SAPA, A VUOTO ANCHE L’INCONTRO IN REGIONE.

Nulla di fatto anche nell’incontro di ieri a Roma. L’azienda ha proposto cassa integrazione straordinaria per cessazione, incentivi all’esodo e la ricollocazione di circa 15 lavoratori. L’azienda che ha rimarcato la sua disponibilità a sottoscrivere un accordo, a condizione però che prima venga  sgomberato il presidio e di conseguenza venga lasciata libera la fabbrica.   I delegati RSU della Sapa, previa consultazione con gli operai hanno risposto senza tentennamenti che la proposta è inaccettabile perché il punto fondamentale e irremovibile è la continuazione dell’attività produttiva nell’attuale fabbrica di Fossanova e che il presidio non verrà tolto fino a che […]
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Nulla di fatto anche nell’incontro di ieri a Roma. L’azienda ha proposto cassa integrazione straordinaria per cessazione, incentivi all’esodo e la ricollocazione di circa 15 lavoratori.

L’azienda che ha rimarcato la sua disponibilità a sottoscrivere un accordo, a condizione però che prima venga  sgomberato il presidio e di conseguenza venga lasciata libera la fabbrica.

 

I delegati RSU della Sapa, previa consultazione con gli operai hanno risposto senza tentennamenti che la proposta è inaccettabile perché il punto fondamentale e irremovibile è la continuazione dell’attività produttiva nell’attuale fabbrica di Fossanova e che il presidio non verrà tolto fino a che non ci saranno garanzie che evitino lo smantellamento della fabbrica e che venga ritirata la procedura dei licenziamenti.

 

Al termine dell’incontro la FIOM di Latina ha voluto rilasciare un comunicato per distinguersi dalle posizioni assunte dagli altre sigle sindacali Chiusura della Sapa, nulla di fatto nell’incontro in Regione
Fim Uilm e Ugl le quali nell’incontro hanno dichiarato di essere possibilisti alla sottoscrizione di un accordo anche se solo su mandato dei lavoratori.

 

La Fiom di latina si legge nel comunicato “MANTIENE FORTEMENTE LA PROPRIA POSIZIONE SUL NON CEDERE ALLE CONDIZIONI POSTE DALL’AZIENDA, e auspicate dagli uffici della Regione Lazio, perché significherebbe aver abbandonato l’idea e le motivazioni che hanno spinto i lavoratori a prendere l’iniziativa dell’assemblea permanente del 7 luglio, quando l’azienda con uno sgarbo alla dignità ha fatto trovare i cancelli chiusi. Abbiamo scelto di stare al fianco di quei 117 lavoratori che – prosegue la Fiom -, dopo l’atteggiamento mostrato dall’azienda di puro disinteresse e arroganza nei confronti sia di un territorio martoriato che di istituzioni troppo spesso distratte e impotenti, HANNO DECISO DI MANTENERE CON FERMEZZA IL PRESIDIO DELLO STABILIMENTO. RESPINGIAMO AL MITTENTE QUALSIASI PROPOSTA CHE PREVEDA COME CONCLUSIONE LA PURA CESSAZIONE DELLE ATTIVITÀ.

Quello che chiediamo alle istituzioni, diversamente da tutte le altre vertenze, non è il tipo di ammortizzatore migliore ma di stare effettivamente al nostro fianco in questa battaglia. Noi abbiamo scelto la lotta ad oltranza anche se ciò significa costringerci in uno stato di prigionia e non barattiamo un posto di lavoro per nessun tipo di incentivo.

 

Gli operai della Sapa di Fossanova non mollano il presidio e continuano ad organizzarsi per l’occupazione ad oltranza. Intanto continua ad arrivare la solidarietà degli operai delle altre fabbriche della zona del Lazio e oltre.

 

Saluti da Mario di Latina

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