FIOM PRIMO SINDACATO, ORA COSA CAMBIA?

Alla Stellantis di Pomigliano, alle elezioni dei rappresentanti della sicurezza la FIOM è il primo sindacato con il 37% di voti, pari a 1.380 voti. Servirà a qualche cosa?
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Alla Stellantis di Pomigliano, alle elezioni dei rappresentanti della sicurezza la FIOM è il primo sindacato con il 37% di voti, pari a 1.380 voti. Servirà a qualche cosa?


 

Il 3-4-5 aprile scorso a Pomigliano ci sono state finalmente le elezioni per eleggere i rappresentanti della sicurezza. Questa volta meno antidemocratiche perché può parteciparvi anche la Fiom. La scelta degli operai è stata chiara e netta: con quasi il 37%, pari a 1.380 voti, hanno fatto stravincere la Fiom che diventa così il primo sindacato in Stellantis Pomigliano. La domanda nasce spontanea: “Cosa cambia adesso?” Il voto degli operai è l’affermazione di un principio di lotta: non possiamo più sopportare che Stellantis ci tratti da schiavi. E’ arrivato il momento di reagire. Dopo questo risultato gli operai si aspettano che l’organizzazione d’opposizione alla linea dei “bidelli” aziendali (sindacati firmatari del contratto separato), forte del mandato degli operai, ponga al primo posto quello che un sindacato deve fare: rappresentare e difendere gli interessi degli operai. Le prime dichiarazioni del Segretario Nazionale Michele De Palma: “Vogliamo essere il primo sindacato per cambiare le condizioni dentro la fabbrica”, non saranno prese in considerazione dagli operai in modo superficiale. Dovranno essere seguite dai fatti.
Se si pensa che la cosiddetta “cura Marchionne” ebbe inizio proprio a Pomigliano per poi estendersi in tutto il territorio nazionale, la speranza, utilizzando una parola in tema con la “settimana santa”, è che si possa definitivamente rinascere e riconquistare tutto quello che in questi anni ci hanno tolto. C’è la speranza; ci sono i presupposti per i tempi che corrono; c’è la classe operaia che ha deciso di dare un segnale importante; ma ci sarà il sindacato “OPERAIO”? Lo scopriremo solo vivendo. Per adesso, la richiesta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, espressa nel comunicato ufficiale FIOM, di riprendere il confronto tra le parti, suona come la riproposizione della vecchia logica perdente che si appoggia agli eventuali, e sempre interessati, interventi istituzionali e non alla forza della mobilitazione operaia.
Il mandato alla FIOM non può avere come risposta “cambiamo tutto per non cambiare niente”. Il voto a Pomigliano è il segnale che gli operai sono stanchi di essere fregati dal padrone e dai suoi servi sindacali. Con o senza la FIOM si sono rimessi in marcia.
PILONE, Operaio Stellantis Pomigliano d’Arco

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