligarca contrattacca

–        Dato che i separatisti filo-russi dell’Est Ucraina non avevano incontrato finora alcuna resistenza, si pensava che il miliardario ucraino, Rinat Achmetov, il “re del Donbass”, appoggiasse il movimento separatista.

–        Achmetov ha ora preso posizione, scegliendo di combattere i separatisti dell’Est Ucraina. Per Achmetov lavorano circa 300 000 uomini, che egli, come un signore feudale, intende mobilitare come suo esercito privato. Questo potrebbe spostare i rapporti di forza a favore del governo centrale, finora incapace di sconfiggere i separatisti, pesantemente armati. È probabile che Achmetov si imponga in modo più deciso, e non con i tempi lunghi della “operazione anti-terrorista” di Kiev.

–        La svolta di Achmetov sembra ben calcolata:  i suoi gruppi esportano solo il 9% del loro prodotto in Russia, contro il 20% nella UE; se il Donbass dichiarasse l’indipendenza o si unisse alla Russia, le miniere e le acciaierie sarebbero fortemente colpite da sanzioni occidentali.

–        È probabile che l’appoggio a Kiev abbia un prezzo: Achmetov ha già parlato di decentralizzazione del potere statale, i che significa più potere per se stesso.

–        Ogni giorno, dopo la fine dei turni i lavoratori delle sue fabbriche ora sventolano bandiere contro i “separatisti, che sono disposti a usare le mitragliatrici contro pacifici manifestanti “.

–        Anche il governo della “repubblica popolare” ha corteggiato Achmetov, sembra senza successo. Achemtov ha comperato con il denaro 2/3 degli attivisti separatisti.

–        Per la prima volta dopo settimane di vittorie i combattenti separatisti sono costretti alla difesa. Sono sì riusciti ad attaccare i palazzi governativi, ma non sembra che abbiano il pieno appoggio della popolazione. Il comandante delle forze armate locali si è lamentato coni giornalisti che non si si attendeva che neppure un migliaio di 4, 5 milioni di abitanti del Donbass sia disposto a rischiare la vita. Lo zoccolo duro dei separatisti è costituito da molti volontari provenienti dalla Russia. Anche il capo di governo della repubblica di Lugansk, Alexander Borodaj viene dalla Russia, è un politologo e pubblicista che fino a poco scriveva per il giornale nazionalista di Mosca, Savtra (Mattino).

–        Per l’Ucraina il Donbass è quello che un tempo era la Ruhr per la Germania, il cuore industriale del paese.  Il distretto del carbone e dell’acciaio era una roccaforte del destituito presidente Viktor Janukovich, ed è la patria di Achmetov.

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