Come impedire che lo sciopero diventi un sasso nello stagno?

Caro Operai Contro, mi chiedo se nessuno pensa di e come fare una diga, contro l’ondata di licenziamenti quotidiani. In un colpo passano migliaia di licenziamenti come in Almaviva. Nelle piccole e medie aziende passano sotto silenzio o non fanno più notizia. Tante volte anche lo sciopero sembra un arma spuntata, se rimane isolato e il mondo intorno sembra non vedere il dramma di chi viene licenziato. Molti licenziamenti sono camuffati da trasferimenti: se dal milanese ti trasferiscono a centinaia di Km, o addirittura in Sicilia come pretende BricoCenter. Due giorni di sciopero per respingere i 27 esuberi che […]
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Caro Operai Contro,

mi chiedo se nessuno pensa di e come fare una diga, contro l’ondata di licenziamenti quotidiani. In un colpo passano migliaia di licenziamenti come in Almaviva. Nelle piccole e medie aziende passano sotto silenzio o non fanno più notizia. Tante volte anche lo sciopero sembra un arma spuntata, se rimane isolato e il mondo intorno sembra non vedere il dramma di chi viene licenziato. Molti licenziamenti sono camuffati da trasferimenti: se dal milanese ti trasferiscono a centinaia di Km, o addirittura in Sicilia come pretende BricoCenter. Due giorni di sciopero per respingere i 27 esuberi che l’azienda licenzierà se non accettano. Mi chiedo se non è il caso di prendere in considerazione che, se toccano gli operai di un azienda si inneschi uno sciopero a catena nelle aziende della zona: ogni giorno scioperano una o più aziende e poi da capo. Oppure altre forme di lotta che non lascino sola l’azienda colpita dai licenziamenti, mettere i padroni davanti al fatto che: se colpiscono un operaio li colpiscono tutti. Se lo sciopero contro i licenziamenti in un azienda finisce lì, rischia di essere come un sasso nello stagno.

Saluti O.V.

 

Tratto da Il Giorno

Garbagnate Milanese (Milano), 26 gennaio 2017 – Due giornate di sciopero – venerdì 27 e sabato 28 gennaio – per la chiusura annunciata dei punti vendita BricoCenter di Garbagnate Milanese e Vimodrone. «La situazione è grave: l’azienda ha presentato un piano irricevibile per i 27 esuberi con la ricollocazione dei lavoratori a Rivalta Scrivia (95 km), in Toscana e in Sicilia a quasi 1.500 chilometri di distanza, inducendo nei fatti a un licenziamento certo» dichiarano le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di Milano che hanno proclamato lo sciopero congiuntamente alle lavoratrici.

«L’azienda ha inoltre proposto un piano di accompagnamento all’uscita che non include una reale disponibilità a salvaguardare i posti di lavoro – aggiungono i sindacati -. La nostra proposta di intervento su tutte le attività strutturali che l’azienda gestisce a oggi con i contratti a termine è stata rigettata dalla società«. I dipendenti incroceranno le braccia domani e sabato dalle 9,30 alle 14 con presidio e volantinaggio davanti al punto vendita di via 1° Maggio a Garbagnate Milanese.

 

 

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