GLI OPERAI NON SI PIEGANO, BOCCIATA ANCORA LA NUOVA TURNISTICA

Respinto un anno fa dalla maggioranza degli operai l’introduzione dei 21 turni proposti dall’azienda e dal sindacato. All’Exide ci hanno riprovato in questi giorni con subdole manovre ma il verdetto degli operai è chiaro: NO ed ancora NO.
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Respinto un anno fa dalla maggioranza degli operai l’introduzione dei 21 turni proposti dall’azienda e dal sindacato. All’Exide ci hanno riprovato in questi giorni con subdole manovre ma il verdetto degli operai è chiaro: NO ed ancora NO.


 

Nello stabilimento della multinazionale americana Exide Technologies di Romano Lombardo (BG), 600 dipendenti, gli operai producono batterie.
L’azienda con il beneplacito attivo dei sindacalisti filo padronali di Fiom, Fim e Uilm aveva tentato nel luglio 2021 di “massimizzare” l’utilizzo degli impianti. Voleva introdurre 21 turni, tre turni di lavoro giornalieri a scorrimento. Il ricatto infiocchettato malamente da padrone e sindacato era semplice, più occupazione e investimenti in cambio di aumento dello sfruttamento e distruzione della vita familiare e sociale per gli operai.
La maggioranza degli operai aveva, allora, respinto con un referendum la proposta del padrone e dei suoi servi nel sindacato con un secco 90% di voti contrari (No 190/Si 19).

Nei giorni scorsi, dopo quasi un anno, la direzione aziendale ci riprova e il servilismo dei sindacalisti collusi diventa sempre più palese, non solo mettendo gli operai di differenti stabilimenti gli uni contro gli altri – “Tale soluzione infatti può migliorare il posizionamento strategico dello stabilimento di Romano all’interno del Gruppo” (comunicato sindacale in supporto dei 21 turni)-, ma anche consentendo al padrone di includere nel voto gli impiegati, non interessati dall’introduzione dei 21 turni. Cercando così di piegare subdolamente l’opposizione operaia.

Inutilmente! Pur mettendo in moto tutta la macchina per imporre agli operai una scelta favorevole all’azienda non c’è stato niente da fare. Gli operai hanno resistito e la maggioranza ha confermato il no al nuovo regime di turni.

La domanda naturale che si pone oggi è “chi tutela gli interessi degli operai alla Exide?” Sicuramente non gli zerbini delegati di Fiom, Fim e Uilm di cui gli operai hanno chiesto la revoca, raccogliendo le firme necessarie.
Non il padrone che pensa solo a garantire grassi profitti agli azionisti.
Alla Exide gli operai hanno fatto la scelta giusta agendo in proprio, dicendo chiaro che solo loro possono efficacemente tutelare i propri interessi!
M.C.


 

Da primatreviglio.it del 27/6/22

Ciclo continuo, i dipendenti di Exide dicono ancora una volta “No” e sfiduciano i rappresentanti sindacali

Ha avuto un esito di certo non sperato per azienda e sindacati la votazione dei dipendenti.

Ha avuto un esito di certo non sperato, per azienda e sindacati, la votazione con cui i dipendenti dello stabilimento Exide a Romano hanno deciso di non adottare come sistema organizzativo della produzione a ciclo continuo.

Bocciatura e sfiducia
E’ arrivata nei giorni scorsi la seconda bocciatura, dopo quella di luglio dell’anno scorso, della proposta di introdurre la nuova modalità di turnazioni lavorative aziendali di produzione nello stabilimento di Romano che dai tre turni da lunedì a venerdì, avrebbe previsto un ciclo scandito da quattro giorni lavorativi e due di riposo a prescindere delle festività. Tra i punti dell’intesa, i gettoni presenza ai lavoratori che prevedevano al primo turno di sabato e domenica 30 euro lordi, al secondo 60 e al terzo 75, l’aumento (al 59%) della maggiorazione sul notturno e la stabilizzazione di almeno 32 interinali nel triennio.

Numeri che però non hanno convinto i i dipendenti che se pur di poco, tre voti, hanno bocciato la proposta e non solo raccolte le firme per sfiduciare i sindacati. Una bocciatura da parte dei lavoratori rispetto a luglio 2021 quando 190 erano stati i “no” contro soli 19 “sì”, mentre ora i “no” sono stati (165) contro “sì” (162). Numeri diversi anche per quanto riguarda il totale degli aventi diritto al voto, che sono lievitati nel corso dell’ultimo anno. Un fatto che non è passato inosservato ai lavoratori in produzione che non hanno visto di buon occhio la posizione dei sindacati di fronte all’organizzazione dello scrutinio. Nell’ultima votazione infatti rispetto a quella di luglio 2021 quando a votare sono stati solo i dipendenti della produzione, quelli cioè interessati effettivamente e praticamente dalle nuove turnazioni., questa volta sono stati inclusi anche i lavoratori del reparto logistica, gli impiegati dell’ufficio acquisti e quelli dell’ufficio del personale. All’indomani dell’esito i dipendenti della produzione si sono organizzati e hanno raccolto le firme raggiungendo un numero elevato per sfiduciare la Rsu e i delegati sindacali.

La proposta dell’azienda
I dipendenti della Exide Technologies di Romano hanno così respinto l’ipotesi di accordo raggiunta con l’azienda produttrice di batterie per passare a 21 turni. Il Gruppo Exide infatti prevede un piano di investimenti quinquennale, per un totale di 19 milioni di euro che potrebbe agevolare il consolidamento della competitività del plesso di Romano. Nell’ambito degli interventi e iniziative necessarie per consentire comunque un incremento di produttività dello stabilimento, si è reso necessario definire le condizioni per l’attivazione della turnazione a ciclo continuo, estensibile a tutte le aree aziendali.
“Tale soluzione infatti può migliorare il posizionamento strategico dello stabilimento di Romano all’interno del Gruppo, – si legge nella proposta presentata dai sindacati ai lavoratori – agevolando la continuità produttiva e la conseguente tutela occupazionale nonostante il difficile contesto di mercato, recentemente aggravato anche dall’incremento dei costi energetici e dalle difficoltà di approvvigionamento di materie e componenti, che impattano anche sul settore automotive. La praticabilità del ciclo continuo è altresì condizione indispensabile per una possibile significativa e progressiva allocazione, presso lo stabilimento di Romano , di nuovi carichi di produzione”.
Le modalità di adozione del ciclo continuo sono state ampiamente dibattute e discusse in plurimi incontri sindacali ed approfondimenti tecnici, con la finalità di impostare un programma di turnazione che permettesse di realizzare incrementi di produttività con il minore disagio per i lavoratori coinvolti e con il maggiore sostegno al reddito compatibile con le condizioni di equilibrio economico complessivo aziendale.

Gli investimenti su Romano
“A fronte di esito positivo referendum per l’attivazione del 21°turno, verrà sbloccato il primo step di investimenti previsti nel piano “Exider P83”. -si legge nel documento sindacale – Tale piano prevede per lo stabilimento di Romano di Lombardia: – la produzione e la fornitura di nastro punzonato Punch per batterie AGM, da spedire in Spagna per permettere la produzione di queste batterie, anche nel loro stabilimento. – la ricollocazione a Romano di circa 700 mila batterie liquide aggiuntive. I primi 2,5 milioni di Euro d’investimento saranno quindi dedicati alla copertura di questi punti, in modo particolare attraverso una profonda riqualificazione della formazione. Il secondo step rappresenta il punto di partenza per futuri investimenti necessari a convertire parte dei nostri impianti da batterie tradizionali ad AGM ed all’estensione del plant, per poter salire ad un volume pari a 1.750.000 AGM (lo scorso anno abbiamo prodotto 1.025.000 AGM), ribadendo la centralità di Romano nel sistema Exide”.

Le reazioni di sindacati e azienda
L’esito della votazione che ha di fatto diviso l’azienda a metà e la raccolta firme contro i sindacati, i cui rappresentanti resistono al loro posto, ora ha creato una situazione di stallo, in cui l’aspetto più pericoloso è l’impossibilità di fare accordi con i dipendenti.

“Nelle giornate di mercoledì 15 e giovedì 16 giugno, si è svolto il Referendum sull’ipotesi di accordo “21 turni”, presentato nelle assemblee nella giornata di martedì 14 giugno, il quale ha avuto un esito negativo, per effetto di questo non ci sono le condizioni per firmare l’accordo. – recita un nota congiunta dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil – Esprimiamo il nostro rammarico in quanto avrebbe dato certezze su investimenti, occupazione, salario e un forte rilancio, nonché centralità Exide del Plant di Romano”.

Una posizione analoga a quella espressa dall’azienda attraverso i suoi vertici dirigenziali.
“Nel pieno rispetto della consulta democratica, esprimiamo pieno rammarico per l’esito del referendum.- ha detto Federico Montessori, amministratore delegato di Exide – L’azienda aveva presentato un proposta d’investimento che avrebbe garantito uno sviluppo importante dello stabilimento, in termini non solo quantitativi ma anche di competitività del brand nel mercato”.

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