SALARIO MINIMO E NON SOLO

Governo e Confindustria vogliono bloccare qualsiasi discussione sul salario minimo. Temono che discuterne inneschi la lotta sul salario, perché è solo questa e non la fissazione per legge di una soglia minima salariale, a far loro paura
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Governo e Confindustria vogliono bloccare qualsiasi discussione sul salario minimo. Temono che discuterne inneschi la lotta sul salario, perché è solo questa e non la fissazione per legge di una soglia minima salariale, a far loro paura


 

Caro Operai Contro, il governo Meloni ha depositato un emendamento per sopprimere la proposta di legge di salario minimo legale, presentata dalle opposizioni parlamentari. Pur trattandosi di una miseria di 9 euro lordi all’ora, e avendo la possibilità di bocciarla al momento del voto decisivo in parlamento, al governo Meloni dà fastidio l’idea che da un dibattito in parlamento, si possano vedere attraverso la T.V., le facce e le argomentazioni con le quali i componenti del governo negano il salario minimo legale.
Sarà un caso che questa decisione, arriva dopo pochi giorni che un articolo sul giornale di Confindustria, il Sole 24 ore, dice chiaramente che non c’è bisogno del salario minimo legale, convergendo in pieno sulla posizione da subito espressa dal governo? Oppure non si vuole che prenda quota un dibattito fra gli operai sulla questione salariale in Italia, finora solo denunciata da una parte del sindacato e dei mass media?
Il rapporto Ocse di questi giorni certifica che la mazzata sui salari in Italia continua anche nel 2023, con una diminuzione nel 1° trimestre del 7,5% su base annua. Dopo che il 2022 si era chiuso con un calo del 7% dei salari in Italia, rispetto al periodo precedente la pandemia.
A gettare acqua sul fuoco della spinta salariale sempre più forte, troviamo, e non c’è da stupirsi, tra i tanti deterrenti e detrattori, il Sole 24 ore dell’8 luglio, con tanto di titolone in prima pagina: “Lavoro, così la retribuzione contrattuale batte i 9 euro lordi del salario minimo”, come dire che quest’ultimo non serve fissarlo con una legge. Certo se invece di 9 euro fossero 12 come in Germania o poco meno come in altri paesi, che direbbe il Sole 24 ore?
E ci mancherebbe che tutti i contratti di lavoro siano sotto i 9 euro!
Il giornale di Confindustria, nonostante il suo presidente Bonomi abbia più volte ripetuto che quello del salario minimo non sia un problema che riguardi i padroni della sua associazione, i cui contratti sono più alti di 9 euro, in realtà è preoccupato che dilaghi la spinta per il salario minimo, alimentando quella più generale dei miserabili salari in Italia, oltre il minimo.
Dice il “Sole” che il salario minimo esiste già, come risultato degli accordi fra le parti nei contratti di categoria. Bella scoperta! Ma il salario minimo legale servirebbe a tutti quei milioni di operai e lavoratori con paghe da terzo mondo! Di che si preoccupa Confindustria se come dice il problema non la riguarda?
In realtà non è proprio così.
L’articolo del Sole 24 ore mette in bellavista in neretto le paghe orarie di 11 (undici) CCNL più applicati, e ne ricava una media oraria di 10,9 euro. Per concludere che esiste già un salario minimo contrattuale a 9 euro, non c’è bisogno di fissarne un altro con una legge.
Questa conclusione non solo non tiene conto dei lavoratori che non arrivano a 9 euro lordi, intesi senza frazioni di tredicesima e Tfr, che sono 4,6 milioni secondo l’inps; bensì considera il salario minimo, decontestualizzato dalle ore lavorate in un mese, dalla continuità o meno del rapporto di lavoro, due fattori che determinano con la paga oraria, l’importo e la regolarità della busta paga mensile. Senza queste considerazioni, il salario minimo (legale o contrattuale) rimane un puro esercizio empirico.
Per i lavoratori permanenti a tempo pieno (12milioni 781mila) ha un senso, per i permanenti a tempo parziale (2milioni 596mila) con una busta paga più leggera, ne ha un altro. Come per i lavoratori a termine a tempo pieno (1milione 983mila) e quelli a tempo parziale (881mila) (Dati Istat riferiti al 1° trimestre 2023).
Più è precario e a “scadenza” il rapporto di lavoro, più si vedrebbe offrire un salario minimo legale, quella parte ondivaga di forza lavoro, che alterna fasi di lavoro a periodi di disoccupazione. Tolti i permanenti a tempo pieno, i numeri sopra parlano di 5milioni 460mila fra operai e lavoratori, quali potenziali candidati al salario minimo legale, ogni volta che devono cominciare una nuova occupazione.
Probabilmente avrebbero più forza anche gli oltre 3 milioni di lavoratori irregolari, nel non subire il ricatto dei padroni che offrono lavoro in nero o in grigio (così definiti quest’ultimi perché solo apparentemente sono assunti in regola).
Il governo Meloni sta regalando soldi ai padroni con i condoni, la flax tax e la cosidetta “pace fiscale”. Soffoca sul nascere anche la miseria di un salario minimo a 9 euro lordi all’ora. Lo spaventa il solo fatto che un dibattito parlamentare, potrebbe contribuire ad alimentare una discussione fra gli operai, sul come mobilitarsi per superare i miserabili salari in Italia, non solo i minimi.
Saluti Oxervator

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