Tutto per quattro soldi

Reddito di cittadinanza, una corsa ad ostacoli piena di trappole, limiti minacce e tutto per quattro soldi. Chi veramente avrà i contributi saranno i padroni, i funzionari delle agenzie di collocamento e i sindacati di regime con i Caf.  Una volta la manovra si chiamava legge finanziaria. Era il bilancio di previsione dello stato dei padroni. Era il via alla corsa dei borghesi e dei piccolo borghesi per aggiudicarsi una fetta dei profitti  ottenuta dal lavoro-salariato degli operai. Oggi  oltre il nome “manovra” invece di “finanziaria”, niente è cambiato, la legge per il bilancio di previsione ha sempre lo […]
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Reddito di cittadinanza, una corsa ad ostacoli piena di trappole, limiti minacce e tutto per quattro soldi. Chi veramente avrà i contributi saranno i padroni, i funzionari delle agenzie di collocamento e i sindacati di regime con i Caf.

 Una volta la manovra si chiamava legge finanziaria. Era il bilancio di previsione dello stato dei padroni. Era il via alla corsa dei borghesi e dei piccolo borghesi per aggiudicarsi una fetta dei profitti  ottenuta dal lavoro-salariato degli operai.

Oggi  oltre il nome “manovra” invece di “finanziaria”, niente è cambiato, la legge per il bilancio di previsione ha sempre lo stesso scopo.

Solo che oggi sono al governo due partiti della piccola borghesia. M5S e Lega sono arrivati al governo con la maggioranza dei voti dei circa 60% che hanno partecipato alle elezioni politiche.

Il capo del M5S dice di aver abolito la povertà di 5 milioni di persone. Il reddito di cittadinanza non è ancora partito. Non elimineranno la miseria di nessuno, ma il M5S ha trovato il modo di trasformare poveri e disoccupati  in opportunità di finanziamento per i padroni in cambio forse di assunzioni al lavoro precarie.

Scriveva Operai Contro alcuni anni fa: “Centinaia di migliaia di operai vengono licenziati, lasciati in mezzo ad una strada con un sussidio miserabile e tutti si sgolano a chiedere lavoro. “Ci vuole il lavoro per dare futuro ai giovani, per dare dignità alla gente”, non c’è dirigente politico, sindacalista o cardinale che non metta al centro il problema del lavoro… Di questo mitico lavoro che tutti vorrebbero farci fare, faremmo con piacere a meno. Se siamo costretti al lavoro è semplicemente perché, vendendo la nostra forza lavoro al padrone ne riceviamo in cambio un salario per sopravvivere e sappiamo benissimo che con questo scambio lui si arricchisce e noi schiattiamo.
Questa è la verità, tutte le altre sono mistificazioni, ma mistificazioni che nascondono interessi materiali inconfessabili.”

Nell’epoca in cui c’è meno lavoro, e quello che c’è è precario, il sussidio vincolato a otto ore di lavoro gratuito a settimana per 18 mesi, alla formazione-riqualificazione obbligatoria e agli incentivi alle imprese per assumere persone con un reddito Isee inferiore a 9.360 euro annui – il «reddito di cittadinanza» deliberato ieri dal consiglio dei ministri – servirà a gestire la mobilità di una platea potenziale di quasi cinque milioni di persone, 1,7 milioni di famiglie in cui rientreranno 250 mila nuclei con disabili.

A partire dal mese precedente alle elezioni europee (aprile) fino a dicembre, il “reddito di cittadinanza” servirà forse a dare a pochi un sussidio medio di 390 euro a famiglia.

Il sussidio sarà di 500 euro massimi a famiglia, a cui sarà aggiunto un bonus eventuale e variabile da 280 euro per l’affitto, 150 euro per il mutuo. L’importo sarà accreditato su una carta elettronica da cui non potranno essere prelevati più di 100 euro al mese. Chi non li spenderà presso esercizi preindicati si vedrà scalare i soldi sull’importo successivo.

Dopo sei mesi i poveri cristi dovranno accettarne una proposta di lavoro (?) nel raggio di 100 chilometri dalla residenza. Dopo 12 mesi entro 250 chilometri. Dopo 18 mesi, ovunque sul territorio nazionale, pena la decadenza del sussidio. «Conviene accettare la prima offerta di lavoro» ha sibilato ieri in conferenza stampa Luigi Di Maio. Il contratto potrebbe terminare dopo 6 mesi.

Molte le  sanzioni penali, battezzate da Di Maio «antidivano», contro le dichiarazioni mendaci: ad esempio una da 2 a 6 anni di galera.

Il “reddito di cittadinanza” è il nuovo nome dell’assistenzialismo di stato alle imprese, agli amici e parenti di quelli del M5S e lega che si spartiranno il sussidio della miseria.

 

 

 

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