Basilicata: via la guardia medica notturna in 100 posti

Caro Operai Contro, con la guardia medica chiusa di notte aumentano le probabilità che più malati si aggravino e muoiano. Anche così si concretizzano i tagli alla sanità voluti dal governo Renzi, accompagnati dal taglio dei finanziamenti alle Regioni. La strada che la Regione Basilicata sembra imboccare, è il taglio della guardia medica notturna in 100 siti della Basilicata. Come leggevo da una corrispondenza su Operai Contro, i morti non pesano sul servizio sanitario con cure e medicine, non occupano letti di ospedale, ed inoltre non ritirano più la pensione. Renzi è il genio dei tagli alla sanità ed […]
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Caro Operai Contro,

con la guardia medica chiusa di notte aumentano le probabilità che più malati si aggravino e muoiano. Anche così si concretizzano i tagli alla sanità voluti dal governo Renzi, accompagnati dal taglio dei finanziamenti alle Regioni. La strada che la Regione Basilicata sembra imboccare, è il taglio della guardia medica notturna in 100 siti della Basilicata.

Come leggevo da una corrispondenza su Operai Contro, i morti non pesano sul servizio sanitario con cure e medicine, non occupano letti di ospedale, ed inoltre non ritirano più la pensione. Renzi è il genio dei tagli alla sanità ed alla previdenza pubblica. Lorenzin, la ministra della Salute del governo Renzi, è stata riconfermata nel governo Gentiloni, per continuare a tagliare la sanità, falcidiare gli ospedali, ridurre il numero dei pensionati. Dal nord al sud dell’Italia, isole comprese.

Saluti da un affezionato lettore

 

Dal Quotidiano del Sud

POTENZA – Guardie mediche a rischio in Basilicata.

Quattrocentottanta professionisti per circa 100 guardie mediche, che costano piò o meno 27 milioni di euro all’anno. Sono i numeri del servizio di continuità assistenziale in Basilicata, che assicurano un servizio essenziale ai cittadini della nostra regione. Numeri che, secondo la Regione Basilicata, sono eccessivi e che, dunque, vanno ridimensionati. Ad iniziare dalla spesa di circa 27 milioni. Con le ristrettezze economiche che ci sono, infatti, bisogna razionalizzare. Che, tradotto in soldoni, vuol dire tagliare la guardia medica nelle fasce notturne per poi redistribuire. Insomma, la coperta è corta e va adeguata. Pazienza se, nel dare corso all’adeguamento, a rimetterci come quasi sempre accade rischiano di essere i cittadini. Il tema del taglio (pardon, della razionalizzazione), in verità, è antico. È da almeno un lustro che si sente parlare di tagli delle guardie mediche.

L’allarme, però, in questo fine 2016 sembra essere reale, se anche i vertici della Regione Basilicata, pur non parlando di tagli, comunque continuano a spiegare che potrebbe esserci una razionalizzazione. Al di là dei termini, però, sappiamo bene che l’articolato e diffuso sistema della guardia medica, che tutte le notti in più di 100 comuni lucani assicura un presidio fondamentale e contribuisce al soddisfacimento di un diritto costituzionalmente garantito come quello alla salute, è prossimo ad essere ridimensionato con l’eliminazione dell’istituto della guardia medica nelle fasce notturne. Così, gran parte dei 480 medici che fanno parte di questa galassia verrebbero reindirizzati nel sistema del 118. Altri, invece, sarebbero spostati negli altri ambiti della sanità lucana. Tutti, assicurano da via Anzio, avranno il lavoro garantito e nessuno dovrebbe perderlo. In tal senso la Giunta regionale ha già approvato una delibera che prevede l’implementazione di corsi di aggiornamento e specializzazione per far sì che i medici di continuità assistenziale possano qualificarsi meglio nell’emergenza-urgenza.

Sarà il 118, infatti, il vero e proprio successore del sistema delle guardie mediche. Lo rivelano anche le statistiche diffuse dalla Regione per mandare giù la pillola della razionalizzazione: dalla mezzanotte alle 8 del mattino, infatti, mediamente i medici di guardia vengono consultati una, al massimo due volte. E solo per problemi di routine. Quando, invece, c’è di mezzo un’emergenza, il cittadino si rivolge direttamente al servizio 118. Logico, dunque, potenziare quest’ultimo e alleggerire la spesa per le guardie mediche. Un discorso che non fa una grinza, in teoria. Nella pratica sappiamo che in tanti centri lucani, soprattutto nei più piccoli e isolati dal punto di vista delle infrastrutture, la postazione del 118 non c’è. La più vicina è a chilometri di distanza ed è l’unica della zona. Potrebbe capitare che arrivino chiamate in simultanea e che i sanitari non riescano ad essere tempestivi nell’intervento.

Siamo sicuri che la supposta razionalizzazione porti a centrare entrambi gli obiettivi, vale a dire continuare a garantire i servizi essenziali ai cittadini e un risparmio alla Regione? A conti fatti vale la pena sbaraccare quel servizio essenziale reso dalle guardie mediche, servizio che ovviamente ha un costo, per risparmiare soldi che, forse, potrebbero essere risparmiati in altro modo? Ma, soprattutto, quel costo non viene ampiamente ripagato dalla considerazione che, quando un vita umana è in pericolo e soffre, quella sofferenza non ha prezzo? Se, infine, consideriamo che la guardia medica è un servizio a cui il cittadino fa riferimento per un lasso di tempo maggiore del proprio medico di fiducia, poiché le ore settimanali in cui è attivo il servizio è di 106 ore a fronte delle 62 settimanali in cui opera il medico di assistenza primaria, val la pena tagliarle nella fascia notturna?

 

 

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