Berco di Ferrara: accordo sui licenziamenti.

Redazione operai contro, la settimana scorsa alla Berco di Copparo in provincia di Ferrara importante e storica azienda metalmeccanica ed assorbita alcuni anni fa dal gruppo Thyssen Krupp, padroni e sindacati hanno firmato un accordo che prevede una riduzione di quasi il 50% degli esuberi dichiarati ad ottobre da parte aziendale. Gli esuberi che non sono altro che licenziamenti, arriveranno attraverso la mobilità solo ed esclusivamente volontaria ed incentivata con una cifra pari a 65 mila euro per ogni lavoratore che darà le dimissioni volontarie. In pratica un taglio di 173 posti di lavoro tra operai e lavoratori, ancora […]
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Redazione operai contro,

la settimana scorsa alla Berco di Copparo in provincia di Ferrara importante e storica azienda metalmeccanica ed assorbita alcuni anni fa dal gruppo Thyssen Krupp, padroni e sindacati hanno firmato un accordo che prevede una riduzione di quasi il 50% degli esuberi dichiarati ad ottobre da parte aziendale.

Gli esuberi che non sono altro che licenziamenti, arriveranno attraverso la mobilità solo ed esclusivamente volontaria ed incentivata con una cifra pari a 65 mila euro per ogni lavoratore che da le dimissioni volontarie.

In pratica un taglio di 173 posti di lavoro tra operai e lavoratori, ancora una volta i sindacati hanno collaborato con i padroni nella gestione dei licenziamenti collettivi.

I sindacati hanno firmato un accordo per investire soldi sui licenziamenti dando così la possibilità al padrone di ridurre lo stesso il numero dei dipendenti.

L’accordo definito dal funzionario sindacale Samuele Lodi segretario della Fiom Cgil di Ferrara un : “accordo significativo perché abbiamo ottenuto una riduzione del danno per i lavoratoriprevede inoltre la garanzia del ricorso agli ammortizzatori sociali con 12 mesi di CIGS a partire da marzo e lo stop alla esternalizazione della logistica.

Il sindacalista della Fiom fingendosi dispiaciuto quando afferma “non c’è soddisfazione, verranno persi altri 173 posti di lavoro” nel contempo si rallegra perché “il risultato di 103 giorni di trattativa dice che unitariamente i sindacati sono più forti e che la Fiom si è rafforzata ancora di più con i lavoratori che hanno seguito la strada tracciata dai sindacati”.

La strada che da anni tracciano i sindacati compiacenti e collaborazionisti dei padroni é quella che ha portato la chiusura di migliaia di fabbriche per sempre e la perdita di milioni di posti di lavoro, la diminuzione dei salari, l’aumento della precarietà e della disoccupazione.

La strada tracciata dai sindacati venduti ai padroni ha evitato tante ribellioni e tante lotte degli operai contro i padroni nelle fabbriche e lasciando la possibilità al governo di introdurre, senza una opposizione seria, la libertà nei licenziamenti.

Un lettore

Articolo da Estense.com

Esuberi Berco. La Fiom: “Risultato significativo, ma non c’è soddisfazione”

Sulla vicenda Berco è opportuno premettere che non c’è nulla di cui essere particolarmente soddisfatti. Quando si è nella condizione in cui, nella nostra provincia ferita, verranno persi altri 173 posti di lavoro, c’è ben poco di positivo”. Così, più a freddo, Samuele Lodi, segretario della Fiom-Cgil di Ferrara inizia la sua analisi sulla vertenza dell’azienda con sede produttiva a Copparo.

Difficile dire se siamo ancora dentro la crisi o, più semplicemente ma drammaticamente, siamo in un nuovo paradigma socio-economico che erode lavoro, posti di lavoro, diritti e salario ai lavoratori dipendenti – prosegue Lodi -. Sicuramente le logiche dei grandi gruppi e delle multinazionali non cambiano: tagliare per produrre un rimbalzo in borsa, tagliare sul costo del lavoro piuttosto che investire in ricerca e sviluppo, tagliare per avere un risultato di bilancio immediatamente positivo senza poi curarsi della prospettiva. E purtroppo dobbiamo constatare come le politiche governative degli ultimi anni sul tema del lavoro, non sono state assolutamente di contrasto a queste dinamiche, tamponando semmai in un clima di emergenza determinate vicende e/o crisi anche in modo efficace, ma senza una visione di paese, di crescita e senza una rinnovata politica industriale. Nel contempo infatti, si decide di tagliare gli ammortizzatori sociali e di rendere più favorevole alle aziende i licenziamenti piuttosto che l’attivazione degli strumenti conservativi”.

Ma in mezzo a tutto a tutte le ombre, qualcosa di positivo, c’è: la riduzione del danno per i lavoratori. “È oggettivo che il risultato ottenuto nella vertenza Berco è significativo – afferma ancora il segretario della Fiom -: riduzione di quasi il 50% degli esuberi dichiarati, esclusa la possibilità dell’outsourcing della logistica, mobilità solo ed esclusivamente volontaria ed incentivata, 12 mesi di cigs a partire da Marzo, apertura del confronto per il rinnovo del contratto aziendale. Il risultato dice che unitariamente i sindacati sono più forti (e questo dovrebbe fare riflettere i firmatari del Ccsl in Fca). Dice di una Fiom ben presente in Berco, che cresce e che, con i propri delegati, parla di lavoro, conosce le problematiche, ascolta e si confronta con i lavoratori e contratta con l’azienda. Nelle 103 giornate della vertenza un ruolo fondamentale lo hanno avuto i delegati Fiom insieme ai delegati delle altre sigle. Lo hanno avuto gli iscritti e tutte le lavoratrici e lavoratori che hanno seguito la strada tracciata dai sindacati. Non sempre condividendo ma con fiducia. Hanno scioperato quando era necessario per dire all’Azienda che non si sarebbero accettati passivamente i licenziamenti, ed hanno atteso poi l’esito del confronto iniziato dopo il 20 ottobre. E’ solamente questa condizione – conclude Lodi – che potrà permettere alla Fiom insieme agli altri sindacati, ai suoi delegati, agli iscritti ed ai lavoratori tutti di proseguire per riconquistare quella contrattazione aziendale ormai assente da troppi anni in Berco”.

 

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