“NON PIU’ COME PRIMA”

Il vero significato, per gli operai, del ritornello cantato e ricantato dai burattini del sistema nel corso della pandemia
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Il vero significato, per gli operai, del ritornello cantato e ricantato dai burattini del sistema nel corso della pandemia

Questo è il ritornello che ci ha accompagnato per tutti i mesi passati durante il lockdown, poi appena è passata la buriana pian piano l’elemento catalizzatore di questa società, il profitto, ha ripreso la sua funzione primordiale, riportare gli operai ad uno stato di schiavitù legalizzata.
In questo urlo liberatorio “ non più come prima “ vi hanno trovato casa migliaia di persone delle diverse classi sociali prodotte da questa società, magari speranzose che bastasse un annuncio pubblico per evitare il contagio o se contagiati di avere un posto in prima fila nelle strutture ospedaliere specializzate o trovare uno spazio nel pubblico per aumentare i propri ricavi privati fornendo materiali sanitari e via via qualunque situazione che questo urlo liberatorio garantisse un privilegio individuale anche a discapito di altri.
Poi in questo gesto canoro si sono inserite talune vecchie generazioni oramai rese dai mass media futili comparse, ma utili per la classe dirigente politica per propagandare i doverosi cambiamenti che ci aspettano per garantire l’avvento di un futuro migliore alle nuove generazioni
Non poteva mancare il sindacato o quel che rimane del sindacato, un insieme di soggetti buoni solo ad accompagnarti ad una eutanasia di sistema mediante livelli di protesta già prestabiliti in partenza e facilmente neutralizzati dal padrone.
Nell’ambito di questa triste accozzaglia di intenti fa parte la cosiddetta piccola borghesia operaia , una forza lavoro assoggettata per piccoli privilegi e per scelta al pensiero univoco padronale.
In questo “non più come prima”, i padroni hanno recepito che possono avanzare liberamente nella sottomissione completa della classe Operaia infatti impunitamente negli ultimi giorni vi sono episodi che hanno riportato il tema delle lotte operaie al centro del conflitto perenne tra proletariato e padroni .
L’agguato squadrista e la morte di Adil durante i picchetti hanno portato alla luce un problema irrisolto da decine di anni, l’organizzazione degli Operai.
Vedere le piazze durante le manifestazioni sindacali si capisce subito dove i dirigenti sindacali hanno portato il movimento operaio, lo hanno suddiviso in cellule ben distinte, ognuna con il suo colore di riferimento, sgretolato dall’obiettivo primario, quello di combattere nelle fabbriche il padrone, fuorviato dalle laboriose ma inutili e deleterie chiacchiere prodotte dagli ultimi contratti .
infatti dall’ultimo tavolo concertativo sui licenziamenti cosa è uscito?
Assolutamente nulla, le proposte di cgil , cisl , uil di prorogare fino ad ottobre a tutte le categorie il blocco dei licenziamenti sono state rispedite al mittente da uno dei tanti burattini “senza gloria” che militano nel governo.
Intanto Il via libera ha già prodotto le prime barbarie, con i sindacalisti già a promettere che tutti i licenziamenti saranno impugnati, che nessuno sarà lasciato solo.
Bah, forse era meglio che ci pensavano prima, cosi non si abbandonavano molti operai licenziati al loro triste destino come nel 2017 per esempio i tre operai, di cui un delegato, della INNSE.
Lo sappiamo bene che queste sono promesse da marinaio, ogni qualvolta si presenta un ostacolo all’inizio si scatena un putiferio “ di parole” poi c’è la rapida marcia indietro su tutto il fronte, in tanti l’avevamo visto nel fallimento sindacale nell’ organizzare le proteste contro la legge Fornero , contro il job act del governo sinidestrorso di Renzi, d’altronde come si fa ad essere focalizzato sulla difesa degli operai, quando si esce da una porta e si entra dall’altra infatti tra i tanti burattini “ senza gloria” militavano, militano e militeranno ex sindacalisti di qualsiasi colore, rosso, verde e azzurro, pronti a recepire gli input di sistema immobilizzando così la controparte sindacale del momento.
E’ come un circolo chiuso, un déjà-vu costante che ha contraddistinto gli ultimi quarant’anni di sindacato.
Ora gli operai hanno ben capito che il “non più come prima” lanciato sui mass media dai padroni è un attacco agli ultimi diritti che ci restano e che l’unica soluzione possibile per difenderci è organizzare un unico contenitore dove gli Operai ritrovino un senso di appartenenza con il quale coordinare le lotte .
Un operaio della INNSE

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