CANTIERI SELVAGGI

Il nuovo codice degli appalti rende più libera l’azione dei padroni dell’edilizia. Chi ne farà le spese? gli operai edili. Salari più bassi, rischi più alti. Se il sindacato Confederale pensa di opporsi con qualche piccola sceneggiata ha fatto male i conti. Per fermare Salvini e soci ci vogliono scioperi veri.
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Il nuovo codice degli appalti rende più libera l’azione dei padroni dell’edilizia. Chi ne farà le spese? gli operai edili. Salari più bassi, rischi più alti. Se il sindacato Confederale pensa di opporsi con qualche piccola sceneggiata ha fatto male i conti. Per fermare Salvini e soci ci vogliono scioperi veri.


 

Caro Operai Contro, con il 13° condono (questo penale, per i grandi evasori) dopo i 12 fiscali varati con la legge di Bilancio, il nuovo codice degli appalti pensato dal ministro delle Infrastrutture Salvini, e approvato dal governo Meloni, “è una follia che mette a rischio la sicurezza e ci porta indietro agli anni “70”. Questo è un giudizio ricorrente con il quale è stato bersagliato dalle voci indignate che ha provocato, tra queste anche Cgil e Uil, che il 1° aprile (sabato!) hanno chiamato gli operai dell’edilizia a presidiare la piazza in 5 città: Roma, Torino, Napoli, Palermo, Cagliari.
I 3 segretari confederali, sordi all’esempio di lotta dei “cugini” francesi, lasciano ancora in fase di “incubazione” gli scioperi e le mobilitazioni annunciate da loro stessi, dopo gli inconcludenti incontri con il governo Meloni.
1,3 milioni di edili, più tutti gli operai che lavorano sui cantieri, fabbri, falegnami, idraulici, ecc. saranno ancora di più potenziali vittime, costretti a lavorare in cantieri pubblici assegnati per il 98% senza gara d’appalto, e una cascata di subappalti grandi e “spezzatini”, ai quali il nuovo codice spalanca le porte.
L’innalzamento della soglia sotto la quale viene abolita la gara d’appalto, per sostituirla con l’affidamento diretto, innesca, o un prezzo al ribasso nell’assegnare i lavori, o un prezzo gonfiato all’insegna della spartizione di favori e mazzette tra i contraenti, siano essi privati o della pubblica amministrazione.
In ogni caso potranno spartirsi la torta come vogliono, lasciando briciole per i salari e tempi stretti entro il quale finire i lavori. Ne faranno le spese con pesanti condizioni di lavoro e infortuni, gli operai dei cantieri e quelli ad essa legati.
Con il nuovo codice, a maggior ragione, gli operai per salvaguardare la propria incolumità, dovranno stare ben attenti sui cantieri, con il fiato sul collo di capi e caporali a non infortunarsi.
I dati riferiti al 2022 dell’Ispettorato del lavoro, dicono che sulla sicurezza nel settore edile c’è il 59% delle violazioni, il 18% dei lavoratori in nero, violazioni e trasgressioni che riguardano il 17% degli operai di questo settore, compresa l’intermediazione illecita di manodopera. Nel 2022 i morti sul lavoro nell’edilizia sono stati 110, il 56% per caduta dall’alto, di questi molti con più di 60 anni, un’età in cui più nessuno dovrebbe essere sulle impalcature.
Dal Fatto Quotidiano riprendiamo un passaggio sui nuovi criteri nell’assegnare i lavori: “L’affidamento diretto obbligatorio per gli appalti sotto i 150 mila euro per il quale, andrà benissimo il cugino o anche chi mi ha votato. Soprattutto nei piccoli centri”. Si introduce, poi, la procedura negoziata senza bando: basteranno cinque inviti per gli appalti fino a un milione di euro e dieci inviti per gli appalti tra 1 e 5,4 milioni. Ancora una volta sarà semplice privilegiare alcune aziende rispetto ad altre, sottraendo, secondo le stime, alla concorrenza il 98% dei lavori. “Si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio”.
Salvini ha cercato, senza riuscirci, di far dimettere il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) Giuseppe Busia, perché aveva osato criticare il nuovo codice. Ma il presidente dell’ANAC è rimasto al suo posto, dichiarando: “ Non mi dimetto”.
Il capo della Lega insiste che il nuovo codice degli appalti semplifica e riduce i tempi della burocrazia, respinge le critiche e così tenta di giustificarsi: “Mafia e morti sul lavoro? Chi lo dice è in malafede o ignorante”.
Tra i tanti che non la pensano come lui, c’è il procuratore aggiunto di Genova Francesco Pinto che dichiara: “ La riduzione dei tempi (della burocrazia ndr) non ha nulla a che fare con la trasparenza: in questo modo non si favorisce lo snellimento delle procedure, ma l’illegalità”. E precisa: “Le misure su appalti e fisco annunciate dal governo: “Favoriscono un sistema criminogeno, sono un aiuto alla mafia”.
Saluti Oxervator.

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