AST: SFIANCARE GLI OPERAI

DAL MESSAGERO ERNI la solidarietà non si ferma ai presidi dove gli operai, al 25esimo giorno di sciopero, sempre più stanchi, continuano a non far entrare nè uscire merci. A sostituire qualcuno di loro vanno addirittura ex operai che sono in pensione e sono in tanti a sostenerli con offerte, pranzi, dolci. Terni continua a dimostrarsi una città compatta e solidale. Il giorno dopo l’ennesimo incontro al ministero dello Sviluppo economico che sembra avere riaperto il dialogo sulla vertenza Ast, serpeggia un sentimento di «attendismo, non di ottimismo» tra gli operai dell’acciaieria di Terni. I lavoratori rimangono con i […]
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DAL MESSAGERO

ERNI la solidarietà non si ferma ai presidi dove gli operai, al 25esimo giorno di sciopero, sempre più stanchi, continuano a non far entrare nè uscire merci.
A sostituire qualcuno di loro vanno addirittura ex operai che sono in pensione e sono in tanti a sostenerli con offerte, pranzi, dolci.
Terni continua a dimostrarsi una città compatta e solidale. Il giorno dopo l’ennesimo incontro al ministero dello Sviluppo economico che sembra avere riaperto il dialogo sulla vertenza Ast, serpeggia un sentimento di «attendismo, non di ottimismo» tra gli operai dell’acciaieria di Terni.
I lavoratori rimangono con i piedi per terra e già guardano con attesa agli appuntamenti della prossima settimana, quando riprenderà la trattativa, sperando che magari giovedì tutto si sia risolto e loro possano tornare in fabbrica.
Quello di ieri è stato solo un mezzo passo in avanti» dicono Marco, Alessio, Alessandro e Matteo, un gruppo di lavoratori del centro di finitura. «È meglio non parlare troppo forte – aggiungono – e aspettare l’incontro di lunedì a Monaco». Per loro, infatti, il faccia a faccia dei sindacati con i rappresentanti della ThyssenKrupp è cruciale, in quanto «si sapranno realmente le intenzioni della multinazionale». «Sappiamo già che, in ogni caso, usciremo sconfitti da questa vertenza – aggiunge Paolo, da 36 anni attivo in acciaieria -, ma dobbiamo cercare comunque di spuntarla su qualcosa, costringendo l’azienda a correggere qualche numero». L’elemento fondamentale per i lavoratori rimane «la prospettiva più a lungo termine del piano industriale, che si discuta di un piano per quattro anni è già qualcosa». Quanto alle modalità giuste per continuare la lotta, gli operai sembrano tutti sulla stessa linea. «Bisogna stringere i denti e continuare con lo sciopero, almeno fino alla prossima settimana – dicono -, c’è qualche rara voce fuori dal coro, ma fortunatamente il fronte ha retto».
«Fino ad ora all’Ast non erano mai stati fatti 25 giorni di sciopero – spiega Marco, uno dei lavoratori incerti se accettare o meno la mobilità volontaria proposta dall’azienda -, ma dobbiamo continuare fino a che non si avranno notizie positive». I dipendenti dell’acciaieria sono convinti nel continuare la mobilitazione, dunque, anche di fronte alla concreta possibilità – «praticamente una certezza» commentano ancora – che anche a novembre il pagamento degli stipendi, già miseri, possa slittare.

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