Alla faccia della deflazione

Caro Direttore, se arriva una stangata del 18% sulla bolletta dell’acqua vuol dire che la deflazione non è solo frutto di un calo dei prezzi al consumo. Bensì dal fatto che il calo della massa dei salari ha portato ad un calo dei consumi. Quindi se la spesa per la massa dei consumi risulta inferiore, non è dovuto solo al calo dei prezzi, ma al fatto che tante famiglie operaie e meno abbienti, sono costretti a tirare la cinghia, con pochi o niente soldi da spendere. La statistica non dice quanto incide il salto dei pasti nel calo della […]
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Caro Direttore,

se arriva una stangata del 18% sulla bolletta dell’acqua vuol dire che la deflazione non è solo frutto di un calo dei prezzi al consumo. Bensì dal fatto che il calo della massa dei salari ha portato ad un calo dei consumi. Quindi se la spesa per la massa dei consumi risulta inferiore, non è dovuto solo al calo dei prezzi, ma al fatto che tante famiglie operaie e meno abbienti, sono costretti a tirare la cinghia, con pochi o niente soldi da spendere. La statistica non dice quanto incide il salto dei pasti nel calo della spesa per i consumi, non dice quanto incide il calo della spesa dovuto ai milioni di uomini licenziati, impoveriti e altrettanti ridotti all’indigenza totale. La statistica individua la deflazione quale calo dei prezzi, spacciato come “generalizzato”, salvo poi scoprire che arrivano stangate sui beni di prima necessità come l’acqua.

Saluto da un lettore.

Vi mando un articolo dal Giornale di Sicilia

Acqua a Palermo, stangata del 18% in bolletta.

PALERMO. La notizia arriva come una bastonata tra capo e collo. Di «vero salasso», parlano le associazioni dei consumatori. Una decisione che peggiora la già condizione di precarietà delle famiglie, messe in ginocchio dalla morsa della crisi. L’acqua che sgorga dai rubinetti sarà più cara del 18 per cento. Lo comunica l’Amap in una nota inviata, nel primo pomeriggio di ieri, agli organi di stampa.
«Una decisione che fa capo al commissario straordinario liquidatore dell’Ato 1», tende subito a precisare l’azienda partecipata. La delibera porta la data del 23 maggio dell’anno scorso in applicazione della decisione dell’Aeegsi (l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) che ha approvato gli aumenti delle tariffe del servizio idrico integrato a livello nazionale. Rincari che serviranno anche per finanziare 4,5 miliardi di investimenti per infrastrutture e miglioramento dei servizi. Ma che a Palermo suona come una doppia beffa se si pensa che in Italia l’aggiornamento medio delle tariffe rispetto, all’anno precedente, risulta essere del +3,9% nel 2014 e del +4,8% nel 2015.
«L’aumento – spiega Michele Carabillò, responsabile dell’ufficio commerciale di Amap – ammonta al 9 per cento, con decorrenza dal primo gennaio del 2014. Più un ulteriore 9 per cento a partire da quest’anno. L’Amap ha provveduto all’adeguamento delle tariffe, con effetto retroattivo e ha iniziato a emettere le fatture applicando gli incrementi tariffari». Oltre 20 mila quelle già inviate sino a questo momento su un totale di oltre 100 mila utenze.

«Ventimila brutte notizie già giunte nelle case dei palermitani senza alcun avvertimento – spiega Lillo Vizzini di Federcosumatori -. Una stangata di cui le famiglie avrebbero fatto volentieri a meno. L’approvazione della delibera da parte dell’Autorità risale a ottobre 2014. Eppure la società, non ha fatto trapelare nulla. Non c’è stata alcuna comunicazione preventiva. È impensabile. Non si può pretendere, ora, il recupero tariffario 2014 in una unica soluzione.

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