MELONI E LO SCHERZONE DEL PRIMO MAGGIO

La solita politica del bastone e della carota confezionata per il 1° Maggio, giornata storica della tradizione  operaia. La carota: un’elemosina offensiva di fronte all’inflazione. Il bastone: la riduzione del reddito per i poveri e più precarietà. E i capi di CGIL-CISL-UIL-UGL fanno da tappeto il 30 Aprile.
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La solita politica del bastone e della carota confezionata per il 1° Maggio, giornata storica della tradizione operaia. La carota: un’elemosina offensiva di fronte all’inflazione. Il bastone: la riduzione del reddito per i poveri e più precarietà. E i capi di CGIL-CISL-UIL-UGL fanno da tappeto il 30 Aprile.


 

Caro Operai Contro, continuando a giocare a nascondino anche non riconoscendo il vero significato del 25 aprile, con giustificazioni di un bambino che vuole nascondere la marachella, la capa del governo Meloni, parte con un’altra provocazione, pretendendo di strumentalizzare la giornata del 1° maggio, presentandola come una intensa giornata lavorativa per sé e i suoi ministri, dopo la baldoria festaiola dei giorno scorsi.
Non meno provocatorie sono le motivazioni per le quali hanno deciso di incontrarsi proprio in questa giornata. Si riuniranno per confermare, i miserabili aumenti salariali di 19 euro al mese, (16 netti) presi dal taglio dell’Irpef, per non far sborsare soldi ai padroni. Mentre l’Istat con i dati di aprile comunica che nel quarto trimestre del 2022, il calo del potere d’acquisto delle famiglie è direttamente collegato all’aumento della quota di profitto delle aziende.
Tra ottobre e dicembre dell’anno scorso il reddito dei consumatori è aumentato del solo 0,8%, con l’inflazione al 12,7% il potere d’acquisto è calato di 3,7 punti percentuali. Dati che appaiono empirici rispetto al carovita di tutti i giorni.
Con i meno abbienti che scivolano nella povertà, il presidente di Unione Nazionale Consumatori, M. Dona, conferma che nel resto d’Europa il tasso di risparmio è in crescita: “Gli italiani intaccano i loro risparmi nel tentativo vano di mantenere il loro tenore di vita, ma la perdita del potere d’acquisto, il caro bollette e il costo della vita alle stelle avranno ripercussione sul costo della nostra vita”. Quindi altro che le attenuazioni vagheggiate dal governo. E fino quando chi ne possiede potrà attingere ai risparmi?
In discussione del governo Meloni il 1° maggio, ci sono almeno altri 2 punti antioperai. Uno è la liberalizzazione dei contratti a termine senza causali dai 12 ai 24 mesi, prorogabili fino a 36. Alla Meloni per assecondare il Made in Italy, non basta che i contratti a termine siano passati dai 7,7 milioni del 2021, agli 8,5 milioni del 2022: vuole ancora incentivare il lavoro precario e ridurre l’occupazione a tempo indeterminato.
L’altro punto che il governo Meloni dovrebbe decidere il 1° maggio è il taglio del Reddito di cittadinanza, che dal 1° gennaio 2024 lascerebbe sulla strada almeno 400 mila persone. Il Rdc resterebbe sotto altro nome, per un numero fortemente ridimensionato degli aventi diritto, con l’assegno drasticamente ridotto e limitato nel tempo, sia che si trovi o non si trovi lavoro.
Nonostante da marzo siano apparsi sui giornali varie ipotesi e tabelle, all’interno del governo c’è tensione. Come dimostra la “scivolata” in parlamento del 27 aprile, dove la Lega facendo mancare i voti per approvare lo scostamento di bilancio, ha mandato un chiaro segnale alla Meloni, che invece su questioni quali l’abolizione del Rdc, che gli ha fruttato tanti voti, non intende fare troppe concessioni, disposta pure a lasciare per strada 400 mila persone dal 1° gennaio 2024.
In ogni caso il “risparmio” che il governo otterrebbe dal taglio del Rdc, non basterebbe lontanamente a coprire da subito il promesso aumento delle pensioni minime, e tantomeno le ventilate detrazioni per “incentivare le nascite”.
Ma né la Meloni, né nessuno del suo governo vuole andare a prendere i soldi, intaccando gli aumentati profitti ed extraprofitti: dopo 13 condoni fiscali e la flax tax non vanno certo a disturbare i padroni.
Se la sera del 1° maggio la Meloni si affaccerà ai telegiornali annunciando effettive le decisioni preannunciate, sarà il 1° maggio dello scherzone. Potrà anche dire che ha coinvolto i dirigenti sindacali confederali, li ha chiamati a raccolta la sera prima del Primo maggio e questi pecoroni saranno disciplinatamente accorsi a sentire le sue chiacchiere demagogiche sollevando le solite innocue lamentele. Cosa devono ancora fare governo e padroni per avere una reazione di massa alle loro azioni antioperaie?
Saluti Oxervator

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