PRIMO MAGGIO A TORINO: TORNANO LE MANGANELLATE

Redazione di Operai Contro, provocatori del Pd e manganellate della polizia del governo del gangster Renzi E’ quello che è successo a Torino. La giornata del Primo Maggio è all’insegna della tensione nel capoluogo piemontese tra i manifestanti e un gruppo di antagonisti e No Tav, che si definiscono lo “spezzone sociale” del corteo, che è venuto a contatto con la coda della manifestazione, dove è presente la rappresentanza del Pd. A far scattare la scintilla l’arrivo del senatore Stefano Esposito, noto per le sue posizioni a favore della Tav. Qualche spintone, poi la polizia è intervenuta a separare i due gruppi, che sono ora […]
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Redazione di Operai Contro,

provocatori del Pd e manganellate della polizia del governo del gangster Renzi

E’ quello che è successo a Torino. La giornata del Primo Maggio è all’insegna della tensione nel capoluogo piemontese tra i manifestanti e un gruppo di antagonisti e No Tav, che si definiscono lo “spezzone sociale” del corteo, che è venuto a contatto con la coda della manifestazione, dove è presente la rappresentanza del Pd. A far scattare la scintilla l’arrivo del senatore Stefano Esposito, noto per le sue posizioni a favore della Tav. Qualche spintone, poi la polizia è intervenuta a separare i due gruppi, che sono ora divisi da un nutrito cordone di forze di polizia. Bersaglio di cori per gli applausi del Sap agli agenti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi: “Assassini, vergogna, tutto il loro corpo è marcio”. Dallo “spezzone sociale” della manifestazione sono volati oggetti contro le forze dell’ordine, tra cui alcune sedie dei dehors dei bar. Le forze dell’ordine hanno risposto con cariche. Alcuni manifestanti sono stati bloccati.

I gangster del Pd devono essere cacciati

La coda del corteo, dove sono presenti antagonisti e No Tav, sta seguendo la manifestazione ufficiale lungo via Po. A dividere i due gruppi, che sono ora distanti una cinquantina di metri l’uno dall’altro, resta un nutrito dispositivo di forze dell’ordine. Che dopo poco sono ancora dovute intervenire con una carica di alleggerimento nei confronti di antagonisti e No Tav. Lo “spezzone sociale”, infatti, ha tentato di forzare in via Roma il cordone di sicurezza, ma sono stati respinti. i. Antagonisti e No Tav, poi, sono stati allontanati dal cuore del corteo. La tensione resta alta. “Vergogna vergogna” e “corteo” alcuni degli slogan urlati. Antagonisti e No Tav, infine, hanno raggiunto il palco di piazza San Carlo e, a comizi conclusi, hanno rimosso i palloncini e le bandiere.

Non solo. I manifestanti sono saliti quindi sul palco vuoto e hanno appeso uno striscione con scritto ‘Studenti, precari e disoccupati. Ci vediamo l’11 luglio contro Renzi e l’Europa della crisi”. Ilriferimento è alla riunione che i rappresentanti della Ue terranno a Torino sul tema del lavoro e in particolare della disoccupazione giovanile. A fianco di questo striscione, ne è stato appeso un altro dedicato ai 4 no Tav arrestati lo scorso 9 dicembre con l’accusa di terrorismo per aver partecipato agli scontri avvenuti al cantiere di Chiomonte il 13 maggio 2013. Su questo striscione campeggia la scritta: “Chiara, Mattia, Claudio, Niccolò: libertà per tutti e per tutte “. Lo striscione è firmato ‘No Tav Torino‘. Dopo Lele Rizzo, esponente del centro sociale Askatasuna, ha preso la parola Nicoletta Dosio, uno dei leader valsusini del movimento No tav.

Processione  dei sindacati a Milano: “Renzi non siamo sereni”. ”Caro Renzi, noi non siamo sereni, ma pretendiamo risposte concrete”. E’ questo lo slogan della manifestazione del primo maggio a Milano, che ha visto la partecipazione di alcune migliaia di persone che sono sfilate in corteo da Porta Venezia a piazza della Scala, dove si sono tenuti gli interventi conclusivi. “Il sindacato è ben consapevole dei problemi del paese – è stato detto dal palco – e ci impegneremo con tutte le nostre forze per affrontarli e risolverli, ma con annunci e spot non si risolve nulla”.

A Roma blitz di precari e studenti davanti a ministeri. Da stamani blitz di precari e studenti ad agenzie interinali, un centro per l’impiego, al ministero dello Sviluppo Economico e a lministero del Lavoro e della Previdenza Sociale esponendo uno striscione che recitava: “Il nostro futuro non si chiama jobs act, larghe intese precarie verso 17 maggio e 11 luglio”. “Abbiamo scelto questi luoghi, attraversati ogni giorno da migliaia di precarie e precari alla ricerca di una vita degna, per dire in maniera chiara che il nostro futuro non si chiama Jobs Act” ha spiegato, in una nota, Diana Armento, coordinatrice di Link Roma aggiungendo: “In seguito siamo andati al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, esponendo uno striscione che vuole essere un auspicio per questa giornata di festa, ma soprattutto un programma chiaro oltre questo primo maggio”. “Costruire le larghe intese precarie, infatti, – ha aggiunto Adriano Nardo dell’Uds Roma – significa rispondere nel migliore dei modi alla frammentazione non solo del mercato del lavoro, ma di tutta la società e, in definitiva, delle nostre esistenze”. Lo sguardo – spiegano gli organizzatori dei blitz – è rivolto al 17 maggio, data nella quale a Roma si svolgerà una manifestazione nazionale contro austerità e privatizzazioni, e all’11 luglio, data nella quale a Torino si svolgerà il Summit europeo sulla disoccupazione giovanile, il primo del Semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea.

A Livorno striscioni anti-sindacati e contro la polizia). “Cgil, Cisl e Uil, servi dei padroni” e “Sap infami Aldro vive”, firmato Acab (All cops are bastards, ‘gli sbirri sono tutti bastardi): queste le scritte su due striscioni comparsi stamani davanti alla cancellata del vecchio ingresso del pronto soccorso dell’ospedale di Livorno, in viale Alfieri.

Un operaio di Torino

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