ILVA: A COLPI DI DECRETI

Redazione di Operai Contro, centesimo decreto del governo dei padroni per la presa per il culo di noi Operai. Il ritornello è sempre lo stesso. Salvare l’ILVA pagano gli Operai. Chi salverà noi operai dell’ILVA costretti a lavorare con la morte sulle spalle? Un operaio dell’ILVA DOMENICO PALMIOTTI dal Corriere del Mezzogiorno TARANTO – I 100 milioni previsti per Taranto dal decreto legge sul Sud varato all’antivigilia di Natale dal governo verranno da una quota degli 800 milioni che l’Ilva dovrà restituire allo Stato a fronte del prestito concesso l’anno scorso. Il provvedimento, dopo la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale», […]
Condividi:

Redazione di Operai Contro,

centesimo decreto del governo dei padroni per la presa per il culo di noi Operai. Il ritornello è sempre lo stesso. Salvare l’ILVA pagano gli Operai. Chi salverà noi operai dell’ILVA costretti a lavorare con la morte sulle spalle?

Un operaio dell’ILVA

DOMENICO PALMIOTTI dal Corriere del Mezzogiorno

TARANTO – I 100 milioni previsti per Taranto dal decreto legge sul Sud varato all’antivigilia di Natale dal governo verranno da una quota degli 800 milioni che l’Ilva dovrà restituire allo Stato a fronte del prestito concesso l’anno scorso. Il provvedimento, dopo la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale», è entrato in vigore il 31. Il decreto, che ora andrà all’esame del Parlamento per la conversione in legge, è il numero 243 e porta il titolo «Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno».
Con la legge 13 dello scorso febbraio (una delle tante varate per l’Ilva negli ultimi quattro anni), lo Stato assegnò all’Ilva una cospicua dote sia pure sotto forma di prestito: 300 milioni per la gestione corrente dell’azienda sino a giugno (mese in cui si sarebbe dovuto scegliere il compratore, ma una successiva legge, la 151 di agosto 2016, ha allungato la tempistica e ora la decisione avverrà il mese prossimo) e 800 per il risanamento ambientale, divisi in due tranche: 600 nel 2016 e 200 nel 2017. I 100 milioni dell’ultimo decreto sono invece così ripartiti: 30, in tre anni, per il sostegno alle famiglie disagiate (e ci sono anche 300mila euro per le attività iniziali che provengono dal programma nazionale «Imprese e competitività» 2014-2020) e 70 per il potenziamento della sanità. Il reperimento dei 100 milioni, dice il decreto, avverrà mantenendo una somma «di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2017-2019» sulla contabilità speciale prevista dalla legge 20 del 4 marzo 2015 (riguarda anch’essa misure per l’Ilva). I commissari della società, Gnudi, Laghi e Carrubba, rendiconteranno la spesa ai ministeri. Per la sanità, invece, il decreto dispone che le risorse, «50 milioni di euro per il 2017 e 20 milioni di euro per il 2018, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate in spesa nello stato previsione del ministero della Salute e successivamente trasferite alla Regione Puglia per la realizzazione di un progetto volto all’acquisizione dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione di interventi di ammodernamento tecnologico delle apparecchiature e dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie pubbliche ubicate nei Comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola, avvalendosi, in via esclusiva, della Consip spa, nonchè alla conseguente e necessaria formazione e aggiornamento professionale del personale sanitario». «Il progetto – dice ancora il decreto -, inserito tra gli interventi del Contratto istituzionale di sviluppo, sottoscritto il 30 dicembre 2015, è trasmesso dalla Regione Puglia ed è approvato dal ministero della Salute, sentito l’Istituto superiore di sanità, previo parere del Tavolo istituzionale permanente integrato a tal fine con un rappresentante del Ministero della salute». Mentre i 30 milioni nel triennio finanzieranno «un piano relativo ad iniziative volte a garantire attività di sostegno assistenziale e sociale per le famiglie disagiate nei Comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola». Il piano, a carattere sperimentale, è approvato dal ministro dello Sviluppo economico. Inoltre il decreto stabilisce che entro il termine ultimo – adesso giugno 2018 – concesso ai privati per i lavori ambientali, i commissari «sono autorizzati ad individuare e realizzare ulteriori interventi di decontaminazione e risanamento ambientale non previsti» nell’ambito del piano dei privati «ma allo stesso strettamente connessi, anche mediante formazione e impiego del personale delle società in amministrazione straordinaria non altrimenti impegnato». In questo modo si intendono tutelare eventuali esuberi che dovessero esserci con la nuova gestione dell’Ilva.
Infine il decreto permette l’istituzione a carico dell’Autorità portuale dell’Agenzia che, nell’arco di 36 mesi, dovrà riqualificare e rioccupare in nuove attività il personale disoccupato, che a Taranto sono i 520 ex Tct. Previsti 18,144 milioni di euro quest’anno, 14,112 nel 2018 e 8,064 nel 2019. Le risorse valgono per Taranto e Gioia Tauro.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.