Non paghiamo le prossime bollette comunali

Redazione di Operai Contro, approfitto del vostro giornale per dire ai contribuenti della provincia di Varese come me, che dobbiamo metterci d’accordo e non pagare più le prossime bollette comunali. Dove sono finiti 9 milioni di euro che ci hanno fatto sborsare per il depuratore e le fognature? Dopo anni i Comuni non li hanno ancora consegnati all’ente preposto per svolgere i lavori, che così non partono. Dove son finiti i nostri soldi? Mettiamoci d’accordo per non pagare più le prossime bollette comunali. Saluti da Maccagno Mando un articolo della Prealpina Il primo passo per curare l’Olona malata è […]
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Redazione di Operai Contro,

approfitto del vostro giornale per dire ai contribuenti della provincia di Varese come me, che dobbiamo metterci d’accordo e non pagare più le prossime bollette comunali. Dove sono finiti 9 milioni di euro che ci hanno fatto sborsare per il depuratore e le fognature? Dopo anni i Comuni non li hanno ancora consegnati all’ente preposto per svolgere i lavori, che così non partono. Dove son finiti i nostri soldi? Mettiamoci d’accordo per non pagare più le prossime bollette comunali.

Saluti da Maccagno

Mando un articolo della Prealpina

Il primo passo per curare l’Olona malata è recuperare i soldi che i residenti in provincia di Varese hanno versato per finanziare depuratori e fognature, ma che i Comuni non hanno mai girato all’ufficio dell’Ambito territoriale ottimale (Ato). Minacciato dalle sanzioni europee che pendono come spade di Damocle su progetti elaborati ma mai realizzati per mancanza di copertura finanziaria, lo scorso 12 dicembre il consiglio di amministrazione dell’Ato ha quindi deciso di passare alle maniere forti, deliberando di incaricare uno studio legale di schedare i Comuni debitori e di dividerli in due categorie, lasciando aperta la possibilità di eventuali rateizzazioni ma imponendo il recupero del dovuto in tempi certi. I crediti non sono pochi: se finora i Comuni hanno versato due terzi del dovuto, in cassa mancano ancora poco più di nove milioni di euro.

L’occasione per fare il punto della situazione è arrivata con una nota dell’associazione Amici dell’Olona di Legnano, che lo scorso 23 novembre aveva chiesto all’Ato di mettere nero su bianco la situazione debitoria dei Comuni che in base a quanto deliberato dal Cipe avrebbero dovuto accantonare una quota per finanziare le opere del piano di stralcio elaborato per rispondere alle contestazioni dell’Unione Europea in merito all’inquinamento delle acque del varesotto. Fatti due conti, l’altro giorno è arrivata la risposta, e con quella anche la copia della delibera che di fatto incarica il legale di studiare come avviare la procedura di recupero crediti. Le sorprese non sono mancate. Se il debito di Busto Arsizio era noto (da sola, la giunta del sindaco Emanuele Antonelli dovrebbe tirare fuori oltre 3,7 milioni di euro), a Saronno anche il collega Alessandro Fagioli ha un problema serio, perché Ato è intenzionata a chiedergli oltre 1,7 milioni. Seguono poi in ordine decrescente i debiti di Olgiate Olona (804 mila euro), Tradate (547 mila), Laveno Mombello (412), Luino (302), Fagnano Olona (240) e Induno Olona (219), e giù giù fino a Saltrio, che ad Ato deve solamente due euro. Sui 138 Comuni dell’ambito che avrebbero dovuto versare gli accantonamenti previsti dal Cipe e riscossi nelle bollette dell’acqua, quelli debitori sono 34, per un totale di 9.033.588 euro e una manciata di centesimi. Alcuni non hanno mai versato un euro, altri un po’ hanno pagato e un po’ no.

Per rispondere all’associazione di Legnano, l’ufficio d’ambito ha usato la tabella che elaborata per la riunione del Cda fotografava la situazione allo scorso 12 dicembre. Ma di fatto questi numeri tengono conto solamente dei contributi versati fino al 2012, perché poi la situazione sarebbe stata ulteriormente complicata dagli sviluppi di una normativa in continua evoluzione.

Viste le acque in cui navigano i bilanci comunali, è facile immaginare che le richieste dell’Ato non saranno accolte con particolare entusiasmo. Anche per questo il Cda ha dato mandato al legale «di approfondire separatamente le singole posizioni delle situazioni maggiormente critiche e complicate», Busto e Saronno in primis. Ma prima o poi i 9 milioni dovranno saltare fuori.

 

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