I NUMERI VERI DELLA STRAGE OPERAIA

La Meloni all’inizio del mandato dichiarava “non bisogna disturbare chi produce ricchezza” era un programma che ha dato i suoi frutti. Più libertà di gestione ai padroni grandi e piccoli, più morti fra chi produce veramente la ricchezza per altri, fra gli operai.
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La Meloni all’inizio del mandato dichiarava “non bisogna disturbare chi produce ricchezza” era un programma che ha dato i suoi frutti. Più libertà di gestione ai padroni grandi e piccoli, più morti fra chi produce veramente la ricchezza per altri, fra gli operai.

Caro Operai Contro, nel mese di luglio 2023 i morti sui luoghi di lavoro sono stati 103, compresi quelli in itinere 157. “Ma potrebbero mancarne”, tiene a precisare l’Osservatorio di Bologna.
Nel luglio del 2022 i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono stati 84. Quindi nel luglio del 2023 sono stati 19 in più, pari a un incremento del 22,6%!
Al di la delle chiacchiere e degli annunci nei telegiornali, anche nell’ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, il governo Meloni ha ignorato totalmente le tragedie quotidiane delle morti sul lavoro, e di conseguenza le misure per evitarle!
La promessa della Meloni – nel discorso del suo insediamento – di fermare questo stillicidio applicando le leggi vigenti, si è rivelata una bufala, parole al vento per una mera propaganda.
Nei primi 7 mesi del 2023, i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono stati 542, contro i 451 dei primi 7 mesi del 2022. Quindi quest’anno nei primi 7 mesi, sono stati 91 morti in più, pari a un aumento del 20,2%!
Altro che calo dei morti sul lavoro come raccontano i servi dei padroni e del loro governo, fingendo di non sapere che i dati Inail, non conteggiano i morti assicurati con altre assicurazioni, e quelli in nero.
Nell’indifferenza del governo Meloni, un numero crescente di operai ogni giorno perde la vita per il profitto, in cambio di un salario miserabile.
Lavori e mansioni da eseguire senza neanche avere il tempo di valutarne le tempistiche, le condizioni di fattibilità e di rischio: bisogna farlo perché lo dice il padrone o chi ne fa le veci, dirigente, capo, capetto, caporale, ecc.
Ricatti non sempre diretti, ma impliciti nei contratti precari di molti operai, che temono il mancato rinnovo. Ma, data la crescente pressione salariale, i ricatti aleggiano anche sugli operai con contratti stabili a tempo pieno, mentre una parte dei media sostiene il governo Meloni e la sua guerra contro i poveri, operai compresi: dall’abolizione del Rdc, alle zero misure per contrastare il carovita, dalla precettazione dei ferrovieri in sciopero, alla manfrina sul salario minimo, ha peggiorato i contratti a termine, ha cancellato i fondi per aiutare le famiglie in difficoltà economica e morosità incolpevole, favorendo gli sfratti esecutivi, manda la polizia sui picchetti operai, permette affitti alle stelle a chi affitta agli studenti, rendendo ancor più selettiva la scuola di classe.
Il sindacato confederale – rispetto ai tanti sindacati piccoli che non si coalizzano ma agiscono in ordine sparso – ha la maggior responsabilità delle mancate mobilitazioni contro questa strage, e contro la condizione operaia in generale.
Il governo Meloni fa la guerra ai poveri, agli operai, ai migranti, e poi mostra la sua “sensibilità”, affidandosi alla pubblicità in tivù che dice di non abbandonare i cani.
Su un periodo medio lungo di 15 anni, primi 7 mesi 2023 (542 morti escluso itinere) sui primi 7 mesi 2008 (358 morti escluso itinere), scopriamo un dato ancora più spaventoso:184 morti in più, pari a un incremento del 51,4% in 15 anni.
Suona ancora più sinistra la dichiarazione della Meloni all’inizio del suo mandato: “Non bisogna disturbare chi produce ricchezza in questo Paese”. Alla prova dei fatti, “non disturbati” dai controlli su prevenzione e antinfortunistica, le imprese fra i “frutti” che hanno raccolto nei primi 7 mesi del 2023, sono 91 morti in più sui luoghi di lavoro, (più 20,2%) rispetto lo stesso periodo dell’anno scorso.
Chissà se la Meloni è soddisfatta.
Saluti Oxervator.

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