LA NUOVA PROFESSIONALITÀ IN FCA: SALTARE DA UNA POSTAZIONE ALL’ALTRA

In FCA parte la sperimentazione della futura indennità collegata alla capacità dell’operaio di linea di saltare da una postazione all’altra. Lo comunicano soddisfatti i sindacati a libro paga del padrone.
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In FCA parte la sperimentazione della futura indennità collegata alla capacità dell’operaio di linea di saltare da una postazione all’altra. Lo comunicano soddisfatti i sindacati a libro paga del padrone.


Chi seguirà la sperimentazione? I soliti sindacalisti privilegiati e collaborazionisti.

Il sindacato che dovrà contrattare “la nuova professionalità”, con i suoi uomini che non vivono le condizioni degli operai, dopo anni di collaborazione col padrone svolgerà il solito ruolo, far digerire agli operai questo ulteriore livello di consumo delle loro forze al prezzo di quattro soldi. In cambio di questa cosa, tutto l’apparato piccolo borghese e l’aristocrazia operaia all’interno del sindacato ne vedrà confermati i propri privilegi. Dal funzionario al delegato di fabbrica, che stanno tutti meglio degli operai, sono funzionali al sistema e ne traggono vantaggio. C’è qualche sindacato che chiede qualcosa in più per gli operai, ma non è capace di organizzare nessuna seria lotta, c’è chi invece non chiede neanche quello, si accorda con i padroni, facendo scivolare ancora più in basso le condizioni degli operai.
Mentre avviene questo, il funzionario sindacale trascorre la sua vita agiatamente, molte volte utilizza anche il sindacato come trampolino di lancio per arrivare nelle istituzioni e vivere ancora di più una vita agiata. Il delegato di fabbrica non lavora mai e più dimostra di essere disposto a scendere a compromessi con il padrone, di prendere ordini dai burocrati sindacali che prima di lui hanno fatto carriera con lo stesso sistema, più ha la possibilità di arrivare negli strati sociali piccoli borghesi che dirigono il sindacato. Magari riesce anche ad arrivare a sedersi nelle istituzioni dove si legifera a favore dei padroni, contro gli interessi degli operai. Gli operai invece restano una massa di sfruttati dal padrone e utilizzata dalle altre classi sociali.

Gli schiavi consumati stanno fuori, la sperimentazione riguarda solo gli addetti alle linee di produzione.

Quando gli operai si ammalano, nell’ambito dell’organizzazione del lavoro decisa dal padrone, quando non è possibile che vengano licenziati, sono relegati su postazioni di lavoro, chiamate “di preparazione” o vicino a un macchinario. Dove si fatica ugualmente perché i pezzi da preparare sono sempre di più, ma ovviamente non è la linea di montaggio dove la cadenza dei tempi è regolata meccanicamente e non manualmente. Stare in una postazione di lavoro di preparazione o vicino a un macchinario, poiché il ritmo è regolato manualmente per gli operai è un po’ diverso. A differenza degli operai assegnati su una linea di montaggio possono in qualche modo velocizzare il lavoro da svolgere, peraltro minando ugualmente il fisico e menare le braccia e le mani per poi avere pochi minuti in più per andare in bagno o magari farsi una sigaretta fuori. Ovviamente in fabbrica ci sono anche operai che per non farsi consumare prima del tempo, trovano il modo, tramite certificati medici, di non stare sulla linea di montaggio, ovviamente la maggior parte degli operai ha davvero problemi di salute, moltissime volte legati e dovuti al lavoro svolto nella stessa fabbrica. In verità tutti gli operai in fabbrica a prescindere dalle postazioni di lavoro assegnata, come comunità collettiva producono per tutti gli altri che ne traggono anch’essi un reddito, superiore a quello di un operaio. In sostanza in fabbrica possono cambiare in qualche modo i livelli di sfruttamento, ma gli operai sono tutti sfruttati. Gli operai vengono sfruttati tutti dallo stesso padrone. Il padrone sfruttando gli operai può fare la bella vita. Inoltre se il padrone riesce a sfruttare di più gli operai ha la possibilità di rimanere a galla fra gli altri padroni, avere denaro, potere, restare sul mercato con le merci che gli schiavi alle sue dipendenze producono e non cadere in basso in un altro strato sociale meno privilegiato. Quanto è più bravo il padrone a fare i suoi interessi sfruttando gli operai, tanto di più avrà la possibilità di sopravvivere nella concorrenza fra padroni. Dopo l’introduzione del lavoro precario, che sta sostituendo completamente quello apparentemente garantito, i padroni chiedono di più agli operai, mettendo gli stessi operai in gara fra loro.

Ecco la nuova professionalità: bassa, saltare da 1 a 3 postazioni; media, da 4 a 6; e alta, da 7 in su.

Gli operai devono essere disposti a recarsi a lavoro anche se a riposo, devono accettare di “scendere a lavorare” anche se si viene chiamati un’ora prima dell’inizio del turno di lavoro, molte volte anche per iniziare il turno di notte, senza aver avuto la possibilità di riposarsi durante il giorno, rimanere a lavoro anche dopo, se necessario, gareggiare fra turni a chi produce di più. Gli operai devono accettare qualsiasi flessibilità e qualsiasi cosa possa favorire gli interessi del padrone, spostarsi da una postazione di lavoro ad un’altra in qualsiasi momento ed essere in grado di svolgere tutte le postazioni di lavoro. Se in questo non si riesce perché si ha problemi di salute, vuol dire che gli operai in futuro avranno meno soldi. Il documento firmato da questi sindacati, che sembra redatto dal padrone FCA va in questa direzione.
La “sperimentazione” che si intende mettere in atto a partire dal 2021 in tre importanti stabilimenti FCA (Cassino, Melfi e Atessa) è riferita proprio agli operai sulle linee. Si vuole definire diversi parametri di “indennizzo” di una presunta professionalità. Quello che chiamano professionalità è, in realtà, la disponibilità di cambiare, a seconda dei bisogni produttivi, più postazioni di lavoro sulla linea. Più sei flessibile, più postazioni cambi, e più soldi prendi in busta paga. Non conosciamo ancora l’importo di questi indennizzi e non crediamo che siano notevoli. Il padrone da un lato vuole dividerci, metterci in concorrenza, spingerci ad accettare lo sfruttamento più intenso della nostra fatica, ma dall’altro è uno spilorcio, cerca di darci comunque il meno possibile. In suo soccorso verranno i sindacalisti che, leggiamo dalla nota, seguiranno la sperimentazione. Una cosa però appare subito chiaro. Oltre ad accentuare la giostra di noi lavoratori sulle linee, verranno esclusi dal premio e quindi penalizzati, tutti quei lavoratori che a causa di limitazioni fisiche, quasi sempre dovute all’usura fisica di tanti anni di fabbrica, possono lavorare solo su postazioni fisse o solo all’esterno della linea e ciò malgrado fatichino come gli altri.
Crocco, operaio di Melfi

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