DI MALE IN PEGGIO ALLA STELLANTIS DI POMIGLIANO

Un operaio scrive “Se volessi elencare tutto lo schifo che continuiamo a subire da anni, non basterebbe un articolo ma dovrei scrivere un'enciclopedia…”
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Un operaio scrive “Se volessi elencare tutto lo schifo che continuiamo a subire da anni, non basterebbe un articolo ma dovrei scrivere un’enciclopedia…”

Provo a sintetizzare.

AMMORTIZZATORI SOCIALI: Cara INPS ti scrivo, forse ti svegli un po’….
A Pomigliano viviamo da oltre 10 anni in regime di cassa integrazione ed attualmente circa 1500 lavoratori continuano a subire questo stato dell’arte. Ciò nonostante, e senza avercela coi compagni di lavoro, ci sono centinaia di colleghi che da Melfi e Cassino, sono qui in trasferta. È mai possibile una cosa del genere?

SALUTE E SICUREZZA: Quanti anni sono che leggiamo comunicati dei sindacati su questo argomento? Fanno un copia/incolla inserendo sempre il solito elenco; oramai ho perso il conto e sta di fatto, che ad oggi la situazione è sempre la stessa. Dei ritmi assurdi alla quale siamo sottoposti a lavorare da diversi anni ne vogliamo parlare? Quest’ultimi non sono un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori? Sono già assurdi ma pare che nelle prossime settimane con l’inizio del doppio turno su Panda, peggioreranno ancora di più. Infatti non è un caso che il numero di RCL (lavoratori con ridotte capacità lavorative), soprattutto tra i più “giovani”, è in aumento ed il numero è destinato sfortunatamente, a crescere ancora.

PREMIO: Premio? Le cose andrebbero chiamate col loro nome. Quello che presto ci verrà erogato e che ormai accompagna quel “fantastico” contratto cucito appositamente per consentire all’azienda di fare tutto quello che vuole, non è altro quella che un tempo chiamavamo quattordicesima con la differenza che col CCSL (Contratto Specifico di Lavoro) ci viene erogato nel mese di febbraio.
I premi sono altri, vedi Francia dove nonostante i 4000 € si proclama sciopero perché lo si ritiene basso e da noi invece, per 400 € che ci verranno date il prossimo aprile, il sindacato firmatario fa festa e fa passare il tutto come un altro successo dovuto alle loro grandissime capacità di contrattare per il bene dei lavoratori. Certo che la faccia ce l’hanno proprio come il culo!
Dall’altra parte come di consuetudine ormai, nessun tipo di reazione concreta da parte della Fiom. Considerando il malumore tra gli operai, si doveva assolutamente fare di più, invece la solita sensazione, ovvero che si stia gettando acqua sul fuoco.

EFFICIENZA & FLESSIBILITÀ: Queste sono le due parole d’ordine alla quale i sindacati rispondono solo e sempre :”Signor sì”. Delle comunicazioni all’ultimo secondo ne parliamo da tempo e lo schifo continua (martedì 21 febbraio hanno avvisato tra le 21:30 ed addirittura le 23, che il turno di mattina non avrebbe lavorato) ma qualche giorno fa si è raggiunto un livello davvero alto di flessibilità. Un intero turno di lavoro mandato in un altro reparto, quello della Panda, senza alcun addestramento, a fare una normale giornata di lavoro. Come se non bastasse a questi lavoratori che terminavano il turno di pomeriggio, è stato chiesto in maniera “volontaria” (sicuramente) di scendere anche per il turno di mattina, dalle 6. Certo, la scelta dei colleghi operai è assolutamente discutibile ma dov’è il sindacato? Forse i “bidelli” (sindacato firmatario) sono troppo impegnati ad accontentare le esigenze dell’azienda col prossimo rinnovo contrattuale che peggiorerà ancora di più la nostra situazione lavorativa? E la “rivoluzionaria” Fiom che a parole non vuole il CCSL che sta facendo? Il non firmare non vuol dire che non ci si lavi le mani!

SINDACATO: La sintesi la finisco proprio con loro, il Sindacato con la esse maiuscola, dove ormai pare che non ci sia proprio differenza tra firmatari e non, i fedeli accompagnatori di un’azienda che va spedita per la sua strada pronti ad esaudire ogni suo desiderio purché salvino il loro privilegio al cospetto della classe operaia. Perché la stessa FIOM che critica spesso le scelte aziendali e “minaccia” di tanto in tanto che ci “vorrebbe” uno sciopero, di fatto fa poco o nulla. Gli scioperi si preparano. Si fa una campagna tra gli operai denunciando che grazie al peggioramento delle nostre condizioni di lavoro gli utili di Stellantis quest’anno superano i 20 miliardi. Si martella sul fatto che se noi scioperiamo per gli azionisti e dirigenti aziendali finisce la cuccagna. Si fanno assemblee e volantinaggi martellando sempre sul fatto che solo lo sciopero e la mobilitazione costringono l’azienda a cambiare atteggiamento. Cose del genere però mettono in crisi la “concertazione”, i tavoli con l’azienda, che sono l’obiettivo principale. Non si può essere contemporaneamente “sindacato di opposizione e di governo”.
Intanto noi operai navighiamo sempre di più in un mare di melma e se si è convinti che prima o poi arriverà una scialuppa di salvataggio a porre fine a tutto ciò, ci si sbaglia di grosso. A nuotare verso la riva per metterci in salvo dobbiamo pensarci da soli. Solo così potremmo ritornare ad essere liberi da quelle catene che ci rendono schiavi.

PILONE operaio Stellantis Pomigliano d’Arco

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