Brescia: giù le serrande di 15 negozi, dipendenti a casa

Caro Operai Contro, la guerra della concorrenza che i padroni conducono sulla pelle degli operai, con salari da fame e alto sfruttamento, produce licenziamenti anche nella grande distribuzione. Mentre la crisi registra un calo dei consumi, aprono negozi e punti vendita in bacini d’utenza già saturi. Così acuiscono in modo deliberato la concorrenza finché, con le serrande abbassate arrivano i licenziamenti degli operai. Organizzarsi in ogni posto di lavoro è la strada obbligata per gli operai, per contrastare la condizione di sfruttamento e schiavitù. Organizzarsi per mettere fine alla civiltà delle barbarie che si fonda sullo sfruttamento degli operai. […]
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Caro Operai Contro,

la guerra della concorrenza che i padroni conducono sulla pelle degli operai, con salari da fame e alto sfruttamento, produce licenziamenti anche nella grande distribuzione. Mentre la crisi registra un calo dei consumi, aprono negozi e punti vendita in bacini d’utenza già saturi. Così acuiscono in modo deliberato la concorrenza finché, con le serrande abbassate arrivano i licenziamenti degli operai.

Organizzarsi in ogni posto di lavoro è la strada obbligata per gli operai, per contrastare la condizione di sfruttamento e schiavitù.

Organizzarsi per mettere fine alla civiltà delle barbarie che si fonda sullo sfruttamento degli operai.

Saluti da Ghedi

 

Ti mando questo articolo di BresciaToday 23 settembre 2017

Freccia Rossa in crisi? Giù le serrande di 15 negozi.

5,3 chilometri. Tanto (poco) distano i centri commerciali Freccia Rossa, in città, e Elnòs Shopping, a Roncadelle. Proprio in questi giorni l’ultimo arrivato festeggia un anno esatto dall’apertura, mentre il primo deve fare i conti con un preoccupante calo di presenze e sempre più numerose serrande abbassate. Solo una coincidenza?

Se nel 2016 le presenze al Freccia Rossa sono calate del 3,2%, in questo 2017 il minor afflusso è stato più consistente, pari al 10% al mese rispetto a un anno prima. Le percentuali, al pari degli altri dati, sono riportate in un articolo del dorso bresciano del Corriere della Sera in edicola venerdì 22 settembre.

Mentre la percezione del calo delle presenze può non essere così evidente, le chiusure all’interno del centro commerciale di viale Italia sono sotto gli occhi di tutti. Al momento sono già 12 i negozi chiusi e non rimpiazzati, Rosso Garibaldi (telefonia), Desigual, Imperial Fashion, Promod, Jeckerson, Nucleo, Via Maestra ed Equivalenza (profumeria), e ben quattro nell’area food, 100 Montaditos, Antica Locanda del Gusto, Universo Vegano e Alice Pizza (più un quinto che verrà rimpiazzato da “Il panzerotto del senatore”). A tutti questi si aggiungeranno presto altri tre punti vendita, Zara Home, Stradivarius e Oysho, catene presenti anche ad Elnòs o in centro città (dove verranno trasferiti i dipendenti).

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