LA FIOM DELUDE ANCORA

Firmatutto e Fiom, dopo anni trascorsi da separati in casa, si uniscono in assemblea e per lo sciopero nazionale. Un operaio Stellantis di Melfi dopo lo sciopero di ieri, 10 luglio: “Loro che ci hanno tenuto a freno finora, che hanno sottoscritto lo smantellamento della linea, ora ci accusano di essere pecore. Ma se davvero ci volete lupi, cominciate ad esserlo anche voi!”
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Firmatutto e Fiom, dopo anni trascorsi da separati in casa, si uniscono in assemblea e per lo sciopero nazionale. Un operaio Stellantis di Melfi dopo lo sciopero di ieri, 10 luglio: “Loro che ci hanno tenuto a freno finora, che hanno sottoscritto lo smantellamento della linea, ora ci accusano di essere pecore. Ma se davvero ci volete lupi, cominciate ad esserlo anche voi!”


 

La Fiom aveva fissato una assemblea in solitaria per poi correggere il tiro e farla unitaria assieme ai firmatari. L’assemblea del 5 luglio questa volta aveva uno scopo ben preciso, unire gli operai nella lotta alla distruzione posta in essere dal padrone.
La segreteria della Fiom non ha nemmeno ipotizzato di attaccare il padrone, tutti i problemi ricadono sulle assenze del governo, sulla mancanza di una politica attenta e infine, citando le parole della segretaria regionale “la colpa è anche del silenzio preoccupante degli operai”.
Quindi, gli operai che per anni hanno seguito quei cialtroni dei sindacati accettando di sacrificarsi in virtù della promessa di un futuro roseo, ora vengono additati come colpevoli. Prima ci trasformate in pecore dormienti e poi dite che ci vorreste lupi perché ormai non sapete più che pesci prendere. Ma ora conviene fare i lupi? Ora che l’azienda non vede l’ora di licenziare, di metterci in condizioni di accettare le uscite volontarie e di subire trasferte imposte, fare i lupi significa essere disposti ad andare fino in fondo nella lotta, come nei 21 giorni. Limitarsi a dire che dovremmo essere lupi, serve solo al sindacato per aiutare l’azienda a diminuire il numero degli schiavi.
La Fiom doveva sostenere l’assemblea in solitaria e sostenere lo sciopero, i firmatari dovevano solo accodarsi e appoggiare lo sciopero fisicamente, schierandosi tutti all’ingresso dello stabilimento assumendosi la responsabilità di migliaia e migliaia di tessere pagate per anni dagli schiavi.
Hanno deciso invece di fare una assemblea unitaria e di dividere lo sciopero, un presidio alla regione e uno ai cancelli dello stabilimento.
Quali risultati può ottenere uno sciopero di 4 ore senza la presenza in toto dell’apparato sindacale? Nessuna, solo operazioni di facciata.
Eppure i segretari avevano anche parlato di sciopero ad oltranza, ma quello che dicono ha lo stesso valore delle procedure di raffreddamento, stronzate utili a far perdere tempo.
Il padrone continua a non considerarci, ad oggi non esiste un piano industriale, non esistono numeri ma solo incertezza. Sappiamo che da settembre la produzione diminuirà, aumenterà quindi l’esubero con il valzer delle trasferte.
Quanto tempo dureranno queste trasferte?
Saranno obbligati tutti gli schiavi?
Tornati dalla trasferta possiamo stare tranquilli o saremo costretti a continui trasferimenti da una parte all’altra?
Domande senza risposta.
Tra i primi obbligati alla trasferta ci sono stati operai che usufruivano della legge 104, alcuni sono stati costretti a licenziarsi perché impossibilitati a spostarsi. Cosa hanno fatto i sindacati per questi lavoratori? Hanno assistito mentre il padrone mieteva le prime vittime.
Dopo continui rinvii l’azienda ha comunicato che chi usufruisce della legge 104 non verrà obbligato alla trasferta.
Per tutti gli altri sembra non esserci scampo.
Bambini, situazioni familiari, impegni esterni alla fabbrica, sembra che non siano validi motivi per venir meno a questa assurda imposizione.
Possiamo già preventivare che non ci sarà nessuno sciopero ad oltranza, che non ci sarà nessuna azione forte da parte di nessun sindacato ma solo un comunicato aziendale a dettare il destino dello stabilimento di Melfi.
Se ci volete lupi bloccate la produzione, create presidi stabili all’ingresso, contrastate l’obbligo delle trasferte e agite di conseguenza, altrimenti non vale la pena mettersi appresso a voi “contro” il padrone.
Che fine ha fatto la Fiom? Non basta rifiutare una firma per fare i rivoluzionari. Bloccate tutto, prendetevi le vostre responsabilità, noi pecore sappiamo cosa fare.
Ninco Nanco, operaio Melfi

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