Smart Working: a disposizione del padrone 24 ore

Caro Operai Contro, lo Smart Working, detto anche “telelavoro” o “lavoro agile”, cambia di significato se, invece che ai tecnici ed alle figure impiegatizie, viene applicato agli operai. Una cosa è lavorare a casa dal computer, programmandone, volumi, orari e tempistica. Altra cosa è pretendere che gli operai, oltre il turno di lavoro, debbano dare la disponibilità a ricevere sul proprio smartphone, ordini e disposizioni dell’azienda. Con il Jobs act, ovvero sotto il ricatto del licenziamento indiscriminato, il padrone utilizzando WhatsApp, dispone degli operai 24 ore su 24. Dopo il turno di lavoro il padrone, o per lui il […]
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Caro Operai Contro,

lo Smart Working, detto anche “telelavoro” o “lavoro agile”, cambia di significato se, invece che ai tecnici ed alle figure impiegatizie, viene applicato agli operai. Una cosa è lavorare a casa dal computer, programmandone, volumi, orari e tempistica. Altra cosa è pretendere che gli operai, oltre il turno di lavoro, debbano dare la disponibilità a ricevere sul proprio smartphone, ordini e disposizioni dell’azienda.

Con il Jobs act, ovvero sotto il ricatto del licenziamento indiscriminato, il padrone utilizzando WhatsApp, dispone degli operai 24 ore su 24. Dopo il turno di lavoro il padrone, o per lui il capo, ti “messaggia” in qualsiasi orario su WhatsApp, ogni volta che vi sono dei cambiamenti per il giorno dopo. Questo tempo che l’operaio è costretto a dedicare per interloquire con i messaggi, è un nuovo e totale furto di lavoro che il padrone gli estorce. Un furto ulteriore oltre la compravendita di forza lavoro, contenuta nei contratti di lavoro. Una tendenza che i padroni tentano di imporre nelle fabbriche.

Il telefonino, lo smartphone è connaturato con le nuove generazioni. Il padrone ne approfitta e pretende che gli operai lo tengano a disposizione 24 ore su 24, anche per l’organizzazione del lavoro, insomma per l’azienda. Un superamento dello stesso Just in time, perché lo smartphone con internet, azzera il tempo (inteso come spazio fisico). Il capo non aspetta che l’operaio torni in fabbrica il giorno dopo per spiegargli il lavoro o i cambiamenti; lo raggiunge all’istante ovunque con le nuove disposizioni, attraversando con internet la vecchia barriera del tempo. Così l’operaio deve cominciare subito a lavorare quando arriva in fabbrica. Non deve “perdere tempo”, le istruzioni le ha già avute fuori dall’orario di lavoro. Il tempo che prima veniva assorbito per le istruzioni, ora diventa nuovo tempo che all’interno della giornata lavorativa, l’operaio lavora gratis per il padrone (plusvalore).

Sotto il ricatto del licenziamento indiscriminato, per i giovani operai non è sempre facile ricordare al padrone, che il contratto con il quale sono stati assunti non contempla l’uso dello smartphone, tantomeno quello personale, tantomeno fuori dall’orario di lavoro.

Per gli operai che vogliono ribellarsi, ogni giorno c’è un motivo in più. Da qualche parte bisognerà pur cominciare.

Saluti O. V.

 

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