Amianto nelle scuole: scomparsi i certificati dall’ufficio del Comune

Caro Operai Contro, amianto sulle pareti delle scuole, ma i certificati sono scompari dall’Ufficio tecnico del Comune di Sant’Anastasia (Na). Le scuole costruite alla fine degli anni ’80, invece del linoleum avrebbero come rivestimento il «vinil amianto», miscela tra pvc e grosse quantità di amianto. Come mai se ne parla solo ora? Forse è stata riscontrata qualche patologia che si spiega solo se collegata all’amianto? Se per 35 anni intere scolaresche sono state esposte all’amianto chi devono ringraziare? Non si sa, perché dal Comune sono spariti gli atti con la certificazione di quei lavori. Nel peggiore dei casi per […]
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Caro Operai Contro,

amianto sulle pareti delle scuole, ma i certificati sono scompari dall’Ufficio tecnico del Comune di Sant’Anastasia (Na). Le scuole costruite alla fine degli anni ’80, invece del linoleum avrebbero come rivestimento il «vinil amianto», miscela tra pvc e grosse quantità di amianto. Come mai se ne parla solo ora? Forse è stata riscontrata qualche patologia che si spiega solo se collegata all’amianto? Se per 35 anni intere scolaresche sono state esposte all’amianto chi devono ringraziare? Non si sa, perché dal Comune sono spariti gli atti con la certificazione di quei lavori. Nel peggiore dei casi per i politici che hanno convalidato l’uso dell’amianto nel rivestimento delle pareti delle aule, e per quelli che hanno coperto questa tentata strage di massa, non c’è nessun pericolo. Se non si trovano gli atti inerenti la costruzione della scuole, si rischia al massimo un processo contro ignoti. Che pacchia la democrazia borghese. I padroni vanno a braccetto con i loro politici, fanno ciò che vogliono, poi il mago Merlino fa sparire gli atti dal Comune.

Saluti da Portici

 

Da Il Mattino di Napoli

Sant’Anastasia. L’allarme era scattato sui social, con mamme preoccupate che si chiedevano se i rivestimenti presenti nelle scuole cittadine più datate contenessero o meno amianto. Dubbio legittimo, giacché il «vinil amianto», miscela tra pvc e grosse quantità di amianto è simile se non identico al linoleum, che non è pericoloso. Dunque basterebbe verificare le certificazioni dell’epoca, fine anni ’80, per sapere di cosa si tratta. Peccato che l’ufficio tecnico comunale non riesca più a trovarle. E il caso finisce in Consiglio.

«Circostanza gravissima», dice il consigliere Peppe Maiello, esponente del Pd che giovedì sera ha presentato un’interrogazione in merito. La vicenda è stata chiarita in aula da una consigliera di maggioranza, Rosaria Fornaro, che replicando a Maiello ha spiegato di essersi lei stessa rivolta all’ufficio tecnico. «Essendo consigliere di istituto ha detto Fornaro numerose mamme mi hanno investito del compito di chiarire la questione e ho chiesto all’ufficio di verificare la certificazione dei materiali. L’Utc ha svolto la ricerca ma questa certificazione non è stata trovata, perciò si è proceduto a prelevare un campione di materiale che sarà analizzato e, nel caso non si tratti di linoleum, dovrà essere eliminato al più presto. Auspichiamo che l’ufficio accorci i tempi».

La richiesta di Maiello era nata leggendo scambi di informazioni tra mamme preoccupate su pagine e gruppi social. «Ho sentito e letto pareri contrastanti circa la presenza di rivestimenti ante anni ’90 presenti nelle nostre scuole ha detto il consigliere democratico alcuni sostengono si tratti di materiale nocivo, altri dicono di no. Da profano in materia, ho ritenuto opportuno chiedere a chi ne sa più di me, anche per rassicurare i genitori». Rassicurazioni mai arrivate giacché i certificati non si trovano. «Non è possibile – continua Maiello – che ci si perda una documentazione in grado di attestare che nelle nostre scuole ci siano o meno materiali nocivi per la salute di centinaia e centinaia di bambini. Ritengo che questi campioni prelevati debbano essere analizzati ad horas, altrimenti chiederò che le mamme siano autorizzate a non far entrare i figli a scuola. Esigo tempi certi e in caso di esito positivo delle analisi sui campioni, quel materiale va rimosso subito». Si dovrà ora attendere l’esame del campione prelevato per poter rassicurare le famiglie dei piccoli studenti o dar via alla rimozione di materiali nocivi.

La stessa seduta è stata teatro di scambi di insulti tra i due ex avversari del ballottaggio 2014, il sindaco Lello Abete e il capogruppo del Pd, Antonio De Simone. L’esponente dei democratici aveva «rimproverato» il sindaco per non aver riconosciuto l’impegno del suo partito per far sì che il servizio Asl del 118 rimanesse in città. Per tutta risposta, il primo cittadino l’ha apostrofato dandogli dell’«imbecille». La risposta di De Simone: «Detto da tale pulpito, non mi offende».

 

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